2018-11-26
Se volete sentirvi più forti, siate generosi
Lo hanno dimostrato gli statunitensi, anche un piccolo gesto ha effetti dirompenti sulla propria autostima. Ma, attenzione, non bisogna essere forzatamente altruisti, anche sapere dire dei «no» insegna agli altri e a noi stessi a volersi più bene.Esistono tre gradini per volersi bene in qualche maniera, stimarsi e avere fede in se stessi. Il primo gradino è: volersi bene e, quindi, smettere di farsi male. Smetterla di autosabotarsi.La prima cosa da fare, è cominciare a volersi bene, per lo meno smettere di volersi male. A) Se abbiamo atteggiamenti autodistruttivi contro il nostro corpo, se beviamo mezzo litro di whisky, per poi crollare davanti agli altri per scommessa, se stiamo meditando se farci o no il trentaseiesimo piercing, se tutto il nostro corpo è coperto di tatuaggi brutti, se siamo al venticinquesimo intervento di chirurgia estetica, smettiamo adesso. Smettiamo, perché anche noi siamo natura, perché anche noi siamo un pezzo del creato, perché anche noi siamo un'emanazione divina o, se non crediamo, anche noi siamo un'emanazione della natura, anche noi meritiamo rispetto, come un campo di grano o una montagna. Anche il nostro corpo è ecologia, smettiamo perché smettiamo e basta! E se mamma ci odiava, pazienza, non è detto che perché ci odiava lei lo dobbiamo fare anche noi, anzi questo potrebbe essere una bella cosa, se mamma ci odiava e amava le mele, noi abbiamo il diritto di detestare le mele e amarci; un punto in più, se i nostri genitori ci detestavano, quello di volerci bene noi è una forma di rivolta sacrosanta contro il loro non amore. Tutto sommato è la più intelligente.Smettiamo e basta, smettiamo perché abbiamo la forza di farlo. Smettiamo perché tutti quelli che ci dicono che non siamo abbastanza forti, che dobbiamo andare al Sert, che dobbiamo prendere il Prozac, parlare con lo psicologo, smettere di farci male, ci stanno di nuovo dando degli incapaci, come mamma, e ci rinchiudono nel ruolo. Invece siamo capaci! siamo anime immortaliComincio a considerare il mio corpo come qualcosa che mi è stato affidato e di cui devo aver cura, tutto qui. Su questo aveva assolutamente ragione Clive Staples Lewis, autore de Le cronache di Narnia, che ricordava che noi non abbiamo un'anima immortale, noi siamo un'anima immortale e abbiamo un corpo. Se partiamo da questo presupposto tutta la nostra autoaggressività crolla. Se cominciamo a vedere le cose dal punto di vista di qualcuno che tra 40.000 anni esisterà ancora, tutte le prospettive si aggiustano. Cominciamo a fare qualcosa per il nostro corpo oggi. Quaranta minuti di passeggiata all'aria aperta aumentano la serotonina, aumentano l'ossigenazione del cervello, migliorano l'irrorazione della colonna vertebrale, riducono le varici, il diabete, l'ipercolesterolemia, ci aiutano a trovare il nostro peso corretto. Cominciamo ora. B) Faccio attenzione al dialogo interno, che è la più frequente e continuativa forma di autoaggressione psicologica, dopodiché smetto anche tutti i comportamenti di odio verso me stessa/o. Occorre ricordare che siamo esseri umani, con difetti e imperfezioni, certo, propri degli esseri umani: questa è una parte di equilibrio, di pace.Esercizio numero 6: come correggere il dialogo interno. C) Un pezzo dell'autostima riguarda il farmi vivere in un posto bello, la cura della mia tana, la mia casa. Se è sporca, se è disordinata, se è brutta, se è piena di cose al punto di essere invivibile, mi rimanda una tristezza opaca, un disprezzo di me che mi si incolla addosso. Quando la nostra mente è sconvolta, noi possiamo non riuscire a controllarla, possiamo non riuscire a