
Il progetto bandiera del Carroccio approda al Consiglio dei ministri. Entusiasta Luca Zaia: «Storia inarrestabile». Prudente Attilio Fontana. Resta il nodo parlamentare: Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati spingono per un ampio dibattito alle Camere.L'iter per l'approvazione dell'autonomia differenziata per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si sblocca: ieri è stata la giornata dell'accelerazione, anche se restano diversi nodi da sciogliere, che verranno al pettine nelle prossime settimane. Uno su tutti: appena sarà definita, la proposta del governo verrà sottoposta alle Regioni interessate, e infine le intese approderanno in Parlamento per l'ultima parola. Già: ma in che forma? Basterà un passaggio nelle commissioni competenti o sarà necessario anche una discussione in aula? È tutt'altro che un dettaglio: il solo passaggio in commissione renderebbe certamente più rapida e «blindata» l'approvazione, mentre il dibattito in Aula richiederebbe più tempo e potrebbe produrre modifiche ai testi.La decisione spetta ai presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. La seconda e la terza carica dello Stato si incontreranno e decideranno insieme il da farsi. «La centralità del Parlamento non è in discussione, il passaggio è fondamentale», dice alla Verità il presidente della Camera, che attende di incontrare la Casellati prima di rendere pubblico il suo orientamento sul merito della questione. Un tema che è tutt'altro che secondario: non è un mistero che la Lega preferirebbe di gran lunga evitare la discussione in Aula, che invece per il M5s resta la strada maestra. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando «da giurista», lo scorso marzo ha suggerito alla Casellati e a Fico una approfondita discussione in Parlamento sul tema. «Noi vogliamo una autonomia fatta bene», dice alla Verità il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Mattia Fantinati, del M5s, «relativamente al passaggio alle Camere e in quale forma, spetta a presidenti dei due rami del Parlamento decidere. Se la proposta va migliorata, è ovvio che sarebbe preferibile coinvolgere i parlamentari, che hanno il polso dei territori».Al di là di questo punto ancora da definire, nelle ultime ore, come dicevamo, l'iter per l'approvazione dell'autonomia differenziata per Lombardia, Veneto e Emilia Romagna ha avuto un'accelerazione importante: l'altro ieri il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani della Lega, «ha informato il Consiglio dei ministri», recita il comunicato di Palazzo Chigi, «sullo stato avanzato dell'iter di attuazione dell'autonomia differenziata».«Incontro di lavoro al ministero», esulta sui social il vicepremier Matteo Salvini, «con l'amico Luca Zaia: lavoro, infrastrutture, autonomia, sviluppo, Olimpiadi, futuro. Indietro non si torna. L'autonomia arriva in Cdm perché fa bene all'Italia, adesso sono tutti più convinti rispetto a qualche tempo fa». «L'autonomia», aggiunge il ministro Stefani, «è ufficialmente incardinata. Con il premier Giuseppe Conte abbiamo stabilito la road map sulle fasi finali della trattativa. Con il presidente abbiamo confermato la necessità di un passaggio preliminare alla firma del testo delle intese nelle commissioni parlamentari. Il governo ha scelto di intraprendere una fase storica per un nuovo regionalismo», aggiunge la Stefani, «che passa attraverso responsabilità, competenza e democrazia diretta». «È una bella notizia quella giunta dal ministro Stefani a seguito dell'incontro con il presidente del Consiglio, Conte», commenta il governatore del Veneto, Luca Zaia, che parla addirittura di «storia inarrestabile». «Incardinare il provvedimento in Cdm vuol dire fare uscire un testo della famosa intesa che si dovrà firmare tra il presidente del Consiglio e il presidente della Regione Veneto». Più prudente il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: «Abbiamo finito il lavoro», sottolinea Fontana, «abbiamo fatto tutto quello che era necessario fare. Adesso è soltanto una scelta politica: o il governo dice di sì o dice di no. Il resto sono sciocchezze. Ci devono dire sì o no. Se è stato dato il via libera allora nel prossimo Consiglio dei ministri si porti il documento pronto da settembre e completato a dicembre e si inizino ad affrontare i singoli punti. Si predisponga questo documento che poi dovranno sottoscrivere i singoli presidenti con il presidente del Consiglio», sottolinea Fontana, «e infine dovrà essere mandato in Parlamento».Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, del M5s, definisce «un errore che stiamo cercando di sanare, di cui io stessa mi scuso e che non si ripeterà», l'emendamento al decreto legge sulla crescita che spostava la titolarità dei fondi europei per sviluppo e coesione dal governo alle Regioni, stralciato ieri dopo una bufera di polemiche. La Lezzi respinge le accuse di aver «barattato» il via libera all'autonomia con il ritiro dell'emendamento: «Non c'è stato alcuno scambio. Sull'autonomia», dice la Lezzi, «non esiste un via libera diretto o indiretto, o c'è o non c'è. L'autonomia la stiamo rivedendo insieme ai colleghi della Lega in modo che non ci siano differenze tra Nord e Sud».«Sento tanto parlare di autonomia», chiosa il vicepremier del M5s, Luigi Di Maio, «e va bene, l'hanno chiesta i cittadini di Veneto, Lombardia, la Regione Emilia Romagna ed è nel contratto di governo. Quello che tutti dobbiamo ricordare, però, è che all'Italia tutto serve tranne un ulteriore divario tra Nord e Sud, che danneggerebbe tutti, da Bolzano a Palermo. Il punto qui è politico», sottolinea Di Maio, «e lo evidenzio senza mezzi termini: a questo Paese serve un grande piano per il Sud. E l'unico modo coerente e corretto per affrontare l'autonomia è elaborare soluzioni per il Sud, anch'esse presenti nel contratto di governo».
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.