2024-04-22
Scurati può anche fare la vittima: «Su di me tracciato un bersaglio»
Antonio Scurati (Getty Images)
L’autore al festival di «Repubblica»: «Un gruppo neofascista ha vinto le elezioni». Caos alla Rai, Roberto Sergio: «Chiesta relazione».All’indomani dell’ondata di sdegno sulla presunta censura del monologo dello scrittore Antonio Scurati, in Rai si cercano vittime sacrificali. È lo stesso amministratore delegato Roberto Sergio a mettere le mani avanti chiarendo di non essere stato informato su cosa stava accadendo: «Ho chiesto una relazione, saranno presi provvedimenti drastici».«Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante» si legge nel comunicato Usigrai. «Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi». Insomma è il giorno delle trame e dei complotti interni ed esterni, si fanno i nomi di teste da far saltare e si ricostruiscono retroscena diretti da Palazzo Chigi. Fin qui i fatti parlano chiaro: esiste una mail interna visionata e pubblicata dalla Verità e un comunicato stampa in cui si dimostra che lo scrittore vincitore del premio Strega era stato ingaggiato a titolo gratuito e previsto tra gli ospiti del programma Chesarà... condotto da Serena Bortone. Ad oggi resta inevasa una domanda: se Scurati aveva accettato di partecipare a titolo gratuito dopo la trattativa fallita sul compenso, perché la Bortone annuncia l’annullamento del contratto? Nessuno dà spiegazioni credibili su questo passaggio e resta il sospetto fondatissimo che l’idea di non partecipare viene allo stesso scrittore in accordo con la conduttrice che dopo aver montato il caso, come previsto, quasi raddoppia lo share passando dal 3% al 4,9% di spettatori nella trasmissione di sabato sera. Adesso si cavalca l’onda. Lo scrittore viene sommerso dagli applausi a Napoli al festival «La Repubblica delle Idee» durante l’incontro «Populismo e fascismo. Mussolini oggi». Con Scurati, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari e Raffaella Scuderi. L’autore legge il monologo al quale aggiunge nuove frasi, un fuori programma. Lo fa quando parla del fascismo stragista e dice: «Non solo prima della guerra e durante la guerra, ma anche nel dopoguerra fino a tutti gli anni ‘80». Infine un immancabile: «Viva l’Italia antifascista». Dopodiché inizia il pianto greco: «È duro, faticoso, doloroso, sono un privato cittadino che legge e scrive libri e all’improvviso per aver fatto lo scrittore mi ritrovo al centro di una polemica politico-ideologica accanita, spietata e fatta di attacchi personali denigratori che mi dipingono come un profittatore, quasi come un estorsore». Poi spiega di non voler fare la vittima salvo poi dire: «Dopo che accadono delle cose arriva la paura, esci di casa e guardi a destra e sinistra. La tua vita è già cambiata». E ancora: «I giornasquadristi fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine [...] Ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c’è. Succede, è già successo». Scurati diventa passivo aggressivo quando premette di non voler vivere le cose come fatti personali, di non voler fare nomi per poi dire: «Gli avversari della democrazia liberale sono già qui, in alcuni Paesi già governano. I nemici o gli avversari della democrazia liberale non marciano su Roma, ci arrivano vincendo le elezioni. Poi erodono le basi della democrazia liberale con le riforme, a volte censurando qui o lì, ma magari attraverso una riforma costituzionale». Scurati si riferisce chiaramente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla riforma sul premierato. E poi: «Un gruppo dirigente che proviene dalla militanza neofascista ha potuto vincere le elezioni e andare al governo del nostro Paese senza mai tematizzare il suo passato neofascista». Non è solo il giorno di Scurati, tutta la sinistra si unisce nell’eterna lotta allo «spettro fascista» d’altronde la combinazione dell’avvicinarsi del 25 aprile e delle elezioni è fatale ed ecco che, dopo l’appoggio del segretario dem Elly Schlein incassato il giorno precedente, non manca di intervenire anche il leader M5s Giuseppe Conte, che sempre al festival organizzato da Repubblica dice: «Quello che è accaduto su Scurati è grave perché stiamo parlando del servizio pubblico, il dirigente ha cercato di negarlo, ma poi abbiamo un premier molto furbo e talvolta menzognero che ha pubblicato il testo accompagnato dalla denigrazione dell’autore, citando il suo compenso». Così come arriva il sostegno di Romano Prodi: «Il fatto che sia stato censurato mi preoccupa moltissimo. Viviamo in un regime? Ci sono dei segnali molto preoccupanti». Anche il collega scrittore Roberto Saviano ritorna sulla vicenda cercando di non perdere il primato di vittima che si è cucito addosso negli ultimi anni: «Quando mi hanno detto di Antonio Scurati io ho risposto: vi siete accorti soltanto adesso di ciò che sta succedendo? Ma come potete ancora lavorare in Rai?». E poi con un pizzico di invidia: «Quando hanno censurato il mio programma, Insider, in tanti sono rimasti in silenzio, pensando che era un problema mio». Ci pensa poi il vicepremier Antonio Tajani a riportare un po’ di lucidità intervenendo nella trasmissione di Rete 4 Dritto e Rovescio condotta da Paolo Del Debbio: «Il fascismo è morto 80 anni fa, si strumentalizza il 25 aprile come se il 25 aprile fosse una manifestazione di partito, di un partito contro un altro. Il 25 aprile è, come diceva Berlusconi, la festa della libertà riconquistata, non è una festa di destra, di sinistra ma degli italiani».