2018-06-07
Nella difficile corsa ai servizi segreti esterni Caravelli mette il turbo
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Il vice direttore dell'Aise è molto vicino a Claudio Passarelli, marito del nuovo ministro della Difesa Emanuela Trenta. Ma scalpita anche Enrico Savio, appoggiato dall'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Al di là del braccio di ferro tra Lega e 5 Stelle per le deleghe sui servizi segreti - che ha spinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il momento a non assegnarle - la vera battaglia all'interno della nostra intelligence si sta spostando tra i candidati a ricoprire la direzione dell'Aise, in scadenza il prossimo anno. Dopo la proroga a fine febbraio di Alberto Manenti – decisa non senza polemiche al Copasir e poi ratificata dall'ex governo di Paolo Gentiloni su imput dell'ex ministro dell'Interno Marco Minniti- sono così iniziati a Forte Braschi i movimenti e i riposizionamenti per una successione che si preannuncia complessa. Si tratta di una battaglia senza esclusione di colpi e vede i tre protagonisti principali, Enrico Savio, Giovanni Caravelli e lo stesso Manenti. Il primo, Savio, vice direttore del Dis, come ormai tutti sanno, è fortemente sponsorizzato dal presidente di Leonardo, ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Non a caso è ritenuto da molti come il suo erede naturale. La promozione di Savio all'Aise più che un'aspirazione sarebbe una grossa possibilità. Gli consentirebbe di uscire dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dove è in atto una fuga senza precedenti di alti dirigenti: molti sono pensionamenti anticipati. A quanto pare si tratterebbe di professionisti che preferiscono andare in pensione piuttosto che rimanere.Caravelli, invece, attuale vice direttore dell'Aise può vantare un ottimo rapporto con il nuovo ministro Emanuela Trenta, tramite suo marito Claudio Passarelli, ormai ex dipendente del segretario generale della Difesa Carlo Magrassi: è stato il primo atto di insediamento del nuovo ministro quello di spostarlo. Caravelli non è un novizio dei servizi segreti e pochi sanno che nella sua precedenza esperienza al Sismi fa allontanato dall'ammiraglio Bruno Branciforte per alcune divergenze di gestione, che erano già emerse ai tempi di Nicolò Pollari.In questo contesto di contrapposizione la posizione più tranquilla è quella dell'ormai ex ministro Minniti che, avendo nominato tutti e tre i contendenti ai vertici dell'intelligence durante il mandato, al termine di questa lotta "fratricida" vedrebbe comunque un suo pupillo ai vertici dell'Aise. In questo modo potrebbe continuare ad esercitare indirettamente la sua influenza favorendo così le politiche adottate negli ultimi anni in Libia. Il tema servizi segreti continua a interessare sia la maggioranza sia le opposizioni. Conte continua a mantenere le delega, ma nel frattempo il senatore Vito Crimi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti continuano a scalpitare. Allo stesso tempo si discute sulla presidenza del Copasir. La notizia data dal Giornale sul fatto che in pista ci sarebbe anche Guido Crosetto di Fratelli D'Italia ha gettato nello sconforto il Partito Democratico di Matteo Renzi. L'ex premier, nella sua replica a Conte durante la fiducia a palazzo Madama, aveva già dato per sicura la poltrona più importante di San Macuto per attaccare proprio la Trenta. Ma la fretta, si sa, porta cattivi consigli. I giochi sono ancora aperti.
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