2018-11-20
Salvini dà il contentino a Di Maio. Sugli inceneritori passerella M5s
Una nota dell'esecutivo parla di «soluzione condivisa e senza polemiche» sulla questione che stava agitando la maggioranza. I grillini ora cantano vittoria. Ieri siglato da Giuseppe Conte anche il protocollo per la Terra dei fuochi.Creare un problema, per far finta di risolverlo. La strategia cara ai governi della prima repubblica torna utile alla coalizione M5s-Lega: nei momenti di difficoltà di uno dei partiti di maggioranza, si monta una polemica tra alleati solo e soltanto per consentire alla forza politica in difficoltà di intestarsi il merito di averla risolta, grazie, ovviamente, alla «collaborazione» di tutti. Si spiega solo in questo modo la paradossale bufera che si è scatenata negli ultimi giorni tra i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sulla ipotesi di costruire altri quattro termovalorizzatori in Campania, da affiancare a quello di Acerra. Bufera che si è smorzata e trasformata in bonaccia improvvisamente, ieri pomeriggio, poco prima delle 14.È a quell'ora che, mentre a Caserta sta affluendo mezzo governo, la presidenza del Consiglio diffonde una nota firmata dal premier Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio: «Sulla questione rifiuti», recita il comunicato congiunto, «il governo lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche. L'obiettivo è sempre la tutela della salute e del territorio. Il contratto di governo sul tema generale dei rifiuti», aggiungono Conte, Salvini e Di Maio, «esprime un chiaro indirizzo politico amministrativo: dobbiamo lavorare per realizzare quanto prima una completa economia circolare e rendere verde il nostro sistema economico. Questo significa lavorare a difendere la cultura del riciclo e rendere i rifiuti dei prodotti, puntando alla capillare diffusione della raccolta differenziata. Il governo si impegna al contempo a gestire le criticità che nel periodo di transizione dovessero manifestarsi», concludono i tre, «affidando al ministro dell'Ambiente le proposte e la prevenzione di queste criticità per una soluzione innovativa, concreta, realizzabile».Niente inceneritori, niente termovalorizzatori, niente di niente. Le preoccupazioni di Matteo Salvini su una possibile nuova emergenza rifiuti in Campania, collegata all'imminente stop per manutenzione dell'impianto di Acerra, rientra a leggere tra le righe tra quelle «criticità che nel periodo di transizione dovessero manifestarsi». E chi le risolverà, eventualmente? Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, del M5s, fiero sostenitore del «no» ai termovalorizzatori. La «pace di Caserta» viene suggellata, poche ore dopo, dalla firma del protocollo d'intesa sulla Terra dei fuochi, che prevede nuovi strumenti per fermare i roghi tossici di rifiuti, e tutti possono dirsi felici e contenti. Proprio tutti? No: la «vittoria» di Di Maio, che in questi giorni di teatrino politico anni Ottanta ha recitato la parte del duro, mantenendo ferma la sua posizione sul «no» a nuovi termovalorizzatori, ha ricompattato il M5s intorno al suo leader, sottoposto a un vero e proprio assedio interno. Si lecca le ferite Roberto Fico, presidente della Camera e custode dell'ortodossia grillina, che sui termovalorizzatori aveva polemizzato (come del resto fa almeno un paio di volte al giorno) con Salvini, con il vero obiettivo di attaccare Di Maio, accusato di essere troppo arrendevole con l'alleato leghista. Si ritrovano con un pugno di mosche in mano anche le forze (anzi, le debolezze) di opposizione, dal Pd ai cespuglietti di sinistra, che non vedevano l'ora di approfittare del contrasto tra Lega e M5s.Matteo Salvini non si presenta alla conferenza stampa che si svolge dopo la firma del protocollo d'intesa. Sarebbe stato davvero troppo, per il leader della Lega, essere costretto a rispondere a domande del tipo: «Come mai ha cambiato idea sui termovalorizzatori in 12 ore?». Se ne va a Roma, Salvini, al quale, bisogna ammetterlo, non manca la pazienza: pur di dare un po' di ossigeno al «caro amico» Luigi Di Maio, si è accollato volontariamente una (finta) sconfitta politica, che alla Lega comunque non nuoce più di tanto, ma che, rinsaldando la leadership dello stesso Di Maio nel M5s, irrobustisce anche il governo. «Nessuna polemica e nessun mistero», precisano fonti del Viminale, «il ministro Salvini è rientrato a Roma per un impegno non rimandabile: sarà l'unico rappresentante del governo a partecipare alla cena di gala al Quirinale», con tanto di smoking, in onore dell'emiro del Qatar. Non poteva mancare. Nel merito della vicenda rifiuti», aggiungono fonti leghiste, «la volontà di rispettare il contratto va accompagnata alla necessità di rispondere ai problemi concreti e improvvisi. In questo senso, visto che a Salvini piace studiare e documentarsi, prossimamente intende recarsi a Copenaghen dove un moderno termovalorizzatore prevede una pista da sci sul tetto». Salvini lascia il campo mediatico libero a Di Maio, al premier Conte e agli esponenti di governo del M5s: il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa; il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta; il ministro del Sud, Barbara Lezzi; il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Non possiamo», dice Conte, «lavorare a impianti che non sarebbero nella direzione dello sviluppo dell'azione politica stabilita nel contratto di governo». «Questa è una grande squadra, intendo tutta la squadra di governo», gongola Di Maio, «che farà grandi cose per il Paese». Incenerita la polemica sugli inceneritori, si apre un nuovo fronte di contestazione nel M5s: ieri, 19 deputati grillini hanno inviato una mail al capogruppo M5s alla Camera, Francesco D'Uva, per segnalare le «molte criticità» del dl sicurezza che, secondo loro, «non trova, in molte sue parti, presenza nel contratto di governo» ed è, in parte, in contraddizione col programma elettorale del M5s. «Le persone che hanno firmato quella lettera», replica Di Maio, «riconoscono l'importanza per il governo del decreto sicurezza. Credo che vogliano fare un'azione di testimonianza con quegli emendamenti, ma mi aspetto lealtà al governo e alla maggioranza».
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.
Charlie Kirk (Getty Images)
Carlo III e Donald Trump a Londra (Ansa)