2024-04-10
Scuole chiuse per Ramadan: presto il divieto
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Tema sul tavolo del cdm. Giuseppe Valditara al lavoro su varie ipotesi, fra cui quella di impedire assenze autorizzate per feste religiose senza un accordo fra Stato e singole confessioni. La Cisint propone una legge sulle moschee: «Nessun obbligo per i Comuni».Vietare le chiusure scolastiche per il Ramadan? È una ipotesi ora sul tavolo del governo, dove si sta ragionando su una normativa in tal senso. A occuparsi della faccenda, per ovvie ragioni di competenza, è il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il quale, secondo quanto appreso da più fonti, avrebbe già fatto sapere ai colleghi del Consiglio dei ministri di essere al lavoro su una normativa che possa, una volta per tutte, chiarire gli spazi di manovra degli istituti scolastici. Tra le ipotesi allo studio del ministro ci sarebbe anche quella di un provvedimento per evitare che, d’ora in poi, le scuole autorizzino assenze legate a feste religiose se non in presenza di accordi tra Stato e confessioni religiose.Il tentativo, delicato ma importante, è quello di armonizzare due esigenze diverse: da una parte quella - ineludibile, in quanto sancita dalla Costituzione - di tutelare la libertà di culto; dall’altra, quella d’assicurare un regolare svolgimento delle attività didattiche, fondamentali per il percorso formativo degli studenti. Un tentativo, lo si ripete, complesso ma coerente con quanto affermato nei giorni scorsi sempre da Valditara che - a proposito della decisione dell’istituto statale Iqbal Masih di Pioltello (dove il 40% dei 1.300 studenti, tra scuola primaria e secondaria, sono musulmani), di restare chiuso oggi, giorno di termine del Ramadan - aveva detto chiaramente che «le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto».«Le scuole possono derogare al calendario scolastico per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa», aveva altresì detto il ministro, il cui monito non pare però aver sortito grandi effetti. Prova ne è quanto accaduto all’Università per stranieri di Perugia - che per il giorno della fine del Ramadan ha dichiarato la sospensione della didattica, ripromettendosi di fare lo stesso l’11 ottobre, giornata della festa ebraica di Yom Kippur - e la richiesta avanzata dall’Associazione studenti musulmani del Politecnico di Milano, che ha chiesto all’ateneo di sospendere le lezioni non solo in occasione della fine del Ramadan, ma anche per la festa di Eid al-Adha, nel mese di giugno. Anche l’Università per stranieri di Siena, guidata dal rettore Tomaso Montanari, ha deciso - a partire dalla chiusura di domani - di prestare maggiore attenzione alle festività religiose islamiche ed ebraica, ricordando di avere una «missione statutaria» nella costruzione del «multiculturalismo». Tutto questo dilagare di chiusure scolastiche in omaggio al Ramadan ha comprensibilmente colpito il governo, e con ogni evidenza l’iniziativa su cui è al lavoro Valditara mira proprio a scongiurare il ripetersi, in futuro, di simili situazioni. Ma non c’è solo il governo nazionale al lavoro per arginare l’islamizzazione del Belpaese.A Monfalcone - la città italiana con la più alta percentuale di stranieri, quasi tutti islamici - il sindaco leghista Anna Maria Cisint, reduce da settimane di scontri e diverbi con la comunità islamica locale, ha presentato un nuovo disegno di legge che, se fosse approvato, sarebbe una svolta, e non solo per la sua città. Si tratta infatti di un ddl finalizzato a far sì che non si possano imporre a un sindaco scelte che contrastino con lo strumento urbanistico per fornire siti alternativi per luoghi di preghiera. La Cisint - insieme con il suo vice e assessore alla sicurezza, Antonio Garritani e alla presenza anche degli assessori Luca Fasan, Fabio Banello e dell’avvocato Teresa Billiani - ha presentato questa normativa dopo che il Consiglio di Stato, oltre a sospendere le due sue ordinanze con cui ha chiuso due moschee cittadine (sulle quali si pronuncerà il prossimo 23 maggio), ha affermato il diritto di ogni comunità religiosa di avere un luogo per pregare, ingiungendo al Comune di trovare un accordo con la comunità islamica. Una sorta di ordine, dunque, che al battagliero sindaco leghista non è affatto andato giù. Di qui, appunto, la nuova proposta legislativa, per evidenziare - per usare le parole del primo cittadino - che «nessuno può imporre a un sindaco di fare scelte che contrastano con lo strumento urbanistico e fornire siti alternativi».Da notare come la Cisint sia arrivata a questo punto dopo la messa a disposizione, da parte della sua amministrazione, di tre siti temporanei all’aperto «idonei, agevoli e dignitosi, che rispondono pienamente alle esigenze avanzate» dalla comunità islamica. Tre soluzioni a cui però, ha fatto presente il sindaco, la comunità islamica ha replicato con «la richiesta di una struttura nella quale c’è un cantiere per la sua trasformazione in centro sportivo integrato per disabili e normodotati che sarà pronto a settembre». Il primo cittadino di Monfalcone non ha trovato pertanto altra via, per sanare questa e altre situazioni simili che dovessero venirsi a creare, di una nuova norma. La stessa strada, su un versante diverso ma non troppo, che ora intendono imboccare Valditara e il governo.