2022-01-04
Gli scienziati litigano sulle vacanze a scuola
Prolungamento sì o no? Sarà no, ma nel comitato dei tecnici circolano posizioni diverse tra chi lo sponsorizza e chi ritiene che gli istituti non siano un rischio. Si sgretola il muro della gogna Dad per i non vaccinati, che sarebbe un disastro per le famiglie.Mascherine Ffp2: l’accordo tra il generale Francesco Paolo Figliuolo e le farmacie rivede al ribasso il prezzo del dispositivo.Lo speciale contiene due articoli.I genitori si stanno augurando che cada nel vuoto la proposta delle Regioni di mandare in Dad solo i non vaccinati, al secondo caso di contagio in classe. Sarebbe un altro colpo al diritto allo studio, l’ennesima discriminazione. Questa volta nei confronti di 3,2 milioni di bambini (circa il 90%), che per non aver fatto l’iniezione anti Covid rischiano di finire emarginati. Mentre Lega e M5s si oppongono al progetto e intendono far valere le loro ragioni nel Consiglio dei ministri previsto domani, con il governo intenzionato a non spostare il rientro in aula post festività, il governatore campano Vincenzo De Luca approfitta del panico contagi per lanciare la sua provocazione. Propone di «rinviare la riapertura» delle scuole «di venti trenta giorni per raffreddare il picco di contagio», in quanto sarebbe «una misura equilibrata e di grande utilità». Utile a che cosa lo sa solo il presidente dem, considerato il caos che una simile decisione provocherebbe nelle famiglie costrette a dividersi tra casa e lavoro per seguire i pargoli, inutilmente allontanati da una scuola in presenza. De Luca, infatti, ipotizza che l’arco di tempo verrebbe impiegato per «sviluppare, in questi giorni, la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca». Fantasticherie partenopee. Ben altri sono gli ostacoli non risolti che, a distanza di due anni impediscono lo svolgimento delle lezioni malgrado il diffondersi della variante omicron. Poche aule, sottodimensionate e non areate, rimangono ad accogliere studenti, che dovrebbero poter mantenere il distanziamento e non respirare il virus trasmesso dal compagno di banco o dall’insegnante che fa lezione senza l’ausilio di un microfono. I pochissimi test salivari, fatti solo nelle scuole sentinella, non consentono di monitorare la circolazione del Covid e la vaccinazione generalizzata è una scusa, per nascondere il nulla fatto dopo le prime ondate pandemiche, quando c’era tutto il tempo per intervenire. «Assieme a investimenti adeguati su spazi, presìdi sanitari e attrezzatura per il ricambio e la pulizia dell’aria» è invece necessaria «una procedura straordinaria d’assunzione di personale docente, molti vantano già anni d’esperienza, e Ata», sottolinea Mario Pittoni, responsabile del dipartimento istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama. «Tutti interventi che sollecitiamo dal 2020», commenta il senatore, preoccupato per «l’insufficiente numero di insegnanti titolari a disposizione in piena emergenza pandemica, che rende di fatto impraticabile lo sdoppiamento delle classi per garantire il distanziamento anti contagio». Alza la voce contro la proposta di una Dad differenziata anche l’ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ieri ha scritto in un post: «Giù le mani dai bambini». La consigliera pentastellata affida a Facebook il suo disappunto, parlando di discriminazione e di caos che si provocherebbe visto che si avrebbero «classi con due bambini su venti e decine di bambini a casa». Aggiunge che «più serio e concreto sarebbe introdurre tamponi, gratuiti, per gli studenti all’ingresso della scuola: chi è positivo torna a casa. Lo Stato dovrebbe mettere gratuitamente a disposizione il tracciamento tramite tamponi rapidi e sistemi di protezione come le mascherine Ffp2». Proprio per il rientro a scuola in sicurezza le Marche faranno il 6 gennaio una giornata di tamponi gratuiti agli alunni di elementari e medie con sintomi o con contatto diretto o sospetto Covid. In attesa che si pronunci il Consiglio dei ministri, già circolano posizioni diverse anche all’interno del Comitato tecnico scientifico sull’opportunità o meno di un prolungamento delle vacanze natalizie. Il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, non esclude che si proceda in questa direzione: «Al limite possiamo ragionare di una settimana», ha dichiarato a Repubblica. Di tutt’altro avviso è l’epidemiologo Donato Greco, secondo il quale non ha senso rinviare l’apertura. «Per il Cts la scuola non rappresenta un rischio significativo e anzi vanno attenuate alcune decisioni come quella di chiudere una classe con un solo positivo», ha fatto sapere sulla Stampa, affermando la sua contrarietà pure allo «screening con i tamponi, perché è una misura precauzionale che non ferma l’epidemia». Con simili divergenze nello stesso comitato dei