2024-03-27
La Sapienza assaltata dai collettivi «rossi»: scontri con la polizia. Caos anche a Genova
In azione i gruppi pro Palestina, a Roma occupato il rettorato. E la relatrice dell’Onu Francesca Albanese fomenta: a Gaza è genocidio.È stata una giornata di tensione quella di ieri a causa delle manifestazioni universitarie anti israeliane, che si sono tenute a Roma e a Genova. Iniziamo dalla Sapienza: qui un gruppo di giovani ha cercato di entrare nel rettorato, dove si stava svolgendo l’assemblea dei collettivi, che avevano precedentemente occupato l’edificio. È in questo contesto che si sono verificate delle tensioni con le forze dell’ordine, che erano schierate in assetto antisommossa. Nella circostanza, i manifestanti, che asserivano di voler conferire con la rettrice Antonella Polimeni, hanno scandito degli slogan contro Israele, contro la polizia e contro la stessa rettrice, della quale hanno chiesto le dimissioni dal comitato tecnico-scientifico della fondazione di Leonardo, Med-Or: fondazione che, secondo i collettivi, sarebbe addirittura «responsabile dell’inserimento dell’accademia nella filiera bellica».«Nel ribadire la più ferma condanna di ogni forma di violenza e di azione illegale e antidemocratica, l’ateneo è disponibile, come sempre è stato, a portare in discussione eventuali istanze della comunità studentesca, purché queste giungano in modo condiviso attraverso la propria rappresentanza negli organi e non ledano i principi democratici e i diritti e le libertà altrui», ha dichiarato la Polimeni. «La Sapienza riconosce quali strumenti di comunicazione e di decisione quelli definiti dalle leggi e dai regolamenti, informati dalle norme di convivenza civile che guidano il Paese. Lo statuto dota l’ateneo di organi decisionali composti dai rappresentanti eletti delle diverse componenti della comunità accademica, che portano negli organi la voce e le opinioni dei soggetti rappresentati», ha aggiunto. Solo nel pomeriggio è cessata l’occupazione del rettorato, mentre i collettivi della Sapienza si sono dati appuntamento al Senato accademico del 16 aprile.Tensioni significative hanno avuto luogo anche all’Università di Genova, dove il rettore, Federico Delfino, è stato contestato e insultato da alcuni studenti pro Palestina, che hanno interrotto lo svolgimento del Senato accademico. In un primo momento, era stato fatto entrare uno studente, che ha letto una lettera aperta al ministero degli Esteri, volta a chiedere l’interruzione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. Successivamente è tuttavia entrato un gruppo di studenti che hanno portato alla sospensione del Senato accademico.«Abbiamo dovuto sospendere la seduta: l’università è il luogo del dialogo ma con una parte degli studenti, da cui ho ricevuto insulti, è impossibile avere un confronto», ha dichiarato Delfino, che – secondo quanto riportato da Rainews – sarebbe stato bollato come «mostro», «genocida» e «assassino». A schierarsi con i due rettori è stato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. «Totale sostegno a Polimeni e Delfino. L’occupazione del rettorato della Sapienza e l’aggressione al rettore dell’Università di Genova sono azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica», ha affermato, per poi aggiungere: «La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all’intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno». «Interrompere qualsiasi collaborazione con Israele è figlio di un atteggiamento sbagliato da parte di quegli studenti che si rifiutano di riconoscere gli scambi accademici senza nessuna condanna ai terroristi nemici dell’Occidente e dei nostri valori. Vogliamo che nelle nostre università prevalgano i valori della pace, della libertà e del rispetto del prossimo», ha dichiarato il deputato leghista, Gianpiero Zinzi, componente della commissione Antimafia. A surriscaldare il clima sono poi arrivate, sempre ieri, le parole della relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, Francesca Albanese, che ha spiegato che «ci sono fondati motivi» per ritenere che sia «stata raggiunta la soglia che indica la commissione del crimine di genocidio contro i palestinesi come gruppo a Gaza». Alla luce della risoluzione vincolante del Consiglio di sicurezza dell’altroieri, «imploro gli Stati membri di rispettare i loro obblighi, che iniziano con l’imposizione di un embargo sulle armi e di sanzioni a Israele», ha aggiunto la relatrice, spesso contestata per la sua linea marcatamente anti Israele, tanto da aver conquistato la «notorietà» per aver definito «resistenza» le gesta di Hamas. «Dopo quasi sei mesi di implacabili e senza precedenti attacchi israeliani a Gaza, è mio solenne dovere riferire il peggio di ciò di cui l’umanità è capace e presentare le mie scoperte: “L’anatomia di un genocidio”», ha esordito Albanese citando il titolo del suo rapporto e ricordando che dal 7 ottobre Israele avrebbe ucciso oltre 32.333 palestinesi, tra cui più di 13.000 bambini. «Il numero straziante di morti, il danno irreparabile arrecato a coloro che sopravvivono, la distruzione sistematica di ogni aspetto necessario al sostentamento della vita a Gaza - dagli ospedali alle scuole, dalle case ai terreni coltivabili - e il danno particolare subito da centinaia di migliaia di bambini, donne incinte e giovani madri, questo può essere interpretato solo come prova prima facie dell’intenzione di distruggere sistematicamente i palestinesi come gruppo», ha aggiunto la Albanese nel rapporto.Il fenomeno delle proteste anti israeliane è un problema allarmante che riguarda tuttavia anche gli Usa. A ottobre, il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha ordinato alle università del suo Stato di vietare l’organizzazione Students for Justice in Palestine, accusandola di supportare Hamas.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)