2025-03-06
Si allarga la fronda contro Schlein sulle armi. Anche Giorgetti invita alla prudenza
Gentiloni promuove il progetto dell’Unione e boccia la linea critica del segretario.Rearm Europe comincia a fare i suoi effetti, ma non come dovrebbe. Per il momento ad essere armato fino ai denti è il centrosinistra italiano all’interno del quale è esplosa una battaglia interna sul tema della difesa europea dalla quale appare difficile tornare indietro. Azione da un lato e Movimento 5 Stelle dall’altro insieme ad Avs e il Partito Democratico sempre più diviso. «Domani (oggi, ndr) avremo il prevertice Socialista e sarà la sede dove discuteremo insieme, anche rispetto alle proposte avanzate da Von der Leyen su cui confermo le critiche del Partito Democratico». Ha ribadito il segretario Elly Schlein ma la bocciatura al riarmo di Von der Leyen è condivisa dall’area più di sinistra, da Andrea Orlando a Roberto Speranza. Ieri è stato il turno di Dario Franceschini: «Condivido le affermazioni di Schlein. Il piano di “riarmo” va profondamente rivisto perché non porta alla difesa comune europea ma al rafforzamento di 27 difese nazionali, peraltro finanziandolo coi fondi di coesione». Allineato anche Maurizio Landini ormai praticamente arruolato nel Pd. Il segretario della Cgil ha detto: «Davanti alle sfide e ai problemi internazionali, la priorità strategica dell’Europa non può essere la corsa al riarmo». Con Schlein anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.Paolo Gentiloni invece contesta il giudizio di Schlein. Il piano è «un primo passo, credo vada nella direzione giusta». Per l’ex-premier «è chiaro che può essere migliorato. Ma un conto è dire che va migliorato, altro dire che l’Unione europea è bellicista e guerrafondaia», alludendo alle parole di Giuseppe Conte e sulle parole di Schlein chiarisce: «È un dibattito che va avanti, ognuno dà il suo contributo». Gentiloni sottolinea che il fondo da 150 miliardi «è esattamente quello che l’Italia, governo e opposizioni, hanno chiesto in questi mesi. Un fondo comune basato su eurobond per finanziare i sistemi di difesa comune, interessa 15-20 Paesi, non tutti i 27, ma l'Italia è tra questi». E mentre Schlein ha annunciato di voler aprire un dialogo con il premier socialista spagnolo Pedro Sanchez, il gruppo S&D di cui a Bruxelles fanno parte entrambi fa sapere: «Re-Arm Eu è un punto di partenza, non di arrivo. Abbiamo bisogno di nuovi finanziamenti dedicati alla difesa europea, che rafforzino la nostra industria e salvaguardino al contempo il nostro benessere sociale». Su questa linea il vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il presidente del Copasir Lorenzo Guerini. Conte intanto, annunciando una manifestazione per sabato 5 aprile, a Roma, per dire stop alle armi ha ribadito: «È inimmaginabile che il governo italiano possa arrivare a spendere sino a 30 miliardi in armi quando invece destina solo 3 miliardi contro il caro bollette. Tutto questo non lo permetteremo». Per il leader di Azione Carlo Calenda il Pd «si è completamente grillinizzato».La formula per riarmare l’Europa voluta dal commissario Ue non piace neanche al vicepremier Matteo Salvini: «L’interesse nazionale non è probabilmente fare alcune decine di miliardi di debito per andare a comprare all’estero nuovi armamenti. Penso che l’interesse nazionale possa essere diverso, sicuramente potenziare la difesa e remunerare meglio e assumere di più forze armate e forze dell'ordine». E poi aggiunge: «Anche la semantica ha il suo peso. Tra tanti nomi che si potevano scegliere, il sistema produttivo e le famiglie tutto si potevano aspettare tranne che un mega impatto economico per riarmare l’Europa». Il nome non piace pure all’altro vicepremier, Antonio Tajani che più d’accordo con il piano però evidenzia: «Io lo chiamerei piano per la sicurezza europea». Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti invita alla cautela: «In questo momento bisogna mantenere sangue freddo e ragionare prendere i nostri impegni ma non entrare nella sindrome che in altri momenti ci hanno portato a comprare montagne di vaccini a prezzi incredibili, per poi buttarne una parte, o la stessa cosa con il gas. Questi errori clamorosi fatti da caos e confusione, dobbiamo evitarli».
(Esercito Italiano)
Si è conclusa nei giorni scorsi in Slovenia l’esercitazione internazionale «Triglav Star 2025», che per circa tre settimane ha visto impegnato un plotone del 5° Reggimento Alpini al fianco di unità spagnole, slovene e ungheresi.
L'esercitazione si è articolata in due moduli: il primo dedicato alla mobilità in ambiente montano, finalizzato ad affinare le capacità tecniche di movimento su terreni impervi e difficilmente accessibili; il secondo focalizzato sulla condotta di operazioni offensive tra unità contrapposte. L’area delle esercitazioni ha compreso l’altopiano della Jelovica, nella regione di Gorenjska, e il massiccio del Ratitovec, tra i 900 e i 1.700 metri di altitudine.
La «Triglav Star 2025» è culminata in un’esercitazione continuativa durata 72 ore, durante la quale i militari hanno affrontato condizioni meteorologiche avverse – con terreno innevato e fangoso e intense raffiche di vento in quota. Nella fase finale, il plotone italiano è stato integrato in un complesso minore multinazionale a guida spagnola. La partecipazione di numerosi Paesi dell’Alleanza Atlantica ha rappresentato un’importante occasione di confronto, favorendo lo scambio di esperienze e competenze.
La «Triglav Star 2025» si è rivelata ottima occasione di crescita, contribuendo in modo significativo a rafforzare l’integrazione e l’interoperabilità tra le forze armate dei Paesi partecipanti.
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Richard Gere con il direttore di Open Arms Oscar Camps (Getty Images)