2020-09-09
Se i pasticci li fanno Zinga e Arcuri, procure e cronisti stanno in silenzio
La Lombardia è stata passata ai raggi X. Invece, sulle mascherine fantasma nel Lazio e sul bando da 45 milioni per gli arredi scolastici, prima affidato a un'impresa senza credenziali e poi saltato, è calata una nebbia fitta.Ma come funzionano gli appalti nella pubblica amministrazione ai tempi del Covid? Per giorni ci hanno rotto le tasche, e anche qualcos'altro, con la storia dei camici comprati in Lombardia da un'azienda di proprietà del cognato del governatore. Doveva essere una normale fornitura, per di più fatta da un'azienda specializzata in confezioni d'alta gamma e a un prezzo più basso di quello reperibile sul mercato. Ma siccome c'era di mezzo Attilio Fontana, e dunque il potenziale rischio di un conflitto d'interessi, alla fine i camici sono stati donati, senza che il Pirellone scucisse un euro. Tutto ciò non ha evitato al presidente leghista di finire nel tritacarne, con titoli da prima pagina per aver tentato di risarcire il parente con fondi suoi, regolarmente detenuti all'estero.Nel frattempo, si scopre che la Regione Lazio ha comprato da un'azienda senza storia e senza alcuna competenza nel settore, mascherine d'importazione pagandole milioni. I soldi sono stati versati in anticipo, ma i dispositivi sanitari per proteggere medici e infermieri non si sono visti. Tuttavia, nonostante ci fosse di mezzo una montagna di quattrini pubblici e dunque anche un danno per la Regione e per i contribuenti, nessuno si è dato molta pena. Né in Procura né tantomeno sulle prime pagine dei giornali. Insomma: due forniture, due misure, a riprova di come si può avere una percezione diversa delle notizie, a seconda che ci sia di mezzo un governatore di centrodestra e una giunta di centrosinistra, guidata per di più dal segretario del Pd mentre lo stesso Pd è impegnato a sostenere fino allo spasmo e al ridicolo il governo.Tuttavia, la diversità di trattamento si registra anche con la faccenda dei banchi scolastici, altra vicenda di cui La Verità si sta occupando nel silenzio generale della grande stampa. Come è noto, in vista della riapertura delle scuole il ministro Lucia Azzolina, in accordo con il super commissario con i superpoteri Domenico Arcuri, ha deciso di cambiare i banchi per garantire il giusto distanziamento sociale in aula. Che cosa c'entrino i banchi a rotelle con le misure precauzionali da adottare durante le lezioni non è chiaro, ma non è questo il punto che vogliamo segnalare. Il tema è che sulle gare per mettere seduti gli alunni è calato un segreto di Stato, custodito più gelosamente di quello di Fatima. Nonostante si tratti di soldi pubblici, i cronisti non sono riusciti a scoprire chi siano i fornitori, quali affidabilità abbiano nel settore del mobilio scolastico, quanti soldi si apprestino a incassare in barba alla tanto ventilata trasparenza della pubblica amministrazione. E però, siccome i nostri giornalisti non si danno per vinti, ecco spuntare un nome, quello di una sconosciuta società con poche migliaia di euro di capitale e nessun precedente nella costruzione di banchi e poche centinaia di migliaia di euro di fatturato. Alla guida della Nexus, questa la ragione sociale dell'azienda destinataria di un contratto da 45 milioni, c'è un tale Franco Aubry, che guarda caso, sul suo profilo Facebook, non si dichiara imprenditore nel ramo arredamento scolastico o da ufficio, ma elettricista e infatti figura in una fotografia mentre trascina uno scaldabagno. La sede legale dell'azienda che doveva riempire le nostre scuole di banchi nuovi di zecca non c'è, in compenso però, sul campanello, figurano una quarantina di aziende, come se quella fosse solo una specie di casella postale, un indirizzo e basta. Esiste anche una sede operativa, però a giudicare da quello che hanno visto i nostri inviati è una falegnameria, con un solo dipendente e pure in cassa integrazione. In pratica, tutto appare molto strano.Come nel caso delle mascherine comprate dalla Regione Lazio da un'azienda di lampadine nel periodo di massima emergenza da coronavirus, la faccenda dell'appalto dei banchi è assai oscura e meriterebbe che qualcuno facesse un po' di luce. Ma chissà perché l'illuminazione arriva solo in certi casi. E a proposito di fari accesi, finalmente si è scoperto che il famoso piano del governo contro il Covid era effettivamente nelle mani del ministro Roberto Speranza da metà febbraio, anche se il responsabile della Sanità aveva negato di averlo. Sei mesi fa, prima che le corsie degli ospedali fossero travolte dai malati, il governo conosceva gli scenari peggiori che ci attendevano, ma nonostante questo non fece nulla. Anzi, regalò le mascherine ai cinesi. Almeno su questa vicenda, c'è qualcuno che vuole aiutare gli italiani a capire perché? O dobbiamo, anche qui, rassegnarci al segreto di Stato?
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)