2021-05-16
Settimana decisiva per riaprire l’Italia. Stavolta il governo non può rimandare
Matteo Salvini riunisce i ministri leghisti in vista della cabina di regia e del Cdm: «Dati confortanti, serve la svolta». Roberto Speranza frena.Calano ancora i positivi (6.659) e i morti (136) in Italia. Giù i ricoveri in Lombardia.Lo speciale contiene due articoli.Di sicuro c'è solo che domani, lunedì 17 maggio, saranno passati 192 giorni dall'introduzione del coprifuoco, e che lunedì prossimo, 24 maggio, quando forse la misura restrittiva sarà leggermente allentata, ne saranno trascorsi ben 199: un tempo infinito, un'eternità. Guardando le cose in questa prospettiva, c'è perfino da sorridere (assai amaramente) sull'insanabile contrasto, sulla stridente contraddizione tra l'enormità di ciò che ci è stato tolto e l'esiguità di quanto ci sarà restituito. Un'altra piccola rata di libertà, un'altra concessione omeopatica, liofilizzata, minuscola. Nulla più di questo. Tutto il resto è invece incerto: non si sa ancora quando saranno prese le decisioni definitive, e cosa conterrà il nuovo decreto legge, che è comunque necessario varare affinché le nuove disposizioni entrino immediatamente in vigore. Realisticamente, già lunedì si svolgerà una riunione della cabina di regia (organo anfibio, un po' tecnico e un po' politico, che naturalmente non è previsto in nessun articolo della nostra Costituzione: e, inutile girarci intorno, che decisioni così importanti maturino in contesti informali resta una delle grandi anomalie di questa fase). A seguire si svolgerà un Consiglio dei ministri, e le nuove misure scatteranno da lunedì 24. Ieri, anche per serrare le fila, Matteo Salvini ha convocato una riunione online con i suoi, che saranno chiamati (prima in cabina di regia e poi in Cdm) a una prevedibile battaglia. Nel corso della videoconferenza (alla quale erano collegati, tra gli altri, i ministri Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia, Erika Stefani, i governatori e alcuni sindaci, oltre al responsabile enti locali, Stefano Locatelli), il leader leghista è stato netto: «L'Italia ha dati sanitari confortanti che ci permettono di chiedere, a nome di migliaia di sindaci e delle Regioni, il ritorno al lavoro, alla libertà e alla vita». Secondo l'impostazione di Salvini, la Lega punta, tra l'altro, ad almeno tre obiettivi. Primo: «La riapertura di bar e ristoranti al chiuso almeno al 50%». Secondo: «Un programma di cancellazione del coprifuoco da qui ai prossimi giorni». Terzo: «Via libera a palestre e piscine al chiuso». Il segretario della Lega ha avuto buon gioco a rimarcare ciò che anche La Verità ha fatto notare da almeno tre giorni: «Le riaperture di fine aprile non hanno portato alcun risultato negativo, si assiste anzi a un costante miglioramento».Secondo un copione ormai scontato, alla posizione di Salvini ha fatto da controcanto il solito Roberto Speranza. Per un verso, come aveva già fatto ieri Enrico Letta, arrampicandosi sugli specchi nel tentativo di intestarsi il merito delle riaperture. Per altro verso, cercando di circoscriverle, di transennarle, di ridurle al minimo. Speranza, che ha parlato all'assemblea di Articolo Uno, ha detto: «Presto si ripartirà, si tornerà nei cantieri, nelle fabbriche, nei luoghi di discussione e questa è una cosa grande e bella. Oggi possiamo dire che si riapre perché siamo stati attenti e prudenti». Quanto alle aperture, secondo il ministro, devono essere «ponderate perché non vogliamo tornare indietro». Gran finale autocelebrativo: «Io spesso sono descritto come il ministro più duro. Credo sia normale per il ministro della Salute, ma voglio essere ottimista per la stagione che si apre, sia pur con la massima prudenza».A questo punto la palla passa a Mario Draghi, è c'è davvero da augurarsi che il premier non si abbandoni ancora una volta a una sorta di «manuale Cencelli» delle riaperture, bilanciando una concessione a destra in senso aperturista con una concessione a sinistra in senso chiusurista. Sarebbe davvero paradossale appellarsi nei giorni pari alla ripresa economica e del turismo, e poi nei giorni dispari disfare la tela mantenendo in vigore norme incompatibili con un minimo di normalità. Come pure sta diventando politicamente fastidioso attenuare le misure improntate al rilancio economico, solo per evitare di dare la sensazione che Salvini abbia vinto la partita. Anzi, da questo punto di vista è paradossale che non ci sia mai un invito fermo a Enrico Letta a sospendere la tattica - ormai stucchevole e in ultima analisi dannosa proprio per il governo - volta a tentare ogni giorno di provocare il leader leghista. Intanto, un contributo di ragionevolezza è venuto dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, sentito da Adnkronos salute: «Dobbiamo fare ragionamenti di buon senso basati sui numeri: le vaccinazioni accelerano sempre di più e la situazione epidemiologica migliora di settimana in settimana. Con questi dati confortanti avremo un agosto con più libertà e anche