2024-03-13
La Scozia punirà chi dice che un uomo è uomo
Il primo ministro Humza Yousaf ha rispolverato una legge che allarga a dismisura il crimine di «incitamento all’odio». Da aprile sarà pericoloso affermare che i sessi sono due, o che un maschio trans non è una donna. Pure J.K. Rowling rischia l’incriminazione.Stando ai dati pubblicati dal Crown Office e dal Procurator Fiscal Service, tra il 2022 e il 2023 i cosiddetti reati di odio (hate crimes) in Scozia sono calati del 2%. E visto che sono diminuiti, nulla è più utile di una nuova legge mostruosamente severa che li persegua: se l’odio non è abbastanza manifesto bisognerà pure svolgere controlli più pervasivi per stanarlo e confermare così quanto siano feroci e intolleranti le società europee e occidentali. Ecco allora che Humza Yousaf - primo ministro scozzese di idee evidentemente progressiste, già alfiere della campagna vaccinale - ha deciso di dare una bella spinta a una legge chiamata Hate Crime Act, che rimaneva a impolverarsi dal 2021 (anno della votazione in Parlamento) ma che improvvisamente è divenuta una priorità nazionale, tanto che dal primo di aprile diventerà esecutiva. La norma prevede che vengano applicate aggravanti ad alcuni reati già esistenti, ma soprattutto introduce il crimine di incitamento all’odio. Fino ad ora, l’incitamento era previsto soltanto per i casi di razzismo, ma con la nuova legge verrà allargato notevolmente.In sostanza vengono individuate alcune «caratteristiche protette» tra cui «età, disabilità, religione, orientamento sessuale e identità transgender» su cui diverrà sostanzialmente impossibile esprimersi. Per capirsi: non sono previste punizioni solo per chi molesta o aggredisce le persone, ma anche per chi si esprime negativamente su determinate categorie. Il che pone serie questioni di libertà di espressione.Già dalla formulazione il provvedimento aveva suscitato un certo malumore fra i politici conservatori e gli attivisti per la libertà di espressione, tanto che Yousaf aveva promesso di incontrare i critici per chiarire le sue posizioni. Ma a quanto pare non ha avuto tempo. «Deve spiegare perché ha assicurato al Parlamento che si sarebbe impegnato rendendosi disponibile al dialogo con gli attivisti solo per poi ignorarli per tre anni», ha commentato con un filo di irritazione il deputato conservatore Russell Findlay. In compenso, il governo ha annunciato una bella campagna stampa utile a promuovere la nuova normativa e a spiegare che cosa siano i crimini di odio. A illustrarla ci ha pensato Siobhian Brown, una esponente dello Scottish National party che ricopre il singolare incarico di ministro per le Vittime e la sicurezza della comunità (e la formuletta dice tutto dell'ideologia che lo sottende). «Per quanti sono colpiti dall’odio e dal pregiudizio, gli effetti possono essere traumatici e cambiare la vita», ha spiegato la Brown. «Pur rispettando il diritto di ognuno alla libertà di espressione, nessuno nella nostra società dovrebbe vivere nella paura o sentirsi escluso, e il governo scozzese è impegnato a costruire comunità più sicure che vivano libere dall’odio e dai pregiudizi. Il crimine d’odio è un comportamento criminale e radicato nel pregiudizio. Può essere verbale, fisico, online o faccia a faccia. La nuova legge garantirà maggiori tutele a chi ne ha bisogno e contribuirà a gettare le basi per comprendere il tipo di comportamento che non è accettabile nella nostra società. Dobbiamo fare tutto il possibile», ha concluso, «per dare alle vittime e ai testimoni la fiducia necessaria per denunciare casi di crimini ispirati dall’odio, ed è per questo che abbiamo lanciato una nuova campagna che si basa sull’esperienza vissuta e spiega cos’è un crimine d’odio, l’impatto che ha sulle vittime e come denunciarlo».E proprio qui sta il punto, perché la spiegazione riguardante la natura del crimine di odio fornita dal governo scozzese è abbastanza