2019-01-23
Dopo l’obbligo vaccini più cari. Ma per non dirlo inventano balle
Sull'aumento dei prezzi dei vaccini la casa farmaceutica francese ci accusa di scrivere «fake news». Peccato che per farlo manipoli l'inchiesta della «Verità». La stangata del 62% è dimostrata dai numeri Aifa e non si riferisce né all'esavalente, né all'antinfluenzale.«Ognuno si difende come può», recita un verso di Renato Zero di qualche anno fa. Nel caso dell'inchiesta sull'andamento della spesa per i vaccini in Italia, a seguito dell'introduzione dell'obbligo del 2017, pubblicata la scorsa settimana su queste pagine, le reazioni sono state le più svariate. C'è chi a dispetto di un'iniziale disponibilità a pronunciarsi sul tema, si è barricato dietro un ostinato silenzio, come ha scelto di fare il ministro della Salute, Giulia Grillo. C'è chi ha provato a difendersi, come ha fatto la stessa Agenzia del farmaco. Un tentativo piuttosto blando a dire il vero, dal momento che la nota trasmessa al nostro quotidiano non solo non smentisce, ma conferma i risultati della nostra indagine.Una delle case farmaceutiche citate nel nostro articolo, invece, ha provato a passare al contrattacco. Parliamo di Sanofi Pasteur, la divisione vaccini del colosso transalpino, che venerdì scorso ha ritenuto opportuno pubblicare una nota dal titolo: «Obbligo vaccinale e costi dei vaccini: facciamo chiarezza». Precisiamo che alla nostra redazione non è mai pervenuta alcuna richiesta di rettifica, e se ci troviamo a commentare è per il solo fatto di esserci imbattuti in questo testo. «Scrive La Verità: “La spesa media per dose è più che raddoppiata". Non è così. In realtà il valore del mercato della vaccinazione esavalente si è quasi dimezzato dal 2016 al 2018 nonostante l'aumento della copertura vaccinale registrata grazie alla legge dell'obbligo che ha aiutato a raggiungere le soglie di copertura del 95% stabilite dall'Oms. Il prezzo medio dell'esavalente Sanofi Pasteur in gara ha registrato dal 2016 al 2018 una diminuzione di oltre il 10%», si legge nella nota disponibile sul sito istituzionale. Peccato che le conclusioni a cui siamo pervenuti nella nostra inchiesta, sintetizzate anche nel titolo, non facciano riferimento al solo vaccino esavalente. Come spieghiamo chiaramente nell'articolo pubblicato giovedì scorso, infatti, l'aumento del 62% esprime la differenza percentuale per costo della dose definita giornaliera (Ddd, cioè l'unità di misura internazionale che permette di confrontare i volumi e la spesa relativa ai farmaci) tra il 2016 il 2017, e fa riferimento a «tutte le tipologie vaccinali». Nessun accenno specifico, dunque, al vaccino esavalente commercializzato da Sanofi (Hexyon). Non contenta, la casa farmaceutica ha diffuso tramite i social un'infografica nella quale riporta la seguente frase virgolettata: «Vaccino esavalente: la spesa media per dose è più che raddoppiata», e appena sotto un timbro rosso: «Falso». Frase in realtà mai pubblicata su queste pagine. L'immagine è stata postata sia dall'account ufficiale della sezione italiana del produttore di vaccini (circa 18.000 follower) - ricevendo una trentina di «retweet» e altrettanti «mi piace» - sia da Daniela Poggio, capo della comunicazione di Sanofi, la quale tra l'altro non ha mancato di «taggare», tra gli altri, l'immancabile professor Roberto Burioni. Potenzialmente, dunque, decine di migliaia di persone hanno visualizzato un messaggio del tutto privo di fondamento, nel quale paradossalmente è proprio il nostro quotidiano a essere accusato di diffondere fake news. Più che animata dal desidero di fare chiarezza, tuttavia, Sanofi sembra essersi mossa in difesa dei propri interessi. D'altronde, come ha ammesso la stessa Daniela Poggio, rispondendoci via Twitter, l'esigenza di pubblicare la nota nasce dal fatto che l'esavalente Sanofi Pasteur rientra tra i dieci vaccini obbligatori. Una volta appurato ciò, abbiamo chiesto la rimozione del post, cosa che al momento non è ancora avvenuta.Anzi, visto che ci siamo, approfittiamo anche noi per mettere qualche puntino sulle «i». Dai dati forniti alla Verità dall'Aifa, la spesa totale a carico del Servizio sanitario nazionale a favore di Sanofi Pasteur è passata dai 26,8 milioni del 2016 ai 31,5 del 2017, registrando un incremento del 17,5%. Anche queste sono fake news? La casa farmaceutica, inoltre, si vanta nella nota di essersi «impegnata a bloccare i prezzi di listino dei vaccini coinvolti nell'obbligatorietà per i prossimi 4 anni», a seguito della negoziazione con Aifa. Sarebbe interessante capire se anche Sanofi Pasteur, come riferito a novembre in Senato dal direttore generale di Aifa, Luca Li Bassi, risulta nel novero delle aziende che si sono rifiutate di portare i vaccini in una classe di farmaci i cui prezzi possano essere rinegoziati dall'agenzia, con un avantuale (e notevole) risparmio di denaro pubblico.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)