2021-09-06
Lucio Malan: «Se il vaccino diventa dogma la gente perderà la fiducia»
Il senatore passato da un mese a Fdi: «Non ne contesto l'utilità, ma da solo non basta. Chiedere chiarimenti non significa essere no vax: l'obbligo è un rischio per lo Stato»Senatore Lucio Malan, new entry nel partito di Fratelli d'Italia: andiamo verso l'obbligo vaccinale, la terza dose e l'estensione del green pass. Sorpreso? «L'impressione è che Draghi, il quale doveva essere il tecnico avulso dai difetti della politica, si stia rivelando più un comunicatore che un realizzatore». Cioè?«Dice anziché fare. Nella conferenza stampa di qualche giorno fa ci è stata raccontata una storia lontana dalla vita reale. Ci è stato detto che il governo si è comportato benissimo in vista della ripartenza, ma sulle scuole e sul potenziamento del trasporto pubblico nulla è stato fatto». Le torna in mente la gestione di Giuseppe Conte? «È uno stile diverso. Conte e Casalino puntavano sul martellamento mediatico, con il piccolo trucco di creare l'attesa arrivando sempre in ritardo. Draghi magari arriva puntuale, però in sostanza il risultato è lo stesso». Il governo continua a puntare tutto sul vaccino, forte di una campagna vaccinale che procede spedita. Una sorta di nuova religione di Stato?«Sì, caratteristica delle religioni è la confessione di fede, che contiene i dogmi fondanti di un credo. In questo caso, continuare a descrivere il vaccino come unica fonte di salvezza risponde effettivamente a una confessione di fede». Invece? «La realtà è che il vaccino funziona perché riduce gli effetti gravi del virus, ma da solo non basta, come dimostrano le cifre che arrivano dal Regno Unito e da Israele. Si pretende un'adesione totale a certe verità assolute, che peraltro si evolvono continuamente». In che senso?«Quelli che oggi si esprimono in termini lapidari, “senza vaccino muori, col vaccino non muori", sono gli stessi che hanno sottovalutato il Covid, che non si aspettavano la pandemia, che facevano gli aperitivi abbracciati ai cinesi, che sostenevano l'inutilità delle mascherine. Dicevano che l'immunità di gregge si raggiunge con il 60% dei vaccinati: oggi si parla dell'80%. Dicevano che due dosi di vaccino erano più che sufficienti, oggi si lavora alla terza. È come con i telefonini: non appena compri l'ultimo modello, arriva il modello nuovo. Serve più serietà». La Lega ha già detto che sull'obbligo vaccinale voterà contro. Ma non uscirà dal governo. «Per la Lega la situazione non sarà facile. Devo ammettere che quando si governa tutti insieme, penso agli esecutivi Monti e Letta, è sempre complicato per i partiti di centrodestra far passare la propria agenda. Questo mi convince ancora di più della bontà della scelta di Giorgia Meloni di restare all'opposizione. Paradossalmente, spesso le cose che non riescono ai governi di sinistra, si materializzano quando arriva l'appoggio del centrodestra». Governo a trazione sinistra? «La sinistra sventola la bandiera delle larghe intese, ma quando le occorre cerca di imporsi a maggioranza, come nel caso del ddl Zan. Mi pare un concetto di unità nazionale a geometria variabile. Dicono di difendere l'autonomia parlamentare, ma poi accettano di gestire la pandemia tramite decreti legge governativi. Stiamo ancora aspettando che il ministro Speranza si degni di rispondere alla nostre interrogazioni parlamentari».Ma non trova che Draghi possa permettersi di tirare dritto con caparbietà per via della debolezza generale dei partiti che lo sostengono?«Effettivamente c'è il rischio che si cada nella logica del marchese del Grillo: “Io sò io, e voi non siete un…"». Entriamo nel merito dell'obbligo vaccinale. Che attualmente è applicato seriamente soltanto in Turkmenistan, Indonesia e nella Repubblica di Micronesia. «Per mesi hanno criticato Fratelli d'Italia per i rapporti con il gruppo di Visegrad. Ma forse l'Italia ha più affinità con quei Paesi che non con l'Indonesia, dove peraltro, ricordiamocelo, è in vigore la sharia». Secondo lei l'obbligo è concretamente applicabile in Italia? Gli ostacoli non sono pochi.