2021-08-10
Senza pass, vietato anche ai bimbi. Lo sport ha finito di farci sognare
Dai 12 anni in su sarà richiesto certificato o tampone per accedere a palestre e praticare discipline di squadra al chiuso. Il dilemma dei genitori: iniezione o attività fisica? Franco Locatelli spaventa: «Anche i piccoli in intensiva». Il traino dei successi olimpici rischia di essere frenato dal green pass. Doveva essere, infatti, una carta verde per viaggiare e invece è diventato un documento obbligatorio per vivere normalmente. Entrato in vigore venerdì scorso ormai è chiaro che il green pass serve per ogni attività, dal ristorante ai parchi, e serve a tutti, anche ai minori dai 12 ai 18 anni che vogliano praticare sport per emulare i nostri campioni di Tokyo. A ben guardare le regole per il rilascio della documentazione verde, che tanto entusiasma il ministro della Salute Roberto Speranza («In tre giorni scaricati 20 milioni di green, numero che dimostra la sensibilità e la partecipazione dei cittadini del nostro Paese alla lotta contro il Covid») fino a 11 anni non c'è obbligo. Scatta, invece, dai 12 anni per l'accesso a locali e ad eventi, quindi piscine, centri natatori, palestre e centri benessere ma anche per fare sport di squadra in strutture al chiuso. Per quanto riguarda le attività all'esterno invece non è necessario il certificato e neanche per praticare sport di gruppo o di contatto. Naturalmente in estate, perché dall'autunno in poi diventa più difficile fare un certo numero di attività sportive all'aperto. E quindi anche i ragazzi dai 12 ai 17 anni per ottenere il green pass dovranno fare il vaccino o - in caso - fare un tampone con validità di 48 ore. Ora, a parte che un ragazzino non può fare tamponi ogni volta che va a fare scherma o judo o basket, ma se così fosse, quanto costerebbe ai genitori tale pratica «medica» settimanale? E allora ecco il dilemma per mamma e papà: vaccinazione o sport? Faccio vaccinare il bambino che così può andare in palestra, non preoccupandomi delle versioni, spesso contrastanti, degli esperti sulla vaccinazione ai piccoli, o non lo vaccino e lo faccio restare a casa a giocare a tennis sulla Playstation? Un dubbio che i nostri figli minorenni potrebbero by-passare, secondo il Comitato nazionale di bioetica per il quale «sono gli adolescenti a dover decidere se vaccinarsi o meno contro il Covid-19 e non i genitori». Alla faccia della patria potestà (che ai tempi dei 12 vaccini obbligatori di Beatrice Lorenzin, il suo consigliere Walter Ricciardi voleva togliere ai genitori che non vaccinavano i figli) il Comitato, che esclude l'ipotesi di obbligo, chiede invece informazioni accurate per gli adulti e i ragazzi e il coinvolgimento della scuola: «Se la volontà fosse in contrasto con quella dei genitori» si legge in un documento, il Comitato ritiene che l'adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psicofisica e della salute pubblica». Il Green pass obbligatorio per lo sport potrebbe diventare una mazzata economica per le società sportive a causa della riduzione delle iscrizioni proprio nei «vivai» giovanili. Anche per gli adulti, per andare a giocare a calcetto con gli amici o per fare una partita di padel, il green pass non sarà necessario se si resterà all'esterno mentre al chiuso sarà obbligatorio averlo a portata di mano. Sempre obbligatorio poi, per assistere ad una competizione sportiva, quindi allo stadio o nei palazzetti dello sport che avranno comunque limitazioni in base alla capienza e al colore della regione in cui si trovano. E proprio per questo non ha dubbi il primario Stefano Menzo, responsabile di Virologia a Torrette di Ancona: «L'obbligo vaccinale dovrebbe essere introdotto per tutta la popolazione, bambini compresi». Come assicura Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid: «I trial sul vaccino anti-Covid per gli under 12 sono in fase avanzatissima e i dati sono in valutazione presso le agenzie regolatorie Ema per l'Ue e Fda per gli Usa. Proprio perché è fondamentale coprire anche la fascia sotto i 12 anni d'età, l'American Academy of Pediatrics addirittura ha lanciato un appello perché la Fda acceleri il processo di revisione. Io cito i 28 bambini e ragazzi che purtroppo nel nostro Paese hanno perso la vita per Covid. Anche sotto i 12 anni purtroppo abbiamo assistito a casi a esito infausto». La paura degli effetti collaterali secondo Locatelli, che è pediatra, «è immotivata, perché abbiamo tutte le evidenze che la vaccinazione in questa fascia d'età con i vaccini a mRna è assolutamente sicura, non provoca effetti collaterali rilevanti e protegge, oltre che dal rischio di complicanze fatali, anche dal rischio di sviluppare una patologia grave come la famosa sindrome multi-infiammatoria sistemica. Non sono pochi, sono nell'ordine di 300, i casi registrati in Italia di ricovero nelle strutture ospedaliere e addirittura nelle terapie intensive con una permanenza di parecchi giorni per questa complicanza».