2023-03-22
«Il nostro piano anziani: salute e socialità»
Maria Teresa Bellucci (Imagoeconomica)
Il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci: «Il disegno di legge riscrive il welfare della terza età puntando sulla promozione del benessere e sul potenziamento dell’assistenza, anche domiciliare. Più attenzione ai non autosufficienti: bisogna evitare l’isolamento».Il Ddl Anziani promette di rivedere il welfare per le persone con più di 65 anni di età. La Verità ne ha parlato con il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci.Il governo ha dato vita al ddl Anziani, Patto per la terza età. Di cosa si tratta? «Abbiamo improntato una riforma strutturale proprio in favore delle politiche per gli anziani, al fine di introdurre un nuovo welfare che sia soprattutto coerente con il bisogno che si ha, sia come protezione della salute, che di assistenza per gli anziani. Si tratta in entrambi i casi di qualcosa di necessario in Italia, a fronte di un progressivo invecchiamento della popolazione. L’Italia è infatti al primo posto in Europa per numero di anziani, al secondo posto nel mondo dopo il Giappone. E quindi è importante che si introduca in Italia un welfare in maniera tale che si possano scongiurare situazioni di isolamento e anche di solitudine in cui possono versare le persone nella terza fase della vita».Come è nato questo ddl? «Quello sulle persone in età avanzata è stato un percorso che ci ha soddisfatto in modo particolare. Abbiamo ereditato questa materia dal passato governo, ma questo esecutivo è stato in grado di redigere un testo che fosse innanzitutto approvabile dalla Ragioneria dello Stato e poi nato all’interno di un lavoro interministeriale che ha coinvolto anche le realtà del terzo settore. Come gli operatori che sono attivi in ambito di politiche di assistenza agli anziani e di promozione della loro qualità della vita. È quindi un testo che crediamo possa avere una sua solidità e che crediamo sia stato poi l’elemento che ha portato il parlamento in prima lettura al Senato a votarlo a larga maggioranza, senza neanche un voto contrario. Quindi un lavoro serio, solido, fatto di passi compiuti uno alla volta, nell’obiettivo di scrivere una delega al governo che potesse essere la migliore possibile per poi prepararci alla fase successiva che sarà quella della scrittura dei decreti legislativi».Quando potrà essere operativa la norma? «L’obiettivo è quello di andare a pubblicare il testo in Gazzetta per la fine di questo mese, dal momento che questa materia è collegata anche agli obiettivi del Pnrr. Quindi, per raggiungere quegli obiettivi, per utilizzare le risorse che vengono messe a disposizione dal Piano nazionale ripresa resilienza è necessario per noi rispettare questa scadenza e far sì che le politiche a favore degli anziani possano ricevere anche sostegno da un piano nazionale che ha risorse eccezionali».Cosa contiene in dettaglio? «Io direi che ci sono due pilastri. Il primo è quello caratterizzato dalle politiche per promuovere il benessere. L’altro, invece, è quello per affrontare uno stato di malattia o la non autosufficienza. L’obiettivo primo che ci siamo dati è quello proprio di scongiurare l’isolamento e la solitudine, che ovviamente pongono le persone nella terza parte nella loro vita in una situazione particolarmente deprimente. Tutto questo introducendo degli strumenti come i condomini solidali e la coabitazione sociale e intergenerazionale. Ma non solo, c’è anche la promozione del turismo della salute, quella dell’attività fisica e sportiva, fino alla relazione anche con gli animali d’affezione, che sappiamo avere un ruolo particolarmente importante nelle persone anziane, che ricevono conforto e compagnia. Inoltre, sono anche elemento di socializzazione con altri, quindi facilitatori dei contatti umani. Abbiamo riservato spazio anche al servizio civile, sia per sostenere il rapporto intergenerazionale che per favorire il passaggio di testimone di culture e tradizioni. Certo, oltre a questo, vi è la parte invece della promozione del benessere come risposta al trattamento di una malattia o della non autosufficienza. In questo caso, il principio guida è stato ritrovare nella casa il luogo elettivo e privilegiato delle cure. In Italia c’è infatti una difficoltà nel trovare assistenza di prossimità».Anche per evitare il sovraffollamento negli ospedali, immagino. «Una relazione del ministero della Salute aveva evidenziato come 1,3 milioni di ricoveri vengono definiti come inappropriati, rispetto ai 5 milioni totali che ci sono all’anno. In pratica, i ricoveri avvengono perché non ci sono alternative di assistenza che potrebbero essere più corrette. Per questo, è prevista anche una serie di figure professionali che possano essere tarate sul bisogno dell’anziano e che possano quindi assisterlo». Come si sta muovendo il governo per aiutare gli anziani in difficoltà economiche? «Il Patto per la terza età, così l’abbiamo chiamato, deve dialogare con altre riforme strutturali. Come, per esempio, la riforma degli strumenti per dare aiuti alla povertà, come il caso del reddito di cittadinanza, che non è stato in grado di poter aiutare i poveri. Le riforme che questo governo vuole attuare sono quelle che dialogano tra loro, che abbandonano il percorso del bonus, quindi di iniziative occasionali, temporanee, che non danno stabilità e che invece fanno sì che il welfare possa essere vicino alle persone in maniera stabile e seria. Certo, per fare questo ci vuole una intera legislatura, ovviamente non è possibile farlo con governi di 12 o 18 mesi come quelli che si sono succeduti negli ultimi dodici anni».
Vincenzo Spadafora ed Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
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