2020-12-09
Netflix e il lockdown hanno risvegliato la passione per gli scacchi
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La regina degli scacchi (Netflix)
Il clamoroso successo di The queen's gambit, miniserie evento lanciata dal colosso dello streaming e vista da 62 milioni di utenti, ha innescato un benefico effetto a cascata sullo sport della mente: vendita di scacchiere e pezzi su del 250% e più di 12 milioni di giocatori online.In Italia ci sono 357 circoli, 20.000 tesserati che svolgono regolare attività agonistica a cui vanno aggiunti milioni di giocatori iscritti ai vari club sparsi in giro per la penisola.Lo speciale contiene due articoli.Uno dei giochi più antichi del mondo è ridiventato popolare grazie a 7 episodi di una miniserie tv. Stiamo parlando degli scacchi e di The queen's gambit, titolo semplificato in italiano in La regina degli scacchi, un'accoppiata che è risultata vincente tanto per il colosso dello streaming, quanto per tutto ciò che ruota attorno allo sport della mente, considerati i numeri da record. Dal 23 ottobre, infatti, giorno in cui Netflix ha cominciato a distribuire la miniserie televisiva drammatica statunitense creata da Scott Frank e Allan Scott con protagonista la giovane Elizabeth Harmon e basata sull'omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis, hanno cominciato a girare ad alta velocità i contatori di utenti che hanno visto le 7 puntate della serie ma anche di giocatori di scacchi, soprattutto online, a causa anche dei vari lockdown in tutto il mondo imposti dalla pandemia. Nella maggior parte dei casi chi ha appena terminato di vedere un episodio, apre una nuova scheda sul browser, digita sul motore di ricerca «scacchi online» e gioca. Non è un caso infatti che proprio in questo periodo le ricerche su Google sugli scacchi e su come giocare abbiano raggiunto il numero più alto degli ultimi 9 anni, raddoppiando rispetto all'anno precedente. In tutto il mondo si registrano circa 12 milioni di giocatori online, tanto che la più famosa piattaforma dove poter disputare incontri, chess.com, ha fatto sapere di aver visto quintuplicato il numero di nuovi giocatori. Dal sito di vendita e aste online eBay dicono che le richieste di scacchiere e pezzi sono aumentate del 250%, mentre secondo Goliath Games, produttore e distributore internazionale di giocattoli e giochi, le vendite di scacchi sono cresciute di oltre il 170%. Per quanto riguarda invece La regina degli scacchi, i numeri raccontano che la miniserie è stata vista da 62 milioni di utenti nelle prime quattro settimane di presenza del titolo sul catalogo Netflix, prima in classifica in 63 Paesi e stabilmente nella top ten in 92.Numeri alla mano è innegabile quindi che la miniserie targata Netflix abbia dato a tutto il movimento degli scacchi una spinta notevole e una boccata d'ossigeno di cui aveva un gran bisogno. Per rilanciare uno sport, perché di ciò si tratta, ci voleva una scossa mediatica che solamente un successo planetario di una miniserie poteva dare. Le avventure di Beth, interpretata magistralmente da Anya Tayolr-Joy, lo storytelling che abbraccia allo stesso tempo la vita, in un certo modo dannata, della protagonista, fatta sì di genio ma anche di sregolatezza, e le tecniche e le strategie degli scacchi, dalla mossa del gambetto di donna, da cui prende il nome la miniserie, alla difesa siciliana, hanno stimolato «vecchi» giocatori a rispolverare la scacchiera abbandonata in cantina e chi non aveva mai giocato a provare a imparare cimentandosi nelle 64 caselle bianche e nere e nei 32 pezzi tra re, regina, torri, cavalli, alfieri e pedoni. Questo ha permesso a tutto il mondo scacchistico di attingere a un nuovo e potenzialmente smisurato bacino d'utenza di giocatori Ed è così che gli scacchi, grazie a una vecchia storia, ben raccontata e diffusa in tutto il mondo, sono tornati ad avere una ribalta di un certo spessore e un'attenzione del grande pubblico, non solo quello di settore.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/scacchi-2649417681.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="gli-scacchi-in-italia" data-post-id="2649417681" data-published-at="1607533891" data-use-pagination="False"> Gli scacchi in Italia iStock In Italia ci sono 357 circoli, 20.000 tesserati che svolgono regolare attività agonistica, governati dalla Federazione scacchistica italiana, a cui vanno aggiunti milioni di giocatori iscritti ai vari club sparsi in giro per la penisola.Così come a livello globale, anche il movimento scacchistico italiano sta traendo benefici dal successo generato da The queen's gambit. Nonostante gli scacchi in Italia godano di una tradizione ultracentenaria, negli ultimi anni l'interesse mediatico e di conseguenza della gente attorno alla scacchiera si era affievolito. Chi non sapeva giocare non era in grado di appassionarsi a un gioco dalle regole apparentemente complicate e dalla lunghezza delle partite. Si faceva una gran fatica ad attrarre nuovi giocatori. A tal proposito la Federazione ha stipulato nel 2016 un prezioso accordo con il Miur e il Coni per favorire l'insegnamento degli scacchi nelle scuole durante gli orario curriculare. Questo perché la Federscacchi rientra a pieno regime come disciplina sportiva ufficialmente riconosciuta dal Coni.Federscacchi che proprio in questo anno, funestato come del resto ogni altro sport, dagli effetti del coronavirus, festeggia i 100 anni di storia dalla sua fondazione. Era il 20 settembre 1920 quando a Varese fu costituita la Federazione scacchistica italiana, anche se a dire il vero, già nel 1913 si erano creati i presupposti per la nascita dell'organo che gestisce le competizioni scacchistiche in Italia, ma lo scoppio della prima guerra mondiale ne paralizzò subito le attività. Nel 1921, invece, fu organizzato il primo campionato italiano, vinto da Davide Marotti. L'Italia ha da subito ricoperto un ruolo di primo piano a livello internazionale. Infatti, nel 1924 la Federazione italiana fu tra le fondatrici della Federazione Internazionale degli Scacchi.La prima volta in cui in Italia comparvero gli scacchi risale al X secolo. Da allora il gioco prese sempre più piede tanto che si racconta che a Pisa, tra il 18 e il 24 gennaio 1168, molte persone si recavano sull'Arno ghiacciato per giocare partite. La vera età d'oro degli scacchi in Italia, però, comincia dal 1475, anno in cui a Valencia si definirono le regole nuove e il gioco venne accettato anche dalla Chiesa sotto la gestione di Papa Leone X.
Romano Prodi e Mario Draghi (Ansa)