2025-09-09
Schiaffo ad Avs: Lucano incandidabile. E De Luca prende a cannonate Fico
Regionali, campo largo nel caos. Il sindaco di Riace, condannato a 18 mesi, non potrà correre. Lui: «Regia politica». Lo Sceriffo fa a pezzi il grillino mentre loda la Meloni. E Vendola già sente le sirene romane.Sbanda alla prima curva il carrozzone delle regionali del centrosinistra. Storica figuraccia ieri in Calabria: Mimmo Lucano, in lista per il Consiglio regionale per Avs, è stato dichiarato incandidabile dalle commissioni elettorale dei Tribunali di Reggio Calabria e Cosenza. L’europarlamentare è incappato nella legge Severino: il suo nome è stato cancellato dalla lista a causa della condanna a 18 mesi per falso nel processo Xenia, relativo alla gestione dell’accoglienza di migranti a Riace. I suoi legali hanno presentato ricorso. Lucano era già stato dichiarato decaduto da sindaco di Riace il primo luglio scorso dal Tribunale civile di Locri, sempre a causa della condanna, ma è rimasto in carica in attesa dei successivi gradi di giudizio. Lucano ha polemizzato: «Mi sembra che ci sia come un filo conduttore che parte dalla questione penale, arriva alla decadenza da sindaco, e da ultimo arriva fino alla mia esclusione dalle liste. C’è una regia politica dietro questa cosa». Una bella tegola per il centrosinistra schleiniano, non l’unica in Calabria. Ha suscitato ilarità infatti la gaffe del candidato a presidente del centrosinistra, Pasquale Tridico del M5s, che nel corso della trasmissione Perfidia, su Lactv, lo scorso 29 agosto ha risposto all’accusa di essere lontano da decenni dalla Calabria affermando: «Vi posso parlare in dialetto in tutte le lingue delle tre province». In realtà le province della Calabria sono cinque: nel 1992 sono state istituite quelle di Crotone e Vibo Valentia. Il buon Pasquale evidentemente è rimasto agli anni Ottanta.Va maluccio pure in Puglia: Antonio Decaro, dopo una insopportabile manfrina, ha accettato la candidatura a presidente. Aveva posto come condizione che non si candidassero al Consiglio regionale i suoi due predecessori, Nichi Vendola e Michele Emiliano. Quest’ultimo, esponente del Pd, alla fine ha accettato di farsi da parte, anche se il personaggio lascia sempre spazio a sorprese dell’ultimo minuto. Nulla ha potuto fare invece Decaro sulla candidatura di Nichi Vendola, esponente di un altro partito, Avs, sul quale la Schlein non è riuscita (o non ha voluto) intervenire in maniera decisiva. Così sono iniziate a circolare tesi balzane del tipo: Vendola si farà un paio di anni in Consiglio regionale e poi svolazzerà in Parlamento. Il diretto interessato a precisa domanda ha risposto con una supercazzola: «La mia una candidatura di servizio, per poi andare a Roma? Per quello che mi riguarda», ha sottolineato Vendola alla Stampa, «io sono al servizio solo della mia comunità politica, della mia gente. Farò con serietà il consigliere regionale cercando di favorire la crescita di una nuova generazione, non ho ambizioni di carriera, ma non mi sono mai ritirato in un eremo: la passione politica non va mai in pensione, almeno non la mia». Se in Puglia i contrasti interni al centrosinistra vanno interpretati dal politichese, in Campania invece sono plateali e fragorosi, come è del resto nello stile di Vincenzo De Luca. Neanche 24 ore dopo l’investitura ufficiale di Roberto Fico a candidato a presidente della Campania, lo Sceriffo di Salerno, che pure ha incassato la segreteria regionale dem per il figlio Piero, ha iniziato a cannoneggiare il quartier generale del centrosinistra regionale e nazionale: «Se mi hanno invitato alla Festa dell’Unità? No. Da sempre», ha detto ieri un De Luca particolarmente in forma a L’Aria che tira, su La7, «i dirigenti nazionali del Pd mi gratificano di questa attenzione. Mai invitare il presidente di Regione più votato d’Italia del Pd, per l’amor di Dio. Anche questa volta hanno mantenuto la linea coerente della cafoneria, li ringrazio». Poi De Luca ha dato il benvenuto in campagna elettorale a Fico: «Ho ascoltato anche io questo annuncio», ha detto De Luca a proposito della presentazione di Fico a Napoli al fianco di Giuseppe Conte, «e mi sono commosso, devo dire la verità. Non ho capito bene chi era l’ufficiale d’anagrafe che ha certificato tutta sta roba. Comunico la mia commozione. Se il buongiorno si vede dal mattino, buonanotte. Perché, dalle prime dichiarazioni che ho ascoltato, mi pare che siamo di fronte a un percorso molto tormentato, almeno per quello che riguarda me». A De Luca, a quanto apprende La Verità, non è andato giù il modo col quale il Pd ha ufficializzato la candidatura di Fico: un post su Facebook, all’improvviso, sabato scorso. «Noi avevamo deciso qualche mese fa», ha aggiunto De Luca, «e devo dare atto a Giuseppe Conte di avere avuto una posizione di grande correttezza, di discutere prima dei programmi e poi dei nomi. Ho visto che c’è stata una fuga in avanti e hanno fatto tutto il contrario, cioè discutiamo prima dei nomi e, poi, se e quando capita, dei programmi. E non va bene perché questo significa politica politicante, non fatta di dignità e di serietà. Ho visto che Fico ci ha illuminato d’immenso con delle dichiarazioni ricche di banalità». Come se non bastasse, De Luca ha pure elogiato Giorgia Meloni: «Nutro grande rispetto per Giorgia Meloni», ha detto De Luca, «ha una caratteristica: quando parla si fa capire, e non è poco in Italia. Poi, viene da una lunga storia politica di militanza, all’opposto della mia collocazione, ma si è costruita da sola, e merita rispetto. Il suo limite è che è circondata da una banda di squinternati, tranne due o tre, per i quali c’è da sentirsi depressi. Questo è un problema per l’Italia». Il presidente uscente della Campania secondo alcuni potrebbe anche candidarsi al Consiglio regionale. E il centrodestra? In Veneto la candidatura del leghista Alberto Stefani prende quota ma non è scontata. «Auspichiamo», dice alla Verità un esponente di peso di Fratelli d’Italia, «che si scelga il miglior candidato possibile. Noi siamo forti dei nostri voti e del fatto di avere figure autorevoli e con esperienza che sapranno portare avanti il buon governo del centrodestra. La scelta spetta evidentemente al tavolo nazionale». E le altre regioni? Per la Puglia ci risulta in pole position il direttore di TgNorba, il giornalista Enzo Magistà; per quel che riguarda la Campania, lo sfidante di Fico dovrebbe essere un civico (si fanno i nomi del capo della Zes Giosi Romano e del rettore della Federico II Matteo Lorito). In campo anche il viceministro degli Esteri di Fdi Edmondo Cirielli.
Sergio Mattarella e Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Nella terza puntata, il Maestro Riccardo Muti affronta il tema del carisma e dell’autorevolezza per i giovani direttori. E racconta la sua esperienza in Cina, Corea e Giappone, dove le orchestre hanno «occhi di fanciullo» e sono immuni a vizi e «bieche tradizioni».