2023-10-10
Il capo dei rettori dà le dimissioni. E spunta un altro rimborso anomalo
Salvatore Cuzzocrea (Imagoeconomica)
Salvatore Cuzzocrea lascia l’incarico a Messina, decadendo pure dal vertice della Crui. Intanto, si scopre che ulteriori 65.000 euro chiesti al suo ateneo sono collegati a una società Usa (ora sparita) del cui cda faceva parte il prof.«Al fine di garantirvi quel clima sereno e accogliente secondo me indispensabile, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni, che formalizzerò nei modi previsti dalle attuali norme che regolano il funzionamento delle nostre Università». Con queste parole, indirizzate alla comunità accademica, travolto dallo scandalo dei rimborsi raccontato anche dalla Verità, Salvatore Cuzzocrea, presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) si è dimesso ieri pomeriggio dalla carica di rettore dell’Università di Messina. Non essendo più a capo dell’ateneo, l’accademico decadrà quindi anche dal ruolo di presidente della Crui, che dovrà nominare il successore. Alla Conferenza l’ormai ex rettore ha inviato una lettera per spiegare i motivi della sua scelta: «Sento la necessità di condividere con voi le motivazioni che mi hanno determinato a rassegnare le dimissioni dalla carica di rettore dell’Università degli studi di Messina. Ho dovuto registrare negli ultimi mesi un progressivo e sempre più violento attacco alla mia persona e all’istituzione da me rappresentata. La mia designazione quale presidente della Crui ha certamente acuito condotte e azioni finalizzate ad alterare la dialettica e il confronto all’interno dell’Istituzione Accademica investendo un terreno di facile presa mediatica». Nel suo addio alla carica di rettore Cuzzocrea ha però tenuto bassi i toni nei confronti della stampa: «Ho scelto finora di non rispondere alle accuse che mi vengono mosse attraverso gli organi di stampa non per mancanza di rispetto dell’importante e fondamentale ruolo dei giornalisti che, in forza dell’articolo 21 della Costituzione, hanno il diritto-dovere di cronaca». La settimana scorsa La Verità aveva rivelato che tra i rimborsi presentati quest’anno da Cuzzocrea all’ateneo messinese (oggetto di un esposto alla Procura di Messina, alla Corte dei conti e all’Anac) emergevano due trasferte che si incrociavano pericolosamente con impegni personali del rettore, in entrambe le occasioni occupato, negli stessi giorni, anche nella partecipazione a concorsi ippici. Poi, nei giorni scorsi, erano emersi altri rimborsi, a favore di una srl, la Divaga società agricola, che risulta di proprietà dell’accademico e della moglie, rispettivamente per 80% e per il 20%. Amministratore unico è la madre del rettore. Dal 20 gennaio di quest’anno al 28 settembre la società ha ricevuto 14 pagamenti che vanno da un minino di 600 a un massimo di 17.900 euro, per un importo complessivo di 122.300 euro. I primi segnali che il mandato del rettore fosse arrivato al capolinea in anticipo sono arrivati ieri mattina, quando in una nota congiunta le sigle sindacali, dopo aver evidenziato che «le accuse mosse attengono a fatti estremamente gravi e sicuramente competerà alla magistratura accertare eventuali responsabilità» avevano chiesto le sue dimissioni, arrivate a stretto giro, per una «scelta che deriva unicamente dal profondo rispetto che nutro per le istituzioni e per il sistema universitario italiano che ho l’onore di rappresentare e per ciascuno di voi, per la mia famiglia e per me stesso». Ma forse anche per cercare di mettere un freno alle ulteriori indiscrezioni che, ancora nelle ore precedenti, evidenziavano l’esistenza di altri rimborsi poco chiari e in odore di potenziale conflitto di interessi. Come quelli che, dal mese di gennaio al mese di luglio 2023 Cuzzocrea avrebbe ricevuto dall’ateneo messinese alla voce «altri materiali tecnico-specialistici non sanitari». Una parte degli acquisti rinvenibili sotto questa specifica voce risultano collegati (per una cifra pari a 65.000 euro) alla Salzman Capital Venture. Che, a sua volta, nel periodo tra dicembre 2021 e gennaio 2022, aveva riconosciuto alla Claritas Pharmaceuticals Inc. le licenze per lo sviluppo e la commercializzazione dei suoi prodotti basati su composto ossido nitrico R-107. Cnbc.com descrive la Claritas come «una società biotecnologica focalizzata sullo sviluppo dell’R-107 per il trattamento dei ceppi di malattia di coronavirus resistenti ai vaccini (Covid)». Ma dopo la scadenza delle licenze, della società con sede a Sant Rafael (California) presso una struttura che affitta spazi di coworking, non c’è più traccia. Il sito Internet risulta irraggiungibile e un portale americano specializzato nelle informazioni agli investitori la startup risulta «out of business». Anche se la Claritas è scomparsa dal Web, è rimasta però traccia dell’annuncio, fatto il 5 marzo 2021, dell’ingresso di Cuzzocrea nel board della società legata alla Salzman Capital citata nei rimborsi presentati dal rettore. Un incarico che, a norma di legge, avrebbe avuto bisogno di essere autorizzato dagli organi di governo dell’ateneo, che però non risulta nelle comunicazioni trasmesse annualmente dall’ormai ex rettore all’Università di Messina. Circostanza che lascia aperta la porta a un dubbio: Cuzzocrea sapeva che la piccola società aveva usato il suo nome per attrarre gli investitori?