2022-09-21
Guiderà la Consulta una fan dei figli ai gay. E una toga rischia il conflitto d’interessi
Silvana Sciarra e Marco D'Alberti (Imagoeconomica-Ansa)
Silvana Sciarra è il nuovo presidente della Corte costituzionale. Marco D’Alberti, ex consulente di Draghi, giudicherà il «suo» governo.Il famoso paradosso del controllato che diventa controllore fa il suo ingresso in pompa magna nella Corte costituzionale. Il più importante organo di garanzia costituzionale della Repubblica, infatti, ha da ieri un nuovo componente, Marco D’Alberti, e un nuovo presidente, la giuslavorista Silvana Sciarra, 74 anni, originaria di Trani, eletta con 8 voti contro i 7 ottenuti da Daria De Pretis.Poche ore prima della votazione, al Quirinale ha prestato giuramento, dinanzi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il nuovo giudice della Corte costituzionale D’Alberti, nominato del Capo dello Stato il 15 settembre 2022. D’Alberti prende il posto di Giuliano Amato. Il nuovo membro della Consulta, molto vicino a Sabino Cassese, è attualmente professore ordinario di Diritto amministrativo nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università la Sapienza di Roma ed è stato il consigliere giuridico della presidenza del Consiglio di Mario Draghi. E qui spunta il famigerato paradosso, o meglio un potenziale conflitto di interessi: la Consulta, alla fine di novembre, dovrà infatti esprimersi sulla legittimità dell’obbligo vaccinale e della sospensione dal posto di lavoro e dalla retribuzione per i sanitari inadempienti. Provvedimenti nati proprio con il governo Draghi, di cui D’Alberti, come detto, era uno dei consulenti giuridici di punta. Da qui il potenziale conflitto che pende sulla sua nomina: il controllante è stato, in realtà, il controllato.Tra le varie ordinanze che hanno rinviato il giudizio sull’obbligo della vaccinazione anti-Covid alla Consulta, ricordiamo ad esempio quella con la quale, lo scorso 16 giugno, il Tribunale amministrativo della Lombardia ha sollevato la questione di costituzionalità nella parte in cui dispone «per il periodo di sospensione dall’esercizio della professione sanitaria non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato».Tale norma, secondo il Tar, «trascura il valore della dignità umana, specie ove si consideri che la sospensione da qualunque forma di ausilio economico del dipendente non trova causa nel venir meno di requisiti di ordine morale». I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di una operatrice non vaccinata, monoreddito e con un figlio a carico, nei confronti del provvedimento con il quale l’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano l’aveva sospesa dal servizio, senza retribuzione. Il Tar ha anche accolto la richiesta della ricorrente di sollevare la questione di legittimità costituzionale della norma in questione per violazione del principio ragionevolezza di cui all’articolo 3 della Costituzione («Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese»). Anche il tribunale di Padova, come si legge su rivistalabor.it, con ordinanza del 28 aprile 2022, nell’ambito di un giudizio promosso da un portiere centralinista di una struttura sanitaria che, in mancanza di vaccinazione anti Covid-19, era stato temporaneamente sospeso dal servizio e dalla retribuzione, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge sull’obbligo vaccinale, «nella parte in cui prevedono l’obbligo vaccinale, anziché prevedere l’obbligo del lavoratore di sottoporsi indifferentemente al test molecolare, al test antigenico da eseguire in laboratorio, oppure al test antigenico rapido di ultima generazione, per la rilevazione del Covid, anche presso centri privati, ogni 72 ore nel primo caso ed ogni 48 nel secondo». Intanto, con una separata ordinanza, a conclusione del giudizio cautelare, ha accolto il ricorso del lavoratore disponendo la sua immediata riammissione in servizio. Anche il Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Sicilia, sezione giurisdizionale, con l’ordinanza del 22 marzo 2022, ha sollevato la questione di costituzionalità dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Passiamo alla nuova presidente della Consulta. Silvana Sciarra è stata eletta giudice della Consulta il 6 novembre 2014, con 630 voti su 748 votanti. Proposta dal Pd, la sua candidatura venne sostenuta anche da M5s e Forza Italia. «In tema di diritti fondamentali», si legge sul sito della Corte Costituzionale, «si segnala la pronuncia che sollecita il legislatore a tutelare i diritti dei figli in un nucleo familiare costituito da due madri». Sull’ipotesi che una maggioranza parlamentare di 2/3 possa riformare la Costituzione senza dover passare per il referendum, ieri Silvana Sciarra ha risposto: «Parto del presupposto della fiducia nelle istituzioni, non posso non averla e non posso non immaginare che, anche in una situazione con un forte maggioranza ci sarà un atteggiamento di attenzione al pluralismo. Il mio è un messaggio di fiducia e di rispetto vero le istituzioni».