2019-07-07
Se resta il dualismo franco-tedesco questa Europa muore
Tra il neutralismo di Berlino e il «sovranismo» di Parigi esiste una terza via: una pax con gli Usa per coesistere e sfidare la Cina.I prossimi cinque anni saranno cruciali per la collocazione dell'Ue nel mondo. Al momento ci sono due linee: la strategia eurosovranista francese che punta a fare dell'Ue un impero come terza forza alla pari con America e Cina e quella mercantilista-neutralista tedesca con l'obiettivo di mantenere relazioni commerciali con tutti senza prendere un profilo geopolitico che le danneggi. La prima è stata esplicitata con molta chiarezza nel recente libro di Bruno Le Maire (Il nuovo impero: Europa nel 21° Secolo) attuale ministro dell'Economia e delle finanze francese: se l'Ue non si organizza come potere forte mondiale diventerà vassallo di America o Cina oppure di ambedue. La seconda è ricavabile dalla prassi di conduzione del governo tedesco da parte di Angela Merkel dal 2005 in poi: cercare ci mantenere buone relazioni con tutti, barcamenandosi, per insediare il business tedesco in posizione di vantaggio dappertutto nel mondo. Da un biennio queste due linee provocano divergenze pesanti tra Francia e Germania, pur contenute da compromessi per la priorità del mantenimento della diarchia, ma stanno comunque portando l'Ue verso una proiezione di potenza autonoma. La Francia spinge per una difesa europea di fatto post Nato. La Germania la frena per evitare un conflitto con l'America, ma spinge l'Ue ad accelerare ed aumentare gli accordi di libero scambio esterni fino al punto da generare un mercato eurocentrico che, dopo l'avvio dell'accordo con il Mercosur, promette di diventare la più grande area economica internazionale strutturata via trattati doganali del mondo. Con tale scala potenziale non è possibile che l'Ue possa praticare un neutralismo mercantilista che eviti controreazioni o tentativi di conquista. E lo è ancor meno un'Ue che anche decida un riarmo con una tendenza post Nato. Soprattutto, non è possibile la neutralità o una posizione di terza forza dell'Ue nel contesto del conflitto tra America e Cina. Questo sarà duraturo e finirà solo con la sconfitta dell'uno o dell'altro. Pertanto sia Washington sia Pechino percepiscono un rischio esistenziale che ne attiva la ricerca di un potere superiore. Ma la Cina ha una scala che le permette di essere paziente. l'America, essendo molto più piccola della Cina, pur più ricca e armata al momento, ha bisogno di allargare rapidamente la sua sfera di influenza/alleanze, pensando ad un confronto di molti decenni sull'intero pianeta (e fuori) con Pechino. L'America, in sostanza, ha bisogno della convergenza europea. E se non la ottenesse o vedesse una tendenza neutralista potenzialmente ostile sarebbe incline a spaccare l'Ue per eliminare il problema e conquistare una presenza diretta nell'Eurasia occidentale. Se ciò succedesse per l'Italia e per gli altri europei i danni per l'instabilità sarebbero enormi. Ma anche per l'America tale opzione comporterebbe danni e un indebolimento forse fatale. Infatti sta calibrando bastone e carota aumentando il peso della seconda. La scelta imprevista di Ursula von der Leyen, atlantista e in frequente divergenza con Merkel, a capo della Commissione è probabilmente stata influenzata anche dalla necessità di dare una veste pro-atlantica al neutralismo-autonomismo europeo. Così come la scelta della francese, in realtà statunitense per carriera e per club di poteri reali, Christine Lagarde alla Bce è anche segnale di convergenza euroamericana. Se così, bene? Sembra più un colpo al cerchio che non esclude poi un altro alla botte e che non elimina l'ambiguità di una Ue che ha bisogno di tempo per consolidare il proprio ruolo di terza forza. Infatti c'è una terza linea che secondo me dovrebbe essere oggetto di una proposta italiana. Solo America e Ue, come nucleo di un'alleanza globale tra democrazie, hanno la scala sia per condizionare il regime autoritario cinese sia per reggerne l'impatto economico con contagio mondiale se questo implodesse (molto probabile). Inoltre, l'Ue ha bisogno di un fondamento morale più forte che non quello di stare insieme per non farsi la guerra o creare una supernazione. La risposta giusta è (contribuire a) integrare le democrazie del pianeta. Da cui deriva il modello che l'Ue deve integrarsi a sufficienza per poter svolgere tale missione. In sintesi, si tratta di definire una missione comune per le democrazie organizzate nell'Ue, le altre e l'America, sostenuta da accordi di crescente integrazione economica, ravvivando il G7 come luogo di governance del mondo delle democrazie stesse, includendo altre nazioni ed estendendo la Nato alle democrazie asiatiche. Non un impero europeo, caro Le Maire, ma un impero globale delle democrazie dove ciascuna ha il diritto di starci comoda, compresa la Francia: Nova Pax. www.carlopelanda.com