2025-09-19
Landini lasciato solo da tutti. Persino la Uil lo molla sullo sciopero pro Palestina
Oggi la mobilitazione della Cgil, col segretario a Catania. Lunedì tocca ai sindacati di base: a rischio pure scuole e trasporti. Flotilla ferma a Portopalo per maltempo.Alla fine Maurizio Landini è rimasto con il cerino in mano. La mobilitazione per Gaza di oggi non sarà una iniziativa unitaria dei tre sindacati confederali, ma solo della Cgil. Anche la Uil, tradizionale alleata del segretario Landini, si è tirata indietro (la Cisl non aveva aderito sin dall’inizio). A fare da spalla alla Cgil, i sindacati di base con lo sciopero del 22 settembre che dovrebbe riguardare invece trasporti pubblici, scuole, università e lavoratori portuali. Per i settori infatti regolati dalla legge 146, l’astensione va proclamata con un anticipo più ampio. Landini ha reagito minimizzando lo smarcamento della Uil, con poche parole: «non vuol dire che sia contro gli altri sindacati».Il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha a sua volta smorzato i toni della sua scelta: «Non diamo mai giudizi sulle decisioni delle altre organizzazioni sindacali. Noi abbiamo deciso per una raccolta di fondi che indirizzeremo a chi oggi gestisce la chiesa di Gaza. Siamo tre organizzazioni diverse, ci sono scelte, modi e sensibilità diverse. Pensiamo che sia opportuno in questo momento fare altro per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica».Una linea simile a quella della leader della Cisl, Daniela Fumarola, che da sempre sposa la strategia di «costruire e non incendiare. Pensiamo che in questo contesto così complesso sia l’approccio più corretto. Abbiamo deciso di essere concreti avviando una raccolta fondi perché pensiamo che né i lavoratori né le imprese debbano essere penalizzati». Sullo sciopero si è espresso anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha richiamato i lavoratori al senso di responsabilità considerato il momento critico per l’economia: «È ovvio che c’è la libertà di scioperare, figuriamoci. La produzione industriale è in un momento in cui ha necessità di crescere e non di calare. Quindi, è ovvio che per noi ogni giorno di lavoro perso è sempre un problema».Oggi le categorie si fermeranno dalle 4 alle 8 ore a fine turno in tutti i settori non ricompresi dalla legge 146/90. In quelli ricompresi sono invece state convocate assemblee con i lavoratori. Nel pomeriggio saranno in programma presidi con la partecipazione di associazioni. Landini parteciperà al corteo di Catania, mentre a Roma l’appuntamento è in piazza Montecitorio.Alla vigilia della mobilitazione, Landini ha infuocato il clima con la consueta raffica di invettive contro il governo. «C’è il rischio di una svolta autoritaria, visto anche che stanno seguendo Trump, che stiamo diventando un po' una provincia dell’impero senza avere una nostra politica» ha detto il leader della Cgil a Cagliari per partecipare all’assemblea del sindacato regionale e a un corteo per Gaza. Il sindacalista si è scagliato contro l’invio di armi, invocando l’interruzione dei rapporti commerciali con lo Stato ebraico e il riconoscimento dello Stato di Palestina. «Mai come adesso siamo vicini al rischio di una guerra che si estenda e che diventi davvero una guerra mondiale». Poi, come un fiume in piena: «Si sta cancellando il diritto di un popolo di esistere con una forma di vera e propria deportazione. Credo che una cosa così sia innanzitutto inaccettabile». Secondo Landini il governo italiano e quello europeo dovrebbero «prendere una posizione molto precisa, così come fatto con la Russia quando ha aggredito l’Ucraina. Non possono esserci due pesi e due misure».Ieri si sono verificati episodi di tensione. In mattinata, sono stati bloccati nel porto di Ravenna due container di esplosivi provenienti dall’Austria e diretti ad Haifa, in Israele. Subito si sono alzate le proteste del sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni e della Compagnia dei portuali, incaricati di gestire questi container: il Tcr (Terminal Container) era d’accordo a non caricare le armi sulla nave diretta in Israele. Poi nel tardo pomeriggio l’annuncio del sindaco «che i due camion portacontainer hanno lasciato il porto». Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il Question Time al Senato in seguito a un’interrogazione presentata dal M5s, ha detto di «non saper nulla di cosa è successo» nel porto di Ravenna «perché non sono armi e munizioni italiane». Intanto ieri la Flotilla si è fermata a Portopalo, all’estremo Sud della Sicilia per le condizioni meteorologiche nel Mediterraneo e una serie di difficoltà logistiche e organizzative. Le 25 barche provenienti dalla Tunisia hanno raggiunto le 17 della missione italiana. Cinque sono infine salpate dalla Grecia e altre due stanno navigando nel canale di Sicilia. Il piano è incontrarsi in un certo punto del Mediterraneo (non è stato detto quale) e procedere insieme verso Gaza per provare a superare il blocco navale imposto da Israele. Un obiettivo in realtà quasi impossibile poiché l’esercito israeliano non consente ad alcuna imbarcazione non autorizzata nemmeno di avvicinarsi alle coste della Striscia, di cui controlla tutti i confini. Israele da anni avverte che aprire un corridoio navale «indipendente» verso Gaza significa dare un vantaggio strategico ad Hamas, che controlla la vita nella Striscia.
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.