tecnici, nel silenzio del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che dopo aver cambiato più volte idea adesso attende il parere degli stessi tecnici, domani forse conosceremo quali soluzioni vengono proposte per garantire a tutti il diritto allo studio. L’ipotesi di un «misto» didattica in presenza e didattica a distanza che penalizza bimbi non vaccinati, definita da Fdi «una follia discriminatoria e inaccettabile», non è ancora tramontata. Di certo, da più parti si continua a sostenere che vaccinare i bambini «è l’unica soluzione». E c’è chi guarda agli edifici scolastici con la stessa avversione che molti provano per le discoteche. «La scuola rappresenta un bacino di contagi», sostiene Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. «Se decidiamo di tenere aperte le scuole, bisognerà chiudere qualcos’altro». Dal tono usato, sembra di essere tornati a inizio pandemia.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scienziati-litigano-vacanze-scuola-2656212167.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="mascherine-ffp2-a-75-centesimi-arcuri-pago-le-farlocche-216-euro" data-post-id="2656212167" data-published-at="1641254913" data-use-pagination="False"> Mascherine Ffp2 a 75 centesimi. Arcuri pagò le farlocche 2,16 euro Accordo raggiunto. Le mascherine Ffp2, obbligatorie almeno fino alla fine dello stato di emergenza fissato per il 31 marzo 2022 costeranno 75 centesimi. Un prezzo politico ben lontano da quello propinato dal precedente commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri che le pagò ai cinesi 2,16 euro l’una. Ma tant’è, erano anche altri momenti. La struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo e le associazioni di categoria, FederFarma, AssoFarm e FarmacieUnite, d’intesa con il ministero della Salute e sentito l’Ordine dei farmacisti, hanno raggiunto l’accordo per la vendita in farmacia delle mascherine che a differenza di quelle chirurgiche, hanno un potere filtrante maggiore sia per chi le indossa che in uscita e che sono monouso. Secondo un recente studio, infatti, se sia la persona positiva a Sars Cov2 che quella non infetta indossano le mascherine Ffp2 ben aderenti, il rischio massimo di infezione dopo 20 minuti è poco più dell’uno per mille, anche a distanza ridotta. Se le mascherine vengono indossate male, la probabilità di infezione aumenta a circa il 4%. Sempre che siano verificate, e non come quelle date anche a personale medico e operatori sanitari nell’aprile 2020 dall’allora commissario straordinario Arcuri: mascherine definite «inservibili e pericolose perché non rispettano le norme». Quelle mascherine, che pure vennero date a medici e infermieri del Friuli Venezia Giulia, avevano una capacità di filtraggio tra il 26 e il 49% mentre avrebbero dovuto filtrare il 95%. La Fnomceo, nei giorni in cui i medici chiedevano dispositivi di protezione ma intanto morivano nelle corsie degli ospedali, rispedì al mittente 600.000 mascherine contenute in involucri che riportavano la dizione «maschere Ffp2 equivalenti» ma non autorizzate per l’uso sanitario. Le mascherine prodotte dalla Wenzhou huasai risultarono essere parte della commessa da 100 milioni di Ffp2 affidata il 6 aprile 2020 dalla struttura commissariale alla società di import-export cinese Wenzhou light industrial products, costate 2,16 euro l’una. Cercando su internet, come rivelava un articolo de La Verità, non si trovavano i prodotti della Wenzhou huasai, ma altri produttori che avevano partecipato alla maxi commessa che complessivamente aveva portato nelle casse della Wenzhou light 590 milioni di euro. Tra essi c’era la Anhui zhongnan air defence works le cui mascherine Ffp2 venivano commercializzate all’ingrosso attraverso un portale di e-commerce cinese con prezzi, spedizione esclusa, che spaziavano tra 0,28 centesimi di dollaro (al cambio 0,23 centesimi di euro) per quantità tra 1.000 e 99.999 e 0,18 centesimi di dollaro (pari a 0,15 centesimi di euro) per ordini superiore al milione di pezzi. La struttura commissariale aveva ricevuto 14.107.000 di mascherine Kn95 prodotte dalla Anhui zhongnan pagandole 2,16 euro l’una, consegna compresa, ma prive di certificazione Ffp2. Furono i controlli condotti dal Politecnico di Torino a bocciare la fornitura di mascherine chirurgiche e dispositivi filtranti Ffp2 e Ffp3 messa in campo dal commissario Arcuri definendola «non idonea per ottenere una certificazione». A quei tempi, otto mascherine su dieci, comprese le chirurgiche, erano da buttare eppure Arcuri si vantava di poter distribuire 12 milioni di mascherine al giorno al prezzo politico di 50 centesimi ognuna, mentre i supermercati protestavano perché il prezzo era inferiore al costo di acquisto.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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