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Le sfide del futuro per i consumatori al centro del Consumer Dialogue

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Le sfide del futuro per i consumatori al centro del Consumer Dialogue
Il Commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders (Ansa)

L'appuntamento tenutosi ieri a Roma a Palazzo Piacentini, si è diviso in due parti. Nella prima, il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti, ha aperto i lavori insieme al Commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders. Nella seconda, si sono invece susseguite due tavole rotonde di esperti che, moderate da La Verità, hanno affrontato la questione delle principali sfide che attendono i consumatori nell'ambito della trasformazione digitale e della transizione verde.

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Stellantis pensa di mollare l’Ue
Antonio Filosa (Ansa)
L’ad critica il piano che concede più flessibilità nell’addio al termico: previsti costi e complessità che non possiamo più permetterci, negli Stati Uniti meno vincoli.

Che a Stellantis la recente revisione del piano Ue sul Full electric non fosse piaciuto era risaputo. Ma ieri l’ad del gruppo, Antonio Filosa, ha spinto le critiche un bel pezzetto più in là fino a parlare di marcia indietro sugli investimenti nelVecchio continente.

Il manager sulle pagine del Financial Times ha respinto l’idea che l’Ue stia offrendo una «via d’uscita» credibile rispetto all’addio ai motori termici a partire dal 2035: per il top manager il pacchetto «non è all’altezza» e, soprattutto, «mancano del tutto le misure urgenti necessarie per riportare il settore automotive europeo alla crescita». La spiegazione non è solo ideologica: è industriale e riguarda la capacità del quadro regolatorio di trasformarsi in investimenti sostenibili lungo tutta la filiera.

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Stop al maggior sito di terre rare d’Europa. È più importante difendere i coleotteri
Ulefoss, in Norvegia (iStock)
Giacimento norvegese sospeso per tutelare le specie definite a rischio. Su auto e difesa resteremo schiavi della Cina a vita.

Non molte settimane fa, eravamo a fine ottobre, Ursula von der Leyen, in uno dei suoi rari slanci di visione strategica, aveva annunciato un piano europeo sulle terre rare. Il presidente della Commissione evidenziava che la liberazione dell’industria dell’Unione dalla dipendenza cinese era ormai la priorità delle priorità e che di conseguenza gli sforzi di tutti i Paesi dovevano convergere in quella direzione. Alla buonora. L’allarme sui materiali sensibili per produrre automotive, difesa e tech, è partito da anni. E il fatto che Pechino potesse vantare su circa un terzo delle riserve mondiali e che fosse parecchio avanti nell’estrazione e lavorazione di Neodimio, Samario, Itrio, Scandio e Gadolinio era risaputo. Insomma, è vero che la Von der Leyen si è svegliata, ma lo ha fatto dopo aver rovinato l’industria dell’automotive europea (tedesca, francese e italiana in primis) con il Green deal e quando ormai metterci una pezza è diventata un’impresa disperata.

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Manovra e pensioni, tanto rumore per nulla
Giancarlo Giorgietti (Ansa)
  • Sciolti gli ultimi nodi nel centrodestra. Nuovo maxi-emendamento: salta il cumulo tra fondi e assegno Inps, stretta sull’uscita dal lavoro di precoci e usuranti, estesa la detassazione dei contratti. Domani il testo in Aula per il voto finale. Ritirato il condono.
  • Per gli operatori del settore Fintech si rischiano effetti distorsivi soprattutto sulle startup.

Lo speciale contiene due articoli

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Il «piano Garofani» prende forma. Ruffini: «Schlein non va, io ci sono»
Ernesto Maria Ruffini (Ansa)
Mister Fisco fa una mossa prevista nel copione spifferato dal consigliere del Quirinale: «Elly Schlein non la vedo premier. Servirebbe un governo tutti insieme». E ad Assisi battezza la nuova creatura in salsa prodiana.

«Non vedo Elly Schlein come premier». Finito di separare con la forchetta le verdure dal roast beef e di raccontarsi come uno Special one di sacrestia («Mai votato Dc anche se nipote di cardinale, a 15 anni fumavo la pipa»), Ernesto Maria Ruffini dà il titolo all’intervistatore del Foglio. «Ai miei occhi chi si vede adesso come premier anziché guadagnare punti ne perde. All’assemblea pd è andato a votare meno di un terzo dei membri». Una frase destinata a far andare di traverso la particola consacrata domenicale a Dario Franceschini, totem cattodem del Nazareno e neo-sponsor (con il Correntone) della Elly a Palazzo Chigi. Ma sembra che il Metternich di Piacenza debba rifare tutto perché l’ex gabelliere dell’Agenzia delle Entrate scende in campo e non ha alcuna intenzione di fare la comparsa.

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