2020-08-12
Se Putin arriva primo al vaccino, non vale
Russian Health Ministry / Handout/Anadolu Agency via Getty Images
Lo zar registra lo Sputnik V: «Lo ha provato mia figlia». L'Oms semina già dubbi. E Walter Ricciardi: «Sconcertante».Lo zar colpisce ancora. Proprio nel giorno del superamento della triste soglia dei 20 milioni di casi di coronavirus dall'inizio della pandemia, il presidente russo Vladimir Putin è salito alla ribalta con una notizia choc. «Per la prima volta al mondo, stamattina è stato registrato in Russia un vaccino contro l'infezione da coronavirus», ha affermato Putin nel corso di un incontro governativo svoltosi ieri. Si chiamerà «Sputnik V», in ricordo del lancio del primo satellite artificiale nel 1957, e «non sarà obbligatorio», promette il presidente. Quasi ad aggiungere un tocco narrativo alla vicenda, l'ex funzionario del Kgb ha poi aggiunto che il vaccino è stato inoculato anche alla figlia. «In un certo senso ha partecipato all'esperimento: dopo il vaccino ha avuto febbre a 38, il giorno dopo a 37, e questo è tutto». «So che funziona in modo abbastanza efficace, produce un'immunità stabile, ha superato tutti i test necessari», ha rassicurato Putin. Al presidente ha fatto eco il ministro della Salute, Mikhail Murashko: «Tutti i volontari hanno sviluppato un elevato titolo anticorpale contro il Covid-19, e allo stesso tempo nessuno di loro ha avuto gravi complicazioni legate all'immunizzazione». Appena la settimana scorsa il ministero aveva annunciato la conclusione di una fase della sperimentazione clinica da parte dell'Istituto di epidemiologia e microbiologia Gamaleya, che ha coinvolto, si legge sul sito del ministero, «due gruppi di volontari» formati da 38 persone ciascuno. «Ora inizieremo a introdurlo gradualmente per i civili», ha spiegato Murashko, «prima di tutto al personale sanitario, poi ai lavoratori che si occupano della salute dei bambini e agli insegnanti». Già la scorsa settimana il ministro aveva anticipato la volontà di mettere in piedi una campagna di vaccinazione di massa. Dei costi, con tutta probabilità, si farà carico interamente il governo centrale. Nel corso di una conferenza stampa, il direttore del fondo sovrano russo Rdif, Kirill Dmitriev, ha dichiarato che la Russia ha già ricevuto ordini per un miliardo di dosi da parte di 20 Paesi.Le rassicurazioni di Putin e Murashko però non hanno placato le perplessità degli scienziati e dei rappresentanti delle istituzioni di tutto il mondo, insospettiti dalla velocità con la quale Mosca ha inaspettatamente tagliato il traguardo. Preoccupa in particolare l'assenza di una vera e propria «fase 3», quella cioè nella quale la sperimentazione sull'uomo viene allargata a una platea più ampia di pazienti, di norma qualche migliaia. Come si legge sul sito dell'Istituto superiore di sanità, questo step rappresenta «la fase più estensiva di tutto il processo, quella con cui ci si propone di dimostrare il vantaggio preventivo o terapeutico ascrivibile al prodotto in esame». Stando al Coronavirus vaccine tracker del New York Times, i vaccini attualmente in fase 3, e dei quali perciò si dispone di una maggiore mole di risultati sono otto, cioè quelli sviluppati da Moderna, Biontech-Pfizer-Fosun Pharma, Astrazeneca-Oxford, Wuhan institute of biological products, Sinopharm, Sinovac, Murdoch children's research institute e Cansino biologics. Non promette sconti l'Organizzazione mondiale della sanità. Secondo il portavoce dell'Oms, Tarik Jasarevic, il vaccino sviluppato in Russia dovrà passare «rigorosi esami e valutazioni di tutti i dati richiesti sulla sicurezza e sull'efficacia». Sul piede di guerra gli esperti. «Dal punto di vista tecnico-scientifico è un annuncio sconcertante», ha tuonato Walter Ricciardi intervistato dall'Huffington Post, «un vaccino realizzato in questo modo sicuramente non potrà essere commercializzato nei Paesi che, come l'Italia, seguono un protocollo ferreo». Ma in realtà, almeno a quanto si apprende dagli studi pubblicati nelle ultime settimane a seguito della conclusione della «fase 2», nemmeno le altre formulazioni sono esenti da criticità. Come già riportato su queste stesse pagine, infatti, il candidato vaccino di Moderna ha fatto registrare il 100% di reazioni avverse per i due dosaggi più alti. E anche quello realizzato da Astrazeneca e «spinto» da Ricciardi ha fatto riportare alcuni effetti collaterali (affaticamento, mal di testa e debolezza) in circa il 60% dei casi. Più cauto Isaac Bogoch, esperto canadese in malattie infettive dell'Università di Toronto: «La Russia ha scienziati straordinari, ciò che chiediamo è la trasparenza sui dati, vogliamo sapere se il vaccino è sicuro». Tradotto, al netto delle tifoserie, anche se il vaccino è di Putin può benissimo darsi che funzioni.