2022-02-05
Sanremo 2022. Nella notte delle cover la sorpresa porta il nome di Jovanotti
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Jovanotti e Gianni Morandi (Ansa)
Vola anche la terza serata. Nessun rimpianto per l’assenza dei grandi ospiti internazionali. Dopo l’egregio Cremonini questa sera è il Ragazzo Fortunato a regalare il sogno all’Ariston.
Vola anche la terza serata. Nessun rimpianto per l’assenza dei grandi ospiti internazionali. Dopo l’egregio Cremonini questa sera è il Ragazzo Fortunato a regalare il sogno all’Ariston.Tanto tuonò che la «strana coppia» Jovanotti-Morandi vinse la serata delle cover di Sanremo 2022. Amadeus si sta rivelando un abilissimo giocatore di poker e dopo l’arrivo a sorpresa di Fiorello, lo sbanca ascolti Zalone, la performance gioiello di Cremonini, ha bluffato fino all’ultimo nascondendo l’asso pregiato. Il sodale Jova. Lui era già arrivato nel pomeriggio in città, ma intorno alla sua presenza aleggiava il mistero: era qui solo per supportare Morandi (è l’autore di Apri tutte le porte, in gara al Festival), per cantare con lui o per fare il super ospite? Alla fine, ha fatto tutte e tre le cose assieme, regalando due momenti diversi e speciali allo show. Nel primo ha duettato con il Gianni nazionale, in un bizzarro medley dei loro successi, nel secondo ha ripercorso l’amicizia che da quarant’anni lo lega ad Amadeus, tra poesia e amarcord da strapaese con Che sarà. È il trionfo dei buoni sentimenti e dei legami speciali, che prendono il sopravvento dopotre serate di ascolti boom e polemiche di ogni tipo, da Lauro che si auto-battezza alla presunta bestemmia al gioiello-cannabis della Muti. «È il festival degli amici», dice il trionfatore Jovanotti in chiave democristiana (fa subito festa dell’amicizia della Dc, diciamolo) e in perfetta linea con Ama, uno che ricerca l’armonia più che lo scontro. Ma un po’ di tensione potrebbe essere montata nel corso della serata. Chissà come l’avranno presa infatti gli altri cantanti in gara vedendosi planare sul palco un calibro da novanta come Jovanotti (per altro, come se Morandi già di suo non bastasse). La competizione ha comunquespiccato il volo, partendo da una Noemi che graffia e porta a casa una You Make Me Feel Like a Natural Woman memorabile, per passare poi a chicche come Baby one more time rifatta dall’inedita coppia Emma-Michielin, Dargen D’Amico che stravolge (bene) La bambola della Pravo e ancora Mahmood e Blanco, strepitosi con Il cielo in una stanza. Ma non mancano cover dimenticabili come Tananai che rifà A far l’amore comincia tu o il medley di Ana Mena e Rocco Hunt (perché, ma perché?). Nel complesso lo show scivola veloce e brilla anche grazie alla co-conduttrice della serata, Maria Chiara Giannetta, la star della fiction Blanca: ironica, brillante, l’attrice fa ridere in coppia con Maurizio Lastrico, poi emoziona (ma senza qualunquismi e retorica sulla diversità) quando incontra i tutor non vendenti che l’hanno aiutata nella preparazione della serie di Rai1. Un talento da tenere d’occhio.In attesa dell’ultima serata, con l’arrivo di Sabrina Ferilli, prende forma la classifica finale: per ora sono saldamente in testa Mahmood e Blanco, ma da domani tutto è esclusivamente nelle mani del pubblico equando c’è di mezzo il televoto, il ribaltone è sempre dietro l’angolo.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)