vaga. Il giurista e esponente conservatore Adam Tomkins ha giustamente rimarcato un punto fondamentale: «Deve essere ampiamente compreso che - solo perché uno è offeso, ferito o turbato da qualcosa che qualcun altro ha detto su un aspetto della sua identità - ciò non significa che sia stato commesso un crimine d’odio».Non è un caso che gli analisti politici del collettivo Murray Blackburn Mackenzie abbiano ripetutamente messo in guardia dal rischio che arrivi «un diluvio» di segnalazioni di presunti crimini d’odio alla polizia. Polizia che, dal canto suo, è già abbastanza in difficoltà, tanto da aver segnalato la possibilità che - per stare dietro ai nuovi reati di odio - gli agenti dovranno sottrarre tempo al lavoro su altri reati. Proprio la condizione delle forze dell’ordine ha contribuito al rallentamento della legge negli ultimi anni. Il fatto è che per perseguire un crimine di odio bisogna appunto capire bene che cosa sia e riuscire a distinguere tra una persona che semplicemente si è offesa per una affermazione sgradita e una che è realmente vittima di un attacco. E questo, in fondo, è il vero nodo della questione, un problema gigantesco che si pone con tutte le norme sull’odio e la discriminazione. In una democrazia si dovrebbero punire le azioni e non i pensieri. Invece queste leggi tendono a colpire precisamente i pensieri e le opinioni. Il pericolo concreto è che ogni idea contraria all’ideologia dominante divenga perseguibile penalmente.Gli analisti di Murray Blackburn Mackenzie da subito hanno infilato il dito nella piaga. Ancora nel 2021 notavano come il ministro della Giustizia avesse rifiutato di affermare pubblicamente «che esistono solo due sessi». E scrivevano: «Se i rappresentanti eletti non sono disposti a difendere con fermezza il principio secondo cui non dovrebbe essere criminale, di per sé, affermare che il sesso è binario o affermare che il sesso conta per paura di essere etichettati come transfobici, è difficile vedere come i comuni cittadini scozzesi possano essere fiduciosi che questa legge li proteggerà. [...] Non è la prima volta che il governo scozzese cerca di realizzare un cambiamento sociale complesso attraverso una legislazione simbolica di alto profilo, definendo indifferenti e intransigenti coloro che nutrono preoccupazioni riguardo ai suoi effetti indesiderati». Già: se «incitare all’odio» è un reato e se affermare che i sessi sono due è considerato dal potere dominante un sintomo di transfobia o di odio per una minoranza, automaticamente dichiarare che esistono solo maschi e femmine diviene un crimine. E non si tratta affatto di una esagerazione, come dimostra il caso di J.K. Rowling. Come ha scritto Andrew Learmonth su The Herald, «la scorsa settimana, la polizia della Northumbria ha respinto una denuncia contro J.K. Rowling per aver affermato che India Willoughby, una personalità televisiva transgender, è un maschio. Ora sono state presentate denunce contro l’autrice di Harry Potter, che vive a Edimburgo, alla polizia scozzese. Potrebbe, dal lunedì di Pasquetta, essere perseguita ai sensi della legge sui crimini d’odio?».La domanda è inquietante e niente affatto peregrina, soprattutto se si considera il tipo di formazione a cui sono state sottoposte le forze dell’ordine scozzesi negli ultimi tempi. Scrive ancora Learmonth che lo scorso anno fu adottato dalla polizia una sorta di kit Lgbt+ con cui si richiedeva «agli agenti di impegnarsi a favore dell’idea di identità di genere, secondo cui una donna trans è letteralmente una donna, come verità incontestata». Questo kit «comprendeva collegamenti a un video in cui si affermava che il misgendering può causare un “vero trauma psicologico”». Ebbene, il misgendering è esattamente il «crimine» di cui viene accusata la Rowling. E se una democrazia arriva a perseguire reati del genere, viene il sospetto che abbia smesso di essere democratica.
Jose Mourinho (Getty Images)