«Più che un annuncio concreto, considero anche questo parte di una campagna di comunicazione. Parlare di obbligo si inserisce nella stessa strategia del green pass: è un modo per indurre i dubbiosi ad arrendersi al vaccino. Comunque, se davvero arriverà l'obbligo, lo Stato dovrà prendersi completamente le sue responsabilità sulle eventuali conseguenze indesiderate». Cioè? «Se entra l'obbligo nessuno dovrà più firmare liberatorie, in assenza di piena trasparenza. Quando sono stato operato al cuore ho dovuto firmare il consenso informato, ricevendo informazioni dettagliate sulle possibili conseguenze indesiderate. Attualmente per il vaccino firmiamo un consenso “non informato". Se leggiamo i dati dell'Iss notiamo che, a differenza di altri Paesi, mancano numeri chiari per fasce d'età». Una carenza informativa anche sulle cose più semplici? «Ho presentato un'interrogazione sul fatto che un numero significativo di persone accusa pericarditi e miocarditi dopo il vaccino. Forse è il caso di fornire un minimo di informazione su come si manifestano i sintomi. Forse è il caso di suggerire che se si avvertono dolori lancinanti alla spalla potrebbe non essere un problema ortopedico. A chi devo segnalare il problema? Gestire bene gli effetti avversi non è propaganda antivaccino, ma l'unico modo per operare seriamente». Come mai manca trasparenza? «Tutto è partito quando si sono proibite le autopsie. Persino nel Medioevo si praticavano: oggi sono state vietate dagli stessi che ci dicono di fidarci della scienza. E il motivo ancora non è chiaro. Questa proibizione senza senso ha impedito di comprendere tempestivamente i meccanismi della malattia, e ha fatto sì che per mesi si siano adoperate delle terapie inidonee o addirittura controproducenti». Dunque non esiste solo il vaccino? «Io ho detto sì al vaccino e non ne contesto l'utilità: ma ripeto, puntare tutto sul vaccino è fuorviante. In aggiunta devono essere sviluppate e sostenute le terapie domiciliari. Senza dimenticare l'importanza della prevenzione, che non vuol dire soltanto indossare la mascherina. Penso alla sana alimentazione, all'attività motoria, buone abitudini che riducono la possibilità di contagio. Non ne parla nessuno». Pesano interessi economici?«Non ho gli strumenti per dirlo. Ma quando leggo che alcuni virologi hanno contratti di consulenza con case farmaceutiche, il sospetto mi viene. I tamponi salivari sono accurati e meno invasivi, ma come alcuni farmaci che sono stati bocciati, forse hanno il difetto di costare poco: non c'è business».Il ministro dell'Istruzione Bianchi conferma che nelle classi totalmente vaccinate si potrà gettare via la mascherina. «Lavoro nella commissione Infanzia: ci siamo occupati per mesi del tema del bullismo, che si manifesta in centomila modi diversi. E la scelta del ministro è effettivamente un'istigazione al bullismo. Crea categorie di reietti, come in certi film sulla vita militare. Fanno finta di non sapere che nella bellissima classe scolastica “greenpassata" potranno comunque esserci dei contagi». Quello dei no vax è «una violenza odiosa e vigliacca», ha detto il premier. «Qualcuno ha dato schiaffoni a dei cronisti? Prendano i singoli violenti e li puniscano a norma di legge. Ma lo stesso metro va usato per tutti. Un governo che ha tollerato per cinque giorni la devastazione al rave party di Viterbo, con morti, stupri e droga - che certo non fa bene alla salute - non può parlare oggi con questi toni apocalittici». Doppiopesismo?«Non ho visto la stessa indignazione generale nei confronti dei no Tav, che da vent'anni bersagliano le forze dell'ordine con biglie d'acciaio. Se applicassimo gli stessi criteri, dovremmo dichiarare lo stato d'assedio». Frasi violente, purtroppo, ce ne sono su tutti i fronti…«La frase di Cazzola, che chiede di sparare sulla folla no vax, è molto vicina all'istigazione a delinquere. Faccio parte della commissione Segre contro l'intolleranza e l'odio, e confesso di aver notato un certo strabismo. In pratica esisterebbe un odio cattivo e un odio trascurabile, se non buono. Chiedere di prendere a cannonate chi manifesta contro il green pass sembra non rientrare tra i discorsi che esprimono odio. Invece appena critichi il ddl Zan partono le scomuniche». Questa logica si applica anche sul dibattito vaccinale? «Ci sono fior di vaccinati, come me, che rischiano di passare per no vax, o come “quelli che fanno il gioco dei no vax". Penso invece che tra vaccinati e non vaccinati, ci sia una grande maggioranza che chiede semplicemente di sapere qualcosa in più. Vogliono conoscere per deliberare: un principio che deve valere sia quando il cittadino è chiamato a firmare un modulo, sia quando l'aula del Senato si esprime con un voto». Il sottosegretario alla Salute Sileri sostiene che è più facile morire di Covid che di cancro. «Ecco, queste stupidaggini ottengono l'effetto opposto: questa sì, è propaganda per i no vax. Sostenere il vaccino diffondendo balle, è una sconfitta per tutti. È come se qualcuno volesse venderti un'automobile fantastica raccontandoti però che fa mille chilometri con un litro. Perdi fiducia, ti viene il dubbio che vogliano ingannarti». Che effetto le ha fatto ascoltare il ministro Gelmini, sua ex collega di partito, sostenere per prima l'obbligo vaccinale? «Ricordo sempre con nostalgia gli aerei che nell'estate del '99 sorvolavano le spiagge italiane con la scritta “Forza Italia, forza di libertà"…».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)