2025-06-06
Salvini: «Ponte al via entro l’estate. Pure nella Cgil stanchi di Landini»
Maurizio Belpietro e Matteo Salvini (Cristian Castelnuovo=
Il ministro dei Trasporti: «Conosco delegati del sindacato rosso che non voteranno i referendum, basta con la politica dei no. Lo stop agli Euro 5? Una follia di Ursula, abbiamo già pronto un emendamento».«Conosco delegati della Cgil che domenica non andranno a votare i referendum. Non ne possono più dei no ideologici di Landini». Il pasticcino piomba sul palco del teatro Brancaccio dove Maurizio Belpietro intervista Matteo Salvini durante la convention romana «Il giorno della Verità». Sollecitato dal direttore sulla raffica di niet post-sovietici del segretario del sindacato rosso, il ministro dei Trasporti azzarda: «È contro i lavoratori e lunedì raccoglierà i frutti di questa opposizione partitica, pregiudiziale». Poi spiega: «Qualunque cosa io faccia, a lui non va bene. Dal rinnovo dei contratti sul trasporto pubblico agli investimenti sull’alta velocità, da quelli sui porti a quelli sottoterra per ridurre la dispersione idrica, le case popolari, quando i temi entrano al ministero è un no a prescindere. È un peccato».In collegamento da Lamezia Terme, Salvini si stupisce per il catenaccio preventivo a senso unico e sottolinea il ruolo surreale del principale sindacato italiano. Parlando del ponte sullo Stretto di Messina, oggetto di gastrite permanente della sinistra landiniana, aggiunge: «Ho fatto incontri in prefettura a Reggio Calabria e Messina, c’erano Confindustria, Coldiretti, Ordine degli ingegneri, i sindacati di Cisl e Uil. La Cgil era fuori a sventolare bandiere e a gridare: non vogliamo opere pubbliche. Perché? Perché Landini fa un’opposizione ideologica priva di senso».Lo scontro sul Ponte è aperto, recentemente la Cgil ha chiesto all’Unione europea di bloccare l’autorizzazione all’avvio dei lavori. Il ministro conferma che alla fine dell’estate il cantiere partirà «perché c’è grande attesa per un’opera ingegneristica unica al mondo che porterà 120.000 posti di lavoro sul territorio. E quello di Maurizio Landini è l’unico sindacato sulla faccia della Terra che si oppone a dare lavoro a muratori, artigiani, ingegneri, architetti; a un’opera che toglie traffico, inquinamento e attese di ore dei turisti. Tutto così assurdo e lui ne pagherà le conseguenze».Un tema altrettanto singolare riguarda la contraddittoria doppia sentenza di ieri della Corte di Cassazione sugli autovelox: prima ha deciso che la non omologazione dell’apparecchio è sufficiente per annullare la multa, qualche ora dopo ha emesso un’ordinanza in cui sostiene che sia necessaria anche una querela di falso contro il verbalizzante. Un caos giuridico che genera confusione, incalza Belpietro. «Lavoriamo a una soluzione», spiega Salvini. «Abbiamo chiesto agli 8.000 Comuni un censimento degli Autovelox ma non abbiamo ancora ottenuto risposta. Così nel decreto Infrastrutture ci sarà un emendamento: se gli enti locali non comunicano al ministero gli apparecchi, questi non esistono. L’autovelox deve essere uno strumento di trasparenza e sicurezza, non un modo per fare cassa a spese degli automobilisti».Sui numerosi cantieri che talvolta provocano ritardi dei treni, il ministro dei Trasporti sottolinea che «in questo periodo sulla rete ferroviaria c’è il massimo storico di cantieri aperti per recuperare le manutenzioni non fatte dai governi del passato e al tempo stesso il maggior numero di treni circolanti. Se chiudessimo parte dei cantieri, magari avrei meno attacchi da Pd e Movimento 5 stelle, ma anche una rete meno sicura ed efficiente». Altro argomento caldo è il divieto prossimo venturo (in ottobre) di circolazione delle vetture Euro5 diesel. Secondo Salvini è «una follia dell’Europa e della Commissione Von der Leyen 1 che ha approvato quella fesseria chiamata Green Deal. Ma vorrei rassicurare gli italiani: il gruppo della Lega è al lavoro per un emendamento che scongiuri il pericolo, gli italiani non dovranno lasciare in garage gli Euro 5».La conversazione è concreta, l’approccio è pragmatico e i dossier sul tavolo sono numerosi. Spicca anche quello politico, con la maggioranza che si prepara (con una certa flemma) alla scadenza delle elezioni regionali in autunno. Andranno al voto Veneto, Toscana, Campania, Puglia, Marche. Con quali scenari, soprattutto con il terzo mandato in via di estinzione? «Conto che il centrodestra, non a settimane ma a giorni, trovi la soluzione. Nelle Marche c’è un governatore uscente bravo che va riconfermato. Per il resto ogni giorno che passa per noi è un giorno perso. Pensate a quello che sta accadendo in Puglia, dove da garantista osservo l’ennesima disgrazia giudiziaria che capita al centrosinistra con richieste di arresti di assessori regionali, consiglieri, imprenditori vicini e reati pesantissimi. Dobbiamo avere l’ambizione di vincere anche in Puglia, anche in Campania, anche in Toscana, ma i candidati vanno trovati subito. Secondo me non ci sono battaglie perse».Il nodo principale rimane la roccaforte Veneto, con Luca Zaia in bilico. Dalla festa della Verità arriva forte l’indicazione del Salvini leader della Lega: «Mettere in discussione il buon governo del Veneto significa fare qualcosa che politicamente gli elettori non capirebbero. Ieri Zaia è stato definito ancora una volta il governatore più apprezzato d’Italia con Massimiliano Fedriga (sondaggio Swg, ndr); garantire lo stesso modello, la stessa squadra, lo stesso equilibrio sarebbe cosa buona e giusta. Con cinque regioni al voto, un centrodestra solido e compatto un accordo lo deve trovare».Alla fine il vicepremier si complimenta con la squadra della Verità, «un organo d’informazione che, a differenza di altri, si può permettere di criticare il governo e la coalizione senza preconcetti e con spirito costruttivo. A noi queste critiche servono, magari non esagerate con me». Il direttore non lo rassicura: «Siamo nati per raccontare ciò che gli altri non raccontano. Continueremo a farlo».
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