
Il segretario alla festa per i 40 anni della Lega, assente il vecchio leader: «Le sue telefonate aiutano a migliorare». Giuseppe Valditara: «Basta con chiusura scuole per feste non riconosciute».«Capo, Bobo, Matteo una storia ci Lega»: era il cartello esposto ieri sul balcone della storica sede del Carroccio in piazza del Podestà a Varese, dove si festeggiavano i 40 anni della Lega Lombarda. Un omaggio alle tre figure che si sono avvicendate alla guida del partito. Un messaggio di unità dopo le «bordate» di Umberto Bossi, il Capo appunto, assente ieri ma che sabato ha festeggiato e chiarito insieme ai fedelissimi che non si riconoscono nella svolta nazionale voluta dal segretario: «Alla Lega serve un nuovo leader, uno che rimetta al centro la questione settentrionale». Ma Salvini non ha polemizzato anzi, ha reso omaggio a chi quel partito lo ha fondato e a chi lo ha tenuto in piedi nel suo momento più delicato: «Io non c’ero 40 anni fa, sono del 1973 e ho fatto la prima tessera nel 1990. Ringrazio colui che tutto ha cominciato. Senza Umberto Bossi non saremmo qui e milioni di italiani non parlerebbero di libertà», aggiungendo: «E ringrazio Roberto Maroni che ha preso il testimone e ha guidato la Lega nei mesi più complicati. Io faccio il meglio delle mie possibilità da 10 anni, con anima, tempo e cuore e rischiando anche nel privato pur di portare avanti i nostri ideali. E sono contento di aver fatto crescere in questi anni una classe dirigente. Un partito che in questa mattina ha al lavoro 500 sindaci in tutta Italia». Anche a microfoni spenti nessuna risposta piccata al senatùr: «Io sono in Lega da 30 anni e sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Bossi, quindi mi servono per capire e migliorare. Può dire quello che vuole per me sono sempre consigli utili» e sull’assenza in piazza ha ammesso: «L’avevo invitato, avrà fatto altre scelte, va bene così». Sul palco insieme al leader c’erano i ministri, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il segretario lombardo, Fabrizio Cecchetti, e Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato. Tutti hanno speso parole a sostegno della leadership di Salvini. Giorgetti, in particolare, ha detto: «Ci sono state persone incredibili, capaci di interpretare il loro tempo e la loro gente che ci hanno insegnato come andare su quel terreno tortuoso. Grazie ai militanti e a Bossi, a Matteo che porta avanti questa battaglia, a Maroni che non c’è più». Ma ha anche aggiunto che i «principi di gerarchia e disciplina», «non devono diventare servilismo. Sarebbe un errore». Romeo (che potrebbe essere il prossimo segretario lombardo), invece, dopo aver detto che bisogna essere «grati» al segretario, ha aggiunto che «questa festa è l’occasione giusta per riscoprire un po’ di identità, di origini e di senso di appartenenza, bisogna soprattutto ripartire dal territorio e dai militanti cercando di ascoltarli un po’ di più». Sulla storia del partito Salvini ha parlato di «40 anni di coraggio, di lealtà, di coerenza. Parlavamo di autonomia, di onestà. La Lega ha portato modernità, innovazione e trasparenza nei palazzi del potere. Eravamo scomodi 40 anni fa, lo siamo ancora di più adesso. Se andiamo avanti insieme non ce n’è per nessuno». Quindi il vicepremier leghista ha lanciato un messaggio agli alleati in vista delle elezioni europee: «Spero in un governo di centrodestra in Europa come in Italia. A Macron preferisco la Le Pen. Il mio motto è più Italia e meno Europa». Il ministro dei Trasporti ha parlato anche della crisi in Medio Oriente e di una Lega che «ha il dovere di lavorare per la pace» e se Israele «ha il sacrosanto diritto di difendersi ed esistere, il pericolo è rappresentato dal fanatismo islamico vero pericolo del 2024». E infatti nel suo intervento, il ministro dell’Istruzione Valditara riferendosi a quanto avvenuto a Pioltello con la scuola chiusa per festa di fine Ramadan ha detto: «Non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato. Il provvedimento è in dirittura d’arrivo».
(Ansa)
Il colosso cinese offre un superbonus da 10.000 euro per i clienti che rottamano i vecchi modelli. La promozione sostiene il fatturato mentre calano gli utili e le immatricolazioni. Più forte la concorrenza dei marchi orientali che dominano il mercato.
Martha Argerich (Michela Lotti)
La leggendaria pianista argentina: «Suono troppo, ho molti dubbi e non so cosa fare del tempo che mi resta. Quest’arte però è grande come l’amore. Non può sconfiggere il male, ma ha il potere di toccare l’inconscio».
Papa Leone XIV (Ansa)
Da domani, il pellegrinaggio Lgbt a Roma con messa («profetica», dice lui) di monsignor Savino. Prevost, però, non riceverà i fedeli omosex, anche se il loro ideologo, il gesuita Martin, giura: «Prevost è come Francesco». Mentre Zuppi lo tira per la stola sui migranti.
Toni Capuozzo (Ansa)
Il giornalista Toni Capuozzo: «L’Ue è morente e la Russia che vuole invaderci è la minaccia immaginaria perfetta per risollevare i consensi».