2019-09-24
Se la protesta fa comodo al governo lo studente può marinare la scuola
Circolare del ministero dell'Istruzione guidato da Lorenzo Fioramonti dei 5 stelle: «Giustificazioni per chi andrà alla manifestazione sul clima». Ma se i ragazzi sfilassero per la vita, non avrebbero aiutini. Può darsi che siamo un po' vecchio stile, però ci sembrava di ricordare che gli scioperi si organizzassero contro i governi e contro il potere, al fine di smuovere le istituzioni. L'idea di uno sciopero (con annessa manifestazione di piazza) benedetto da un esecutivo ci giunge nuova, e sinceramente ci inquieta pure un pochino. È un'operazione che odora di regime lontano un chilometro, ma sembra che nessuno se ne accorga. Anzi, qualcuno perfino apprezza. Il ministero dell'Istruzione guidato dal grillino Lorenzo Fioramonti ha diffuso una circolare che ha per oggetto la «partecipazione degli studenti al terzo Global strike for future sul tema dei cambiamenti climatici». «In questa settimana, dal 20 al 27 settembre», si legge nel testo, «ragazzi e ragazze di ogni Paese stanno scendendo in piazza per rivendicare un'attenzione imprescindibile al loro futuro, che è minacciato dalla devastazione ambientale e da una concezione economica dello sviluppo ormai insostenibile. L'importanza di questa mobilitazione», prosegue la circolare, «è quindi fondamentale per numerosi aspetti, a partire dalla necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti. È in gioco il bene più essenziale, cioè imparare a prenderci cura del nostro mondo».La mobilitazione «culminerà» con il grande sciopero di venerdì, «con manifestazioni pacifiche organizzate su tutto il territorio nazionale». Motivo per cui le scuole sono invitate, «pur nella loro autonomia, a considerare giustificate le assenze degli studenti occorse per la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico». Non solo: «Si invitano, inoltre, i Collegi dei docenti a valutare la possibilità che tale giornata non incida sul numero massimo delle assenze consentite dal monte ore personalizzato degli studenti, stante il valore civico che la partecipazione riveste». Insomma, i ragazzi che marineranno la scuola con la scusa di andare alla manifestazione ambientalista verranno giustificati. Il ministro Fioramonti, su Facebook, spiega di aver preso questa decisione «in accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali». A suo dire, la manifestazione verde proprio non si può disertare. Partecipare è «fondamentale». Ma certo che lo è. La sfilata organizzata dai celebratissimi piccoli attivisti «green» fa molto comodo al nuovo governo, intenzionato a rifilarci una bella stangata con la scusa dell'ecologia. I ragazzini andranno in piazza, e chiederanno a gran voce una generica tutela ambientale. Il governo provvederà a rispondere mettendo in atto misure già studiate per sottrarci denari dalle tasche. Ovviamente, gli studenti saranno ricompensati per il servizio con un giorno di vacanza: niente lezioni il 27, e giustificazione per tutti. La trovata di Fioramonti dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che l'ambientalismo modaiolo in stile Greta è diventato una delle più grandi armi di distrazione di massa in mano ai potentati dell'Occidente. I pifferai verdi attirano i piccoli con lo zuccherino ideologico, convincendoli di stare protestando per una buona causa, e contemporaneamente li sfruttano per imporre misure che andranno a danneggiarli. In sostanza, il governo sta chiedendo ai ragazzini di manifestare per chiedere più tasse che saranno i loro genitori a pagare. Strepitoso. C'è poi un altro aspetto, niente affatto secondario, di tutta la questione. Gli studenti sono incoraggiati a scendere in strada per difendere «il loro futuro». Forse, però, se in classe leggessero lo dichiarazioni e gli scritti di alcuni degli ideologi del movimento «green», si renderebbero conto che costoro non tengono in grande considerazione l'avvenire dell'umanità. Sono parecchi, per esempio, gli ambientalisti che invitano a fare meno figli (o a non farne proprio) onde evitare di mettere al mondo altri umani che danneggino piante e animali. La democratica americana Alexandria Ocasio-Cortez lo ha detto esplicitamente, proprio come il suo collega Bernie Sanders. Lo scrittore statunitense Jonathan Safran Foer lo ha messo nero su bianco in un libro che viene venduto come il manifesto dell'ondata (pseudo) ecologista, Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi (pubblicato in Italia da Guanda). Il ministro Fioramonti spinge le scuole a giustificare gli assenti proprio spiegando che essi scioperano poiché hanno a cuore «il loro futuro, che è minacciato dalla devastazione ambientale». Bene: se manifestare per garantirsi un futuro è così imprescindibile, allora ci aspettiamo che siano giustificati, da qui in avanti, tutti gli studenti che manifestano a favore della vita e contro l'eutanasia. In nome del consumo sfrenato si uccidono animali e vegetali? Beh, per la stessa ragione si ammazzano pure esseri umani, come il povero francese Vincent Lambert, mandato a morte dallo Stato in nome dell'austerità, ucciso perché mantenerlo in un letto d'ospedale costava troppo. Purtroppo, i progressisti che oggi si prodigano per le istanze ambientali non hanno lo stesso interesse per la vita umana. Anzi, alcuni di loro sarebbero molto più felici se l'uomo si estinguesse, smettendo così di infestare il globo con la sua infausta presenza. Intendiamoci: difendere l'ecosistema in cui abitiamo è sacrosanto. Ma, come spiega bene il Pedante in queste pagine, non è affatto scontato che l'obiettivo si raggiunga seguendo le indicazioni di Greta o di chi per lei. Inoltre, la lotta ambientalista non può avvenire a discapito dell'essere umano. Fateci caso: i nuovi ecologisti parlano tantissimo di «ambiente», e poco di «natura». Riferirsi alla natura significa pensare l'uomo all'interno del creato, significa riferirsi a un ordine superiore che prevede di rispettare la vita: quella del giardino che ci troviamo ad abitare e insieme la nostra, che fa parte dello stesso dono. I nostri studenti, invece, verranno premiati per manifestare contro sé stessi. Come nei migliori regimi.