2025-07-22
«Sangiuliano sbattuto sul wc a porta aperta»
Chiuse le indagini a carico di Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice che nel ruolo di amante dell’ex ministro della Cultura lo avrebbe tormentato con lo scopo di ottenere una nomina. La Procura di Roma le contesta stalking, diffamazione e lesioni.A un anno esatto dalla richiesta di chiarimenti sulle sue società che le aveva mandato il capo di gabinetto del ministero della Cultura, la Procura di Roma ha chiuso le indagini su Maria Rosaria Boccia, contestandole lo stalking, la diffamazione, le lesioni personali aggravate (in ambito di relazione affettiva e con finalità persecutorie), l’interferenza illecita nella vita privata e il falso ideologico. Quello che emerge dalle 12 pagine firmate dai pm Barbara Trotta e Giulia Guccione (il provvedimento è controfirmato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini) è un atto d’accusa che sembra ricalcare un copione da thriller sentimentale. Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, è la vittima di una vicenda che, a leggerla nelle descrizioni dei pm, somiglia più a una spirale di tormento psicologico che a un semplice scandalo privato. Un rapporto malato, di manipolazione, di messa in scena a colpi di messaggi WhatsApp e di storie di Instagram, ma anche di pressioni ossessive, di pantomime di gravidanza (come aveva svelato la Verità) e di tentativi continui (e a tratti grotteschi) di ottenere un incarico pubblico con stratagemmi da codice penale. La donna, stando alle carte, non si sarebbe fermata neanche quando il ministro ha pensato al suicidio. Né dopo averlo obbligato a cambiare vita. A mentire alla moglie. A uscire dalla scena pubblica. Ufficialmente lo hanno spinto fuori le sue dimissioni. Ma prima ancora le mani graffianti di una donna, che gli avrebbe procurato la vistosa ferita sulla fronte. Tutto sarebbe cominciato nel maggio 2024, quando la Boccia, all’epoca legata sentimentalmente al ministro, comincia a muoversi dentro e intorno al ministero della Cultura. Prima chiede una nomina fiduciaria, poi, stando alle accuse, la pretende. Dal ministro vuole sapere tutto: chi vede, con chi parla, quando parte e con chi. Vuole esserci. Sempre. Si autoproclama «consulente per i Grandi eventi». Peccato che nessuno l’abbia mai nominata. Il controllo, stando alle accuse, sarebbe stato totale: del telefono, delle mail, dei movimenti. Le richieste sarebbero diventate imposizioni. La password del cellulare, anche con «accesso da remoto». Oppure «di visionare, mediante videochiamata, l’ambiente domestico condiviso da Sangiuliano con la moglie». Il ministro, abituato a firmare contratti e protocolli, firma invece messaggi di sudditanza. Lei detta le regole: niente fede al dito e niente moglie in giro. Solo lei. E guai a sgarrare. Le visite istituzionali a Pompei? Solo in sua presenza. A Sanremo, durante una trasferta, scatta la follia. Urla. Graffi in fronte (una lesione da 9,5 centimetri). Ma soprattutto l’umiliazione di dover espletare i bisogni («lo costringeva a defecare», scrivono i pm) «con la porta aperta». Qualche giorno dopo avrebbe sottratto la fede nuziale al ministro per fargli credere che sua moglie le aveva mandato una foto dell’anello via WhatsApp. Poi, come se nulla fosse, la Boccia avrebbe chiesto la consegna della «Chiave d’oro della città di Pompei». Un omaggio istituzionale del valore di 14.823 euro, già pronto per essere consegnato al ministro. Ma lui l’aveva «promessa» a lei. E le promesse, si sa, vanno mantenute. Dalla fine di luglio 2024 la pressione si sarebbe fatta asfissiante. Se lui si rifiuta di incontrarla, lei pubblica una loro foto privata. Se lui prova a negarsi, lei minaccia di incontrare la moglie. Quando il ministro è nell’abitazione dei genitori gli avrebbe «imposto di tenere aperta telefonicamente la conversazione con lei mentre lui confessava alla moglie il tradimento». Contestualmente avrebbe «registrato il litigio, così procurandosi», secondo i pm, «notizie» sulla vita privata della coppia. Infine gli ricorda: «La vita è come un ristorante, nessuno se ne va senza pagare». Il conto per il ministro sarebbe stato salatissimo. Compreso di gravidanza annunciata e mai documentata: «L’8 agosto», scrivono i pm, faceva credere a Sangiuliano di avere avuto un malessere legato alla gravidanza e di essere andata per una visita clinica al Policlinico Gemelli, ove tuttavia non si è mai recata». Le pressioni si sarebbero moltiplicate: telefonate all’alba, messaggi minacciosi, mail con oggetto «superbabbo». Non è una fiction. È un atto giudiziario. Che racconta, con dettagli raccapriccianti, la progressiva dissoluzione di un uomo sottoposto, secondo l’accusa, a «un perdurante e grave stato di ansia e di paura», che si sarebbe sostanziato in «un dimagrimento vistoso» e «pensieri suicidi». Il culmine sarebbe arrivato quando lei ha finto di aver ottenuto la nomina ufficiale, scrivendolo su Instagram e ringraziando pubblicamente Sangiuliano. Una fake news in piena regola. Fino a quel punto si era limitata a pubblicare foto e localizzazioni false.Poi il salto di qualità: racconta ai media che è stato il ministero a pagarle le trasferte. Parte della stampa (e soprattutto dei teleconduttori progressisti) abbocca. Viene aperta un’indagine per le spese irregolari. Poi archiviata. Ma intanto la popolarità di lei cresceva e quella del ministro crollava. E quando Sangiuliano decide di troncare, lei non accetta. Contatta amici, giornalisti, trasmissioni televisive. Minaccia di rivelare «notizie sul ministro e sul governo in carica». E lo fa. In parte, «rilasciando», secondo l’accusa, «interviste nelle quali affermava che il ministro era sotto ricatto». Il 13 settembre, infine, si fotografa davanti al Santuario di Greccio, caro al ministro e alla moglie, con una didascalia che suona come un avvertimento: «Fai attenzione a come pensi e a come parli perché può trasformarsi nella profezia della tua vita». Difficile trovare una chiusura migliore di questa.
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)