2024-07-30
La Serie A segna un gol a Gravina: nuovo statuto per cambiare il calcio
Nell’assemblea Figc del 4 novembre verranno modificati i pesi delle diverse componenti dando più poteri ai professionisti. Ma il presidente non molla e gioca al ribasso sulle percentuali della massima categoria.Gabriele Gravina ci ha provato fino all’ultimo, persino scrivendo una lettera a Repubblica e proponendosi come il nuovo padre costituente del calcio italiano. Ma alla fine il consiglio federale di ieri ha assegnato un punto alla Lega Serie A presieduta da Lorenzo Casini stabilendo che l’Assemblea della Figc del 4 novembre non sarà più elettiva ma sarà straordinaria per il cambio dello statuto. È andata insomma come si prospettava nelle scorse settimane, soprattutto dopo l’approvazione dell’emendamento Mulé per dare maggior rappresentatività alla più importante lega calcistica italiana. «Non ci sono state sorprese. Era stato annunciato già lunedì scorso e quindi il presidente federale procederà con la trasformazione dell'assemblea da elettorale a straordinaria per il 4 novembre, in modo tale poi da mettersi subito a lavorare sulle modifiche di statuto», ha spiegato il presidente della Lega serie A, Lorenzo Casini all’uscita dal consiglio federale. Il tema è se davvero basterà questa rimodulazione della rappresentanza nella Federcalcio per migliorare lo sport più amato dagli italiani. Di sicuro bisognerà ancora trattare sulle nuove percentuali da qui a novembre. Non a caso sempre ieri Casini ha sottolineato come «ora si tratterà di lavorare per trovare la soluzione più giusta, equa ed equilibrata». Il presidente della Serie A vorrebbe che le leghe ottenessero il 50% dei rappresentanti, quando al momento raggiungono solo il 34%. Il peso della Serie A nell’assemblea federale è attualmente fissato al 12%, l’ipotesi sul tavolo è di arrivare almeno al 20% o al 23 massimo 25. Al contempo, al momento la Serie B è al 5% mentre la Lega Pro (passata da 90 a 57 squadre) è al 17%. Il tema è che Gravina, da ex presidente di quest’ultima e con dalla sua parte ancora l’associazione calciatori e allenatori, potrebbe ancora avere l’ultima parola in assemblea. Per questo motivo, tra le fila della Serie A, c’è chi vorrebbe proporre nello statuto anche il veto sul presidente, come c’era una volta, unico modo per poter contrastare lo strapotere di Gravina. Non è un caso che il presidente, uscendo ieri dal consiglio federale, abbia voluto sottolineare che la decisione di cambiare lo statuto il 4 novembre, «non cambi nulla. La mia riserva sulla ricandidatura si scioglierà quando avrò chiuso il percorso di rispetto di alcuni principi, cioè quelle che sono le nuove regole del gioco, poi deciderò». Il braccio di ferro, in sostanza, continua. Di sicuro la Serie A dovrà pesare di più nella prossima Figc. Per Casini «questo è il principio espresso anche dalla nuova norma di legge ma comunque è un qualcosa che la serie A afferma da tanti anni. Qui nessuno vuole, come unica componente, prendersi la maggioranza delle decisioni; c’è uno statuto speciale come salvaguardia del diritto d’intesa e poi c’è un riequilibrio dei pesi che riguarda sia i pesi all’interno della componente del professionismo, sia poi i pesi all’interno dell’intero sistema federale. Occorre sicuramente trovare delle soluzioni per tutelare i vivai delle nostre società ed evitare poi anche che i ragazzi possano con facilità essere portati all'estero». Nella sua lettera di ieri su Repubblica, Gravina ha parlato anche della situazione all’estero, ricordando come «nelle assemblee generali di Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, i rappresentanti dei professionisti sono tra appena un terzo e la metà di quelli dei dilettanti. E nel Consiglio Federale le proporzioni non cambiano: il peso dei professionisti è a Londra del 20%, a Parigi del 7,1, a Berlino del 26,7 e a Madrid del 16,7. A Roma i professionisti contano già il 34%. Questa quota oggi è ritenuta insufficiente a rappresentare il volume economico che le serie maggiori, e in particolare la A, sviluppano a beneficio dell’intero movimento». Peccato che sia una visione del tutto parziale, perché le massima serie del campionato di calcio in Italia è agli ultimi posti nel mondo per peso interno alla federazione. A spiegarlo è stato un rapporto del Cies, osservatorio sul calcio mondiale, del febbraio scorso. Prendendo a campione 25 leghe aveva evidenziato come nella maggior parte del mondo i membri delle leghe rappresentassero più della metà dei voti nell’assemblea generale delle rispettive associazioni nazionali. Per esempio, circa un terzo dei voti nel Bundestag della federcalcio tedesca è in mano ai rappresentanti della Deutsche Fußball Liga. in Belgio, la Pro League detiene il 31% dei diritti di voto nell’associazione nazionale. Di sicuro Gravina sarà l’ultimo a sotterrare l’ascia di guerra. «Noi stiamo seguendo dei principi di politica sportiva, rispetteremo il primo incipit fondamentale dell’emendamento Mulè», ha detto il numero uno della Figc. «Ho la netta sensazione che si stia lavorando a livello aritmetico, si tracciano traiettorie di ogni genere per capire se è rilevante un peso politico e questo», afferma, «è un approccio superficiale per verificare le esigenze del calcio. Personalmente sto lavorando su qualcosa di più profondo». Per questo motivo, «subito dopo la pausa estiva, quando tutti avremo recuperato energie, affronteremo questo tema», ha concluso Gravina. C’è qualcosa che non dipenderà forse solo dalla nostra volontà, ma anche da blocchi che la legge impone».
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)