controllare il pensiero, è possibile che non ci arriviamo a pensare che andrà tutto bene, ma, attenzione, noi possiamo sempre controllare i nostri movimenti, lì il nostro controllo è totale. la casa in ordineQuando siamo sconvolti, quando siamo disperati, cominciamo a mettere in ordine, prendiamo un cassetto e mettiamolo in ordine. Tutto quello che c'è nella nostra mente passa nel nostro corpo, ormai lo abbiamo capito, ma, attenzione, è valido anche il contrario, la metafora funziona anche per il corpo. Se io costringo il mio corpo a fare i gesti di mettere in ordine, la mia mente comincia a diventare più lucida, si calma e diventa più lucida. Emozioni, pensieri e comportamenti si influenzano gli uni con gli altri. Il comportamento influenza pensieri e emozioni. Un grammo di azione ha effetti dirompenti. Il disordine disfunzionale, il caos sgradevole, è un'autoaggressione, lo so, perché è un campo dove razzolo malissimo, è il campo dove io ho messo le mie autoaggressioni. Improvvisamente mi arriva la stretta al cuore: dove ho messo il documento importante? Dove accidenti è? Perché le chiavi della macchina non ci sono mai? Quanto tempo e quanto sconforto ho sperperato a cercare le cose e continuo a cercarle. Un attimo di distrazione e il mio cervello aggressivo, mi fa lo scherzo.L'ordine, come il disordine può essere funzionale o disfunzionale. Ci sono case piacevolmente disordinate, ricche, dove bene o male le cose si ritrovano. Il disordine disfunzionale è quello dove sprechiamo più di due ore la settimana a cercare oggetti. L'ordine disfunzionale è quello dove le azioni normali sono vietate perché arrecherebbero sporco e ansia. I piani dei mobili sono scintillanti e deserti oppure occupati da ninnoli distanziati da 4 centimetri e tutte rivolte e sud est, come nel film Misery non deve morire. Fa parte del concetto di ordine anche la puntualità. Fa parte del detestarsi l'ansia della bolletta persa, la ulteriore multa per la multa pagata in ritardo, e così via.a scuola copiavaD) Fare qualcosa per sentirsi forti. La generosità è il sistema migliore. Dimostrato dagli statunitensi su numeri enormi. Un piccolo gesto di generosità ha effetti dirompenti. Deve essere spontanea. Non devo essere malamente e forzatamente generosa, farmi calpestare, permettere a tutti di abusare del mio denaro. La generosità deve essere forte.E) La capacità di dire di no. La capacità di decidere che abbiamo il diritto di volere, voler fare, voler non fare.F) È stato dimostrato che l'autostima è inversamente proporzionale al livello di critica verso gli altri. Non parliamo più male di nessuno. Se dobbiamo criticare qualcuno chiediamoci se è utile. Critichiamo gli altri solo se è utile: se dobbiamo comunicare agli altri le nostre perplessità su un uomo politico e su un insegnante, allora critichiamo solo i comportamenti che non approviamo, mai la persona. Peraltro, criticare la signora Gisella perché si veste malissimo e suo marito perché racconta barzellette sguaiate, serve a qualcosa? No. Allora lasciamo perdere. Parlare male degli altri ci dà un piccolo vantaggio iniziale, ci sentiamo superiori, ma sulle lunghe distanze è disastroso anche per noi. Il nostro io inconscio ci percepisce come vili e inaffidabili.Per lo stesso motivo, il nostro io inconscio ci percepisce come deboli oltre che come vili e inaffidabili, non copiare a scuola. Non c'è nessuna biografia di nessun uomo/donna di successo che comincia con: a scuola copiava.
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Il caffè di ricerca e qualità è diventato di gran moda. E talvolta suscita fanatismi in cui il comune mortale si imbatte suo malgrado. Ascoltare per credere.