2020-07-31
Salvini a processo: ora rischia 15 anni per aver fermato una nave delle Ong
Il Senato autorizza il procedimento contro il leghista per il caso Open Arms. L'accusa è sequestro di persona. E occhio alla legge Severino: se condannato, potrebbe decadere da parlamentare e diventare incandidabile.«Senatore Salvini, la terminologia supercazzola forse è meglio tenerla da parte». Quando la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, riprende così Salvini, che aveva appena detto di preferire «il silenzio del M5s alle supercazzole di Matteo Renzi», il voto di Palazzo Madama sull'autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega per il caso Open Arms si manifesta per quello che è: una farsa. L'immagine di Ugo Tognazzi che, nei panni del conte Lello Mascetti, va in giro per zingarate insieme agli altri protagonisti di Amici miei, aleggia su questo dibattito inutile, dal finale già scritto poche ore prima, quando Renzi ha annunciato il voto favorevole di Italia viva all'autorizzazione a procedere, aggiungendosi a M5s, Pd e Leu. Così, non c'è nessuna suspense nell'attesa del risultato: i voti a favore dell'autorizzazione a procedere sono 149, i contrari 141, un senatore è astenuto. Viene così bocciato il parere della Giunta per le immunità del Senato, che si era espressa invece contro l'autorizzazione.Salvini andrà a processo e risponderà di sequestro di persona e omissione in atti di ufficio: l'accusa del tribunale di ministri di Palermo è di avere impedito per 19 giorni, nell'agosto 2019, lo sbarco nel porto di Lampedusa di 164 migranti soccorsi dalla nave Ong Open Arms nel Mediterraneo. Salvini in aula si difende attaccando: «Sì è già capito», dice il leader della Lega, «che è un voto politico, ringrazio il governo per la sua abbondante presenza», ironizza, «non era dovuta ma ringrazio i banchi vuoti che dimostrano il rispetto per quest'aula. Ringrazio chi mi manda a processo, ci andrò a testa alta e con la schiena dritta». Ringraziamento sincero, quello di Salvini, che in cuor suo sa perfettamente che, se il processo approderà davvero in aula, ogni udienza sarà un gigantesco spot per lui e il Carroccio. «L'unico rammarico», aggiunge Salvini, «è dover spiegare a miei figli che mi processano non perché delinquente ma perché ho fatto il mio dovere. Chi vuole i porti aperti ha le mani sporche di sangue. Se c'è qualcuno che ha messo a rischio le persone», aggiunge il leader del centrodestra italiano, «è il comandante di questa nave pirata. Tanti mi dicono: Matteo hai ragione, ma l'indicazione del mio partito è diversa. Io guardo ai fatti, delle interpretazioni e dei messaggi alla Palamara non importa. Sono convinto che gran parte della magistratura sia composta da persone serie». Salvini lancia un anatema: «Quando toccherà a voi», ammonisce, «la Lega starà dalla parte delle garanzie. Vi giudicheranno i cittadini e non i tribunali, perché l'unico tribunale è quello del popolo». Al termine dell'intervento, Salvini indossa un cappello della Guardia Costiera. Alle 18 e 30, quando arriva il risultato della votazione, Salvini diffonde una nota: «Contro di me», commenta Salvini, «festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l'Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta», argomenta il leader del Carroccio, «e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso. Mi tengo stretto l'articolo 52 della Costituzione (la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: “Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra". Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari», conclude Salvini, «presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori».Gli alleati del centrodestra si stringono intorno a Salvini: «Fratelli d'Italia», dice alla Verità il capogruppo alla Camera di Fdi, Francesco Lollobrigida, «ha votato convintamente contro l'autorizzazione a procedere perché reputiamo scandaloso processare un ministro che all'epoca dei fatti ha semplicemente difeso i confini della nazione dall'immigrazione clandestina. Ha detto bene Giorgia Meloni: la sinistra impari a battere i suoi avversari nelle urne», aggiunge Lollobrigida, «se ne è capace». «Mandando a processo Salvini per il caso Open Arms», riflette la capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, «la maggioranza compie un nuovo atto, l'ennesimo, di sottomissione del Parlamento alla magistratura, certificando che la politica migratoria spetta alle procure e non al governo. Nulla di nuovo sotto il cielo delle sinistre vecchie e nuove: l'uso politico della giustizia come unico strumento», aggiunge la Bernini, «insieme al trasformismo, per sconfiggere gli avversari politici».Cosa rischia Salvini? In caso di condanna, i reati a lui contestati prevedono una pena fino a 15 anni di carcere, ma c'è un altro elemento da tenere in considerazione, quello legato alla Legge Severino, che prevede che condizione imprescindibile per correre alle elezioni per diventare deputato, senatore o parlamentare europeo, nonché per essere e restare membro del governo, sia quella di avere una fedina penale pulita, priva di una condanna, anche in primo grado, che superi i due anni di pena. Se la condanna arrivasse mentre Salvini è senatore, comporterebbe la decadenza dalla carica, come accadde nel 2013 per Silvio Berlusconi. Il Senato, lo ricordiamo, lo scorso febbraio aveva già concesso una autorizzazione a procedere contro Salvini per il caso della nave Gregoretti, mentre nel marzo 2019 aveva negato quella per il caso della Diciotti.