2019-02-05
Salvini molla i grillini sul Venezuela. «Abbiamo fatto una brutta figura»
Il leghista incontra le comunità di Caracas in Italia e scarica gli alleati: «Troppo prudenti». Poi attacca Alessandro Di Battista: «Un accordo lo si trova, ma se mi danno del rompico...». Nicolas Maduro resiste e scrive al Papa.Dietro l'intervento di Sergio Mattarella sul Venezuela c'è tutto un mondo di ambasciate e di rapporti diplomatici che si muove al di là della frattura tra Lega e 5 stelle. Gli Stati Uniti ci osservano con molta attenzione, ancor più di quanto faccia stavolta l'Unione europea. La quale ieri si è mossa in modo compatto. I big dell'Ue hanno riconosciuto ufficialmente Juan Guaidò presidente ad interim e hanno chiesto che convochi al più presto nuove elezioni. Dalla Lega, più in linea con quanto sostenuto dal resto dei Paesi Ue, si sottolinea che Nicolas Maduro sia uno degli ultimi dittatori di sinistra rimasti in giro, che governa con la forza e affama il suo popolo. L'auspicio sono «libere elezioni il prima possibile». Lo ha ribadito ieri in serata lo stesso Matteo Salvini incontrando i rappresentanti della comunità venezuelana in Italia. Incontro al termine del quale il leader leghista ha detto: «Così non stiamo facendo bella figura. Troveremo un accordo con i 5 stelle ma se mi danno del rompi co...», e concludendo che Maduro «è arrivato a fine corsa e Guaidò ha preso un incarico come previsto dalla Costituzione». In pratica la Lega prende posizione e si allinea alla visione di Donald Trump e di Mattarella. Dal lato M5s, a parlare è stato invece Alessandro Di Battista. «Ci vuole coraggio», ha detto, «a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L'Italia non è abituata a farlo. Ci siamo sempre accodati in modo vile agli esportatori di democrazia. L'Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi». Il partito ha un po' spostato la mira, diffondendo una nota che mitiga la logica. Spiegando in modo confuso che non riconoscere Guaidò non significhi sic et simpliciter appoggiare Maduro.Intanto Il dittatore venezuelano ha spiegato di aver scritto al Papa nel tentativo di trovare ancora la sponda vaticana. «Ho inviato una lettera a papa Francesco», ha detto in una intervista a Sky Tg 24, «spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto, in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo, come direzione». la lettera«Io chiedo», ha aggiunto, «al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva». Rispondendo ai giornalisti ad Abu Dhabi durante la visita del Papa, il segretario di Stato, Pietro Parolin ha confermato la notizia diffusa da Maduro. Per il primo collaboratore del Papa, che non ha voluto fare ulteriori commenti, essa «rilancia il dialogo» in Venezuela. Un dialogo che però sta diventando sempre più imbarazzante. Il Vaticano in questa partita continua a portare avanti il filone dell'amicizia tra i popoli. In realtà non sembra proprio disposto a denunciare le angherie e le violazioni perpetrate dalla dittatura chavista. Al contrario dei vescovi venezuelani, che da anni denunciano i soprusi e chiedono un intervento esterno a sostegno dei più posti e dell'alternanza democratica che probabilmente potrebbe arrivare con il passaggio del testimone tra Maduro e Guaidò. Usiamo il condizionale, perché il Paese viaggi sul filo della guerra civile e non sarà in alcun modo facile organizzare libere elezioni. Al momento solo un gruppetto di generali si è schierato contro il dittatore. La maggioranza dei rappresentanti della Guardia Nacional non ha dubbi: è sempre pronta ad opporsi persino agli aiuti umanitari provenienti da Usa e altre nazioni occidentali. Motivo per cui l'autoproclamato presidente continua a tenere i toni bassi. le dichiarazioni«Il 4 febbraio è il giorno in cui il mondo ha riconosciuto la lotta del popolo venezuelano», ha esclamato ieri Guaidò da un palco cittadino celebrando «una giornata speciale». «Grazie ai Paesi che hanno compiuto il passo formale arrivando a riconoscermi come presidente ad interim». L'Italia, «un Paese fratello» anche se non si è ancora pronunciato. Guaidò snocciola i nomi dei paesi che nelle ultime ore hanno riconosciuto il suo ruolo istituzionale. «Dalla Francia alla Germania, dal Regno Unito alla Repubblica Ceca... Il loro è il riconoscimento per i venezuelani che non hanno mai smesso di lottare», ha detto Guaidò, evidenziando che «il Parlamento europeo si era già pronunciato la scorsa settimana».Nell'ambito dell'Unione, a riconoscere Guaidò sono stati al momento Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Portogallo, Austria, Repubblica Ceca, Svezia, Finlandia, Irlanda e Lussemburgo. «L'Italia ancora non si è pronunciata, ho avuto però contatti con alcuni membri di questo governo, hanno una posizione di sostegno assoluto. Capisco che c'è una questione di governo che non ha permesso» il riconoscimento, ha concluso Guaidò. «Speriamo che l'Italia possa compiere il passo del riconoscimento. Sarei felicissimo di contare su un paese fratello come l'Italia». I contatti a cui fa riferimento Guaidò sembrano riguardare non solo la Farnesina, ma anche istituzioni dello Stato che storicamente si occupano delle relazioni in ambito energetico. Con la mossa di Mattarella i rapporti tra Usa e Italia si stringono ulteriormente. Ci sarà adesso da capire come si muoveranno le nostre aziende di Stato in vista del dopo Maduro. L'Eni è rimasta scottata in Venezuela, potrebbe ora trovare un posticino al sole.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.