2023-10-29
Salta metà tassa sugli affitti ma restano frizioni sulla manovra
Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari (Imagoeconomica)
L’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% non toccherebbe chi dà in locazione breve un solo immobile. La maggioranza però ha due visioni sul futuro dei piccoli proprietari: lo scontro continuerà sul ddl Santanchè.Velina di governo e flash di agenzia a indicare che la bozza del testo della manovra da «versione definitiva del venerdì» diventa «versione definitiva del sabato». Domani ci sarà la riunione per la terza versione definitiva. Un rigirare di testi che ha come perno un dettaglio sostanziale. La cedolare secca sugli immobili in affitto breve al momento resta al 26% (dall’attuale 21) ma riguarderà solo chi ha in affitto più di un immobile. E quindi è proprietario almeno di tre case. Nella prima ci vive, la seconda la affitta con cedolare secca al 21 e dalla terza casa di proprietà in avanti (se locata) pagherà più tasse. Insomma, un punto di caduta rispetto alla versione di venerdì che prevedeva un perimetro più ampio per il prelievo e per precisa scelta di Palazzo Chigi rivendicata dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Il quale ha spiegato tramite agenzia di stampa che l’aggravio serve per sostenere le famiglie e gli studenti di fronte alla crisi immobiliare e alla difficoltà di reperire immobili. Una posizione la sua in linea con una buona fetta di Dna della manovra. Sostegno delle classi povere, un po’ da libretta da destra sociale, e ben poche liberalizzazioni. L’uscita di uno dei pilastri di Palazzo Chigi ha quindi cozzato con la presa di posizione di Forza Italia che anche ieri ha preferito evitare di parlare di soluzione trovata, rimandando il tutto all’appuntamento di domani quando il vertice di maggioranza dovrà trovare la quadra, la bollinatura e la soluzione per evitare emendamenti futuri in Aula. Il motivo del contendere, l’aumento del prelievo sugli affitti brevi, vale nel complesso pochi milioni di euro. Non è dunque una grossa partita finanziaria. Per questo merita un’analisi ancora più attenda. Da un lato, come accade ogni anno, le diverse anime della maggioranza spingono per norme bandiera. In modo da sostenere le rispettive compagini elettorali. Fratelli d’Italia per una sorta di redistribuzione, mentre Forza Italia in scia all’eredità di Silvio Berlusconi per interventi a favore di piccoli imprenditori e piccoli proprietari di immobili. La Lega quest’anno sembra giocare una partita a incastro. Portato a casa già nel primo round (quello del consiglio dei ministri) l’avvio del finanziamento per il ponte sullo Stretto, ha poi fatto battaglia per eliminare dal testo l’opzione pensionistica di quota 104. Venerdì ci è riuscita facendo inserire il numero di 103, anche se nella sostanza chi andrà in pensione con questa opzione si troverà penalizzato. Contento probabilmente Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, che così dovrà mettere a budget meno risorse per coprire le uscite. Trovato il suo personale punto di caduta, difficile che il partito di Matteo Salvini si metta a battagliare per gli affitti e dunque Forza Italia o troverà una terza via di uscita o spiegherà ai propri elettori che aumentare le tasse solo a chi ha più case è comunque un successo. D’altronde, Antonio Tajani, già si era esposto contro il prelievo sugli extra profitti e alla fine la tassa per la banca è diventata facoltativa. Tanto che pure Giorgetti non l’ha inserita a copertura della manovra. A complicare però il quadro ci sono anche le singole posizioni. Ieri, ad esempio, Massimo Garavaglia esponente di spicco della Lega ed esperto di temi fiscali ha cinguettato: «Solo un matto affitta a lungo termine con il rischio di non poter liberare più l’alloggio. Vanno agevolati gli affitti brevi», ha postato su X, «e semplificata la procedura di sfratto». L’esatto opposto della strada che sta percorrendo il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Non tanto in relazione alla manovra, ma al più ampio disegno di legge che mira a limitare l’attività di Airbnb e dei piccoli che affittano per pochi giorni. Il testo avrà un percorso lungo, ma di certo scatenerà due mondi contrapposti. Parte di Lega e Forza Italia dall’altro, Fratelli d’Italia dall’altro. In mezzo Federalberghi che anche ieri ha tenuto a dire la sua sul tema. «Chiediamo allo Stato di dire chiaramente da che parte sta e ci auspichiamo che voglia schierarsi senza esitazioni al fianco delle imprese che pagano le tasse producendo ricchezza e lavoro». Il riferimento è ai propri associati e di contrasto ai piccoli locatori che per proprietà transitiva sono definiti potenziali evasori. Tutto ciò lascia intendere che anche passata la manovra, ci saranno scintille tra gli alleati, almeno dentro l’Aula. Sempre ieri la Santaché ha postato sui social un messaggio dedicato al ponte del primo novembre. «Vogliamo accendere i riflettori sui nostri borghi per incentivarne lo sviluppo, pure in ambito turistico». Ciò che non ha specificato è se questi turisti dovranno andare a dormire in albergo o nelle case in affitto. In Italia sono 650.000 gli immobili offerti a uso turistico. Lo scontro è tutto qui: scegliere un mondo piuttosto che l’altro cambierà la società italiana. L’aliquota al 21 o al 26 è solo la punta dell’iceberg.
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)
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