Negli ultimi tre anni tra i professionisti il rosso ha superato 3,5 miliardi. Le situazioni più critiche riguardano Roma, Inter e Juve. Interrogazione parlamentare sulla Covisoc (Consob): non ha competenze (quasi tutti sono giuristi) e indipendenza per vigilare.
Negli ultimi tre anni tra i professionisti il rosso ha superato 3,5 miliardi. Le situazioni più critiche riguardano Roma, Inter e Juve. Interrogazione parlamentare sulla Covisoc (Consob): non ha competenze (quasi tutti sono giuristi) e indipendenza per vigilare.Quis custodiet ipsos custodes? Chi sorveglierà i sorveglianti stessi? La massima latina, che chiede un controllo sui soggetti che sono deputati a controllare il corretto funzionamento di un sistema economico, sintetizza nel modo migliore i dubbi che pervadono diversi club della nostra serie A e che sono al centro di un’interrogazione parlamentare in riferimento alla Covisoc, la Consob del calcio, che recentemente ha subito una rivoluzione ai vertici. Dubbi che riguardano l’aspetto della competenza e della terzietà della commissione di vigilanza che esercita attività consultiva, ispettiva e di proposta rispetto all’andamento economico-finanziario dei club. Per intenderci, è la Covisoc (organo interno alla Figc) che inoltra al presidente della Federazione italiana gioco calcio, con efficacia vincolante, la proposta di procedere alla denuncia di amministratori che compiono gravi irregolarità nella gestione delle società o che decide, controllati i requisiti, sull’iscrizione di Napoli, Atalanta, Sassuolo, Lazio ecc nel massimo campionato. Ruolo per nulla comodo in un Paese come l’Italia dove ci sono al momento 4 club sottoposti al settlement agreement (patteggiamento con sanzioni per rientrare nei parametri del Fair play finanziario) dell’Uefa. «Ben quattro membri su cinque della nuova commissione», si legge nell’interrogazione (presentata dal senatore e vice presidente del Maie, Mario Borghese), «sono giuristi (tre magistrati Tar e un avvocato dello Stato) e non posseggono quindi delle adeguate e specifiche competenze in materia di bilanci societari». Parliamo di un organismo tecnico e un organismo tecnico – è il senso dell’accusa - deve avere una prevalenza di componenti specializzati nelle relative materia di competenza soprattutto contabile e finanziaria. Più grave ancora la seconda richiesta di chiarimenti rivolta al ministro dello Sport Andrea Abodi. Il presupposto è che i provvedimenti in materia di esclusioni ed ammissioni dai campionati di calcio rientrano nella giurisdizione del collegio di garanzia dello Sport del Coni e nella giurisdizione del Tar come giudice d’appello. Il punto è che diversi membri della nuova commissione, si fanno gli esempi del nuovo presidente Covisoc, Germana Panzironi, e dei nuovi membri Salvatore Mezzacapo e Angelo Fanizza, sono magistrati Tar, e sono quindi collegati agli organi della giustizia sportiva e statale. «Violano» di conseguenza, si legge nell’interrogazione, «il principio che l’autorità giudicante sia autonoma, terza ed imparziale rispetto all’amministrazione che ha emesso il provvedimento impugnato (Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sentenza 11 maggio 2023, causa C-817/21)». Il rischio appunto è che si venga a creare un vero e proprio corto circuito nei procedimenti amministrativi e di giudizio relativi agli atti adottati dalla Covisoc. Come del resto già scritto dalla Verità, c’è anche un problema politico e di «vicinanza» con il presidente della Figc Gabriele Gravina. Dopo Gabriele Chinè, messo a capo della Procura federale, infatti, è evidente che anche il nuovo numero uno della Covisoc, Germana Panzironi, che ha preso il posto di Paolo Boccardelli (ritenuto dai club autonomo e indipendente) ha una certa attiguità con Gravina. Il link è rappresentato da Giancarlo Viglione, l’avvocato amministrativista del numero uno della Figc, considerato molto vicino alla Panzironi. Insomma, non proprio la situazione ideale per affrontare i problemi finanziari del calcio italiano. Molti club si chiedono se sarà ancora possibile, come successo con il caso plusvalenze della Juve, che arrivino delle segnalazioni puntuali. Ed evidenziano che c’era bisogno di più autonomia e non di maggiore controllo sui controllori. Considerando che i conti di molti club continuano a ballare. Solo negli ultimi tre anni (i dati sono della Figc aggiornati al 2022) il calcio professionistico italiano (analizzati i bilanci di 350 squadre) nel suo complesso ha subito perdite di quasi 3,6 miliardi (gli stipendi drenano l’84% dei ricavi) e l’indebitamento delle serie A nel 2022 ha sfiorato i 5 miliardi con una percentuale risibile di club in utile, il 10%. Qualche ora fa è andato in scena il derby d’Italia tra Inter e Juve, che si contendono (a dir il vero insieme alla Roma) anche lo scettro come società di calcio della serie A con i conti più in disordine. Numeri alla mano, l’ultimo bilancio del club torinese ha chiuso con perdite per 124 milioni, meglio rispetto ai 239 dell’anno prima, ma comunque più alte se confrontate con il rosso da 85 milioni dei rivali per eccellenza, i nerazzurri. L’Inter però vanta una situazione debitoria imbattibile con gli 807 milioni di debiti del 2022/23, in calo rispetto agli 881 dell’anno prima. C’è una differenza non di poco conto, nonostante alcune voci, infatti, Exor resta un’azionista stabile (gli aumenti di capitale ammontano a 575 milioni negli ultimi 4 anni) e contribuirà ai 200 milioni del prossimo, mentre sul futuro dell’Inter ci sono molti più dubbi. Il prossimo anno, a maggio, scade il bond da 275 milioni con il fondo Usa Oaktree gravato da interessi del 12%. In questi 5 mesi o Suning trova un compratore o rifinanzia il bond (improbabile) o il club passa al private equity. Insomma, il futuro è incerto. Come non certissimo è l’orizzonte della Roma nella quale i Friedkin hanno investito in poco più di tre anni più di 800 milioni (200 per l’acquisto). Gli ultimi dati dicono che a fronte di un fatturato 205 milioni, i costi vanno al doppio, circa 400 milioni. E le perdite sono record: 220 milioni. «I numeri sono impietosi», evidenzia Riccardo Rosa, responsabile sport di Kpmg Italia, alla Verità, «abbiamo 4 squadre sotto Settlement agreement Uefa (Inter, Roma Juve, Milan) e solo il Milan e la Juve sembrano aver preso la giusta via. La Juve con l’ennesimo aumento di capitale e ed il Milan con un risanamento più robusto e deciso. Inter e Roma lasciano perplessi. La Roma ha un patrimonio netto consolidato negativo da anni e, al di là dei sofismi contabili per cui viene valutato solo il bilancio civilistico (permettendo quindi transazioni infragruppo), palesa una situazione critica a cui solo parzialmente i Friedkin hanno messo mano. Per l’Inter potremmo dire che il problema è l’outlook, con un debito monstre in scadenza e una proprietà impegnata nei tribunali di mezzo mondo». E sulla Covisoc? «Non conosco la vicinanza tra Gravina ed i nuovi vertici Covisoc», continua l’esperto consulente, «ma di certo in queste circostanze serve non solo essere ma anche apparire autonomi. Per evitare magari che in futuro la giustizia contabile-sportiva penalizzi un solo club a fronte di condotte diffuse».
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