con la possibilità di togliere la mascherina all'aperto». Per Costa, sul coprifuoco «lunedì verrà presa una decisione in senso positivo sullo spostamento alle 23 o alle 24. Un segnale», ha proseguito, «che io reputo positivo nella logica della gradualità. Ma è chiaro che a giugno si andrà verso l'abolizione, questa è più di un'ipotesi. I dati oggi ci dipingono una situazione positiva dei contagi e dei ricoveri in ospedale e si vede un miglioramento dei parametri di settimana in settimana». Sulla stessa linea il ministro leghista del Turismo, Massimo Garavaglia: «Il messaggio del coprifuoco non funziona per il turismo e credo che abbia i giorni contati. Mi viene da dire che dal 2 giugno non ci sarà più». E in effetti anche ieri i dati hanno confermato una tendenza complessivamente positiva e rassicurante. In calo i positivi, i decessi, il tasso di positività, i ricoveri in terapia intensiva, e quelli nei reparti ordinari. Tutti elementi che militano a favore di un atto di ragionevole coraggio. Ora la palla è prima alla cabina di regia e poi al Cdm. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/settimana-decisiva-riaprire-italia-2653001338.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-numeri-danno-fiducia-a-fontana-eliminare-del-tutto-il-coprifuoco" data-post-id="2653001338" data-published-at="1621114874" data-use-pagination="False"> I numeri danno fiducia a Fontana: «Eliminare del tutto il coprifuoco» Forte dei numeri che segnano un miglioramento della situazione pandemica, chiede di rivedere il coprifuoco il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. «Per quanto riguarda la mia Regione, anche venerdì i numeri sono stati molto positivi per incidenza e occupazioni posti letto, a dimostrazione di una situazione che si sta evolvendo lentamente, ma positivamente», ha dichiarato ieri il presidente lombardo, intervenendo alla trasmissione Dentro i fatti su TgCom24. «Il discorso del coprifuoco in una situazione del genere va rivisto. Due settimane fa abbiamo chiesto come Regioni che si passasse alle 23. Adesso, anche per favorire il turismo, credo si debba o eliminare completamente o limitarlo a poche ore per notte», ha continuato Fontana che, guardando al futuro, ha osservato come sia «difficile convincere un turista a passare una vacanza in Italia se sa di dover tornare in albergo alle 22 o alle 23». La richiesta potrebbe essere accolta anche in tempi brevi proprio sulla base dei dati, confortanti, arrivati ieri dal ministero della Salute, che segnalano in 24 ore 1.000 positivi in meno a livello nazionale: 6.659 contro i 7.567 del giorno prima, con un tasso di positività al 2,2%, in riduzione dal 2,5% di venerdì. Tutti i numeri calano. Negli ospedali, per Covid, ci sono 1.805 pazienti in terapia intensiva (55 in meno), con 63 ingressi rispetto ai 99 del giorno prima. Nei reparti ordinari ci sono 557 ricoverati in meno. Calano anche le vittime: 136 (erano state 182). La Campania, con 946 casi, segue la Regione più colpita, la Lombardia, che ha 1.154 positivi, ma un tasso di positività al 2,3%, un numero stabile di decessi (22 contro 23) e una riduzione dei ricoveri per Covid: 2.159, cioè 92 in meno rispetto a venerdì, di cui 390 (21 in meno) in terapia intensiva. Di questo passo, secondo il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, si potrà «progressivamente arrivare a superare la misura del coprifuoco». Non è quindi escluso che già dalla riunione della cabina di regia di domani possa arrivare uno slittamento alle 23. Del resto la Lombardia, dopo una partenza complicata, sta viaggiando a ritmi sostenuti sulla campagna di immunizzazione anti Covid. «Le uniche incognite che esistono sono i vaccini», ha spiegato Fontana, «nel momento in cui ce ne venissero consegnati di più, potremmo tranquillamente crescere». Una settimana fa la Regione ha superato «le 115.000 inoculazioni al giorno, ma siamo pronti a superare le 150.000», ha aggiunto il governatore, osservando che, «nel momento in cui avremo, dal 20 maggio, il programma dei numeri di vaccini che ci arriveranno, potremo essere più precisi nell'indicazione delle date entro cui potremo concludere le nostre vaccinazioni». Tutto dipende dalla fornitura. «Noi oggi siamo costretti a non superare le 80.000 dosi al giorno», ha ricordato il governatore, «abbiamo una serie di ipotesi sulla campagna vaccinale e diciamo che se ci dovessero arrivare le 120.000 dosi quotidiane, entro il 10 luglio potremmo concludere la prima vaccinazione a tutti i lombardi». Anche per questo ha chiesto, nel caso in cui ci fossero dosi di Astrazeneca che non vengono utilizzate, di inviarle alla sua Regione. Sull'elevata efficacia dei vaccini anti Covid, variante inglese compresa, sono arrivate conferme anche da uno studio dell'università di Ferrara. Gli autori riportano il 95% di contagi in meno, 99% di malati con sintomi in meno tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il vaccino Astrazeneca sembra avere un'efficacia che sfiora il 100%, anche dopo una singola dose.