2021-05-01
«Senza nemmeno un caso d’influenza anticipare la campagna è un azzardo»
Lo statistico critica la corsa del ministero a ottobre: «L'immunizzazione viene studiata basandosi sui virus stagionali, assenti negli scorsi mesi a causa del Covid. Tarare un siero efficace adesso è quasi impossibile».«Si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall'inizio di ottobre». Questo è ciò che si legge nella circolare emanata l'8 aprile dal ministero della Salute in materia di Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2021-2022. Una presa di posizione che, se a prima vista può suonare di buon senso - vaccinare tutti il prima possibile, è infatti mantra di queste settimane -, nei fatti ha tra il paradossale e l'insensato. A farlo notare è lo statistico Roberto Volpi, che La Verità ha sentito.Dottor Volpi, ha davvero delle perplessità sull'idea di una campagna vaccinale antinfluenzale anticipata al prossimo ottobre? «Ne ho moltissime, per il semplice fatto che al momento attuale non è possibile predisporre nessun vaccino. I vaccini antinfluenzali sono infatti preparati sulla base della stagione influenzale in corso per quella successiva. Sono cioè tarati sulla base di virus influenzali in circolazione. Per questo motivo, si tratta di un vaccino molto empirico, diciamo, nel senso che noi non possiamo sapere quale sarà il virus influenzale della prossima stagione ma, come dire, elaboriamo una previsione sulla base dei virus influenzali già circolanti. Sono quindi dei vaccini un po' «azzardati», tanto è vero che molte volte si son rivelati assai efficaci, ma altre volte poco. Ma non è questo il punto».E qual è allora? «Il punto è che il vaccino per la prossima campagna antinfluenzale che l'Istituto Superiore di Sanità e il ministero adesso vogliono addirittura anticipare è, di fatto, un terno al lotto. Nell'ultima stagione, in Italia, non c'è stato nessun virus influenzale in circolazione: nessuno, nessunissimo, zero casi»Merito forse delle mascherine. «No, nel modo più assoluto e le spiego perché. In Italia, nel corso delle 24 settimane della stagione influenzale - che parte grossomodo da fine ottobre e arriva a fine aprile, quindi è appena terminata - si son avuti poco meno di 7.000 campioni o tamponi biologici prelevati dalla rete dei medici sentinella, che controllano l'evolversi dell'influenza, e mandati ai laboratori autorizzati, da cui sono stati ricavati i risultati».Che risultati? «I risultati sono stati, come dicevo, pari a nessun virus influenzale, ma con quasi 1.700 casi di virus Sars-Cov-2. Non c'era cioè nessun campione positivo al virus influenzale, ma il 20%, qualcosa di più, erano positivi al coronavirus. Questo significa che le mascherine non hanno fatto sbarrato la strada al virus, tant'è vero che il coronavirus è tranquillamente passato. Ora, è evidente che ci può essere stato un minimo di protezione da parte di misure come le mascherine e le distanze, ma non essendoci stato neppure un caso di influenza vuol dire che essa non è affatto entrata. I virus influenzali hanno cioè avuto la strada sbarrata dal coronavirus, questa è la realtà. E non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo».Per esempio? «In America per esempio, dove fanno tantissimi tamponi antinfluenzali, su quasi 400.000 di essi si è avuto un tasso di positività pari allo 0,5 per mille. Per capirci, la diffusione dei virus influenzali in questa stagione è stata molto inferiore alla circolazione dei virus nelle stagioni non influenzali degli anni scorsi».Quindi rischia di essere davvero un terno al lotto, la prossima campagna antinfluenzale. «É talmente un terno al lotto che i Centri di controllo e di prevenzione delle malattie statunitensi ammettono, a stagione influenzale conclusa, di non avere abbastanza tamponi o campioni positivi influenzali da poter azzardare, come dire, una tipologia di vaccino. Ma con così pochi casi, che vaccino si può fare? ».In effetti, è dura. «Così non si riesce a tarare nessun vaccino, perché è tutto molto aleatorio essendo pochissimi, davvero pochissimi i casi. Qualunque vaccino messo a punto darà la stessa sicurezza che può dare tirare una moneta per aria».E pensare che la si vuol pure anticipare, questa campagna. «La logica è quella della precedente campagna antinfluenzale. Ricorda? Il ragionamento alla base era quello di fermare con la vaccinazione la circolazione simultanea di virus influenzale e di coronavirus, così da poter meglio isolare e contrastare il Covid, dato che non c'era ancora l'odierna disponibilità di vaccini. Peccato che si sia rivelata una strategia fallimentare dato che, come dicevo, il virus influenzale non si sia in alcun modo manifestato».Si è quindi trattato di un errore? «Sì, un errore anche grave, perché non soltanto non c'è stata la capacità di fare questa previsione, ma ci si è anche dimenticati di quanto già avvenuto con l'influenza suina del 2009 - quindi non quella stagionale, bensì quella con un virus particolare in campo - che fece la sua comparsa a settembre, ottobre, lasciandosi alle spalle un'influenza stagionale assai blanda, dato che questo secondo virus si trovò la strada sbarrata. A questo punto la domanda è: ma questi virologi, di che parlano? S'intendono di virologia o no?».