2025-07-16
Salis studia da leader del «campo largo»: subito più imposte sulle case di Genova
Silvia Salis (Imagoeconomica)
Il primo provvedimento del sindaco di sinistra: aumentare l’Imu su 27.000 alloggi a canone concordato. Rincari medi da 190 euro.«In campagna elettorale ho pronunciato diversi sì. Ho parlato di infrastrutture sociali, perché in una città bisogna occuparsi sempre dell’alto, dei grandi progetti e dello sviluppo, ma non bisogna mai essere troppo distanti dalla quotidianità delle persone, perché è quella che poi conta quando si va a votare. Conta come i cittadini trovano la città, se i loro anziani sono assistiti, se i bambini trovano un posto nell’asilo, se il marciapiede è pulito e se la strada è illuminata». Così parlava Silvia Salis poco più di un mese fa. Era fine maggio, le prime dichiarazioni a caldo, post conquista di Genova. Il nuovo sindaco forte del successo al primo turno (sconfitto il candidato di centro-destra Pietro Piciocchi) e della formula tanto cara ai progressisti, quel campo larghissimo (Partito Democratico più Movimento 5 Stelle più Alleanza Verdi e Sinistra più Italia Viva più Azione) che nei sogni della Schlein dovrebbe portare l’opposizione al governo, gongolava. E ripeteva a memoria tanti slogan cari alla sinistra. Dal welfare, fino all’assistenza agli anziani e alle infrastrutture sociali non si era fatta mancare nulla.Neanche il tempo di insediarsi a Palazzo Tursi e l’ex martellista olimpica si è scontrata con la realtà. Una realtà che parla di conti che non tornano e della necessità di raschiare il fondo del barile per trovare risorse. C’è da coprire un disavanzo da 50 milioni. E cosa fa la nuova stella della sinistra? Semplice. Aumenta l’Imu su circa 27.000 alloggi dati in affitto a canone concordato, portando l’aliquota 2025 dallo 0,78 all’1,06. Una mazzata sulle fasce medio-basse della popolazione. L’incasso? Si attendono maggiori entrate per circa di 5,3 milioni di euro che secondo il vicesindaco Alessandro Terrile provocherà un incremento medio dell’imposizione sulla casa pari a 190 euro all’anno ad abitazione. I soldi non basteranno a coprire il buco, ma sono sufficienti a far fare una figuraccia all’ex vicepresidente vicaria del Coni. Ma come, proprio lei che rivendicava la necessità di restare vicini ai bisogni della «gente» si presenta ai genovesi (al suo primo atto) aumentando le imposte sulle abitazioni che vengono locate a prezzi inferiori a quelli di mercato per venire incontro alle necessità della classi meno agiate?Furenti le associazioni dei piccoli proprietari. L’Ape Confedilizia definisce la manovra «un pessimo esordio» e annuncia che diserterà l’incontro col Comune. Va all’arrembaggio l’opposizione che si scaglia contro le solite ipocrisie della sinistra. «È una scelta», sottolineano alcuni consiglieri comunali tra i quali spicca lo sfidante della Salis, Pietro Piciocchi, «che, pur interessando un’ampia platea di contribuenti, produrrà un gettito piuttosto modesto. Inoltre, rischia di spingere molti proprietari a preferire gli affitti brevi, decisamente più redditizi: un paradosso, considerando che la sinistra ha impostato tutta la propria campagna elettorale proprio sul tema della casa e contro gli affitti brevi [...] Questa giunta decide di applicare le solite ricette ipocrite della peggiore sinistra: nuove tasse». La Salis arranca. Si scusa, ma neanche tanto, e alla fine mette una toppa che è peggio del buco: «C’è uno sbilancio di 50 milioni come abbiamo detto quando ci siamo insediati. Quando sono arrivata ho trovato uno sciopero delle nostre maestre dei servizi 0-6 perché comunque vivono e lavorano in condizioni inaccettabili. Noi siamo andati avanti sul tema dei servizi: delle scuole, del sociale, dei servizi per persone con disabilità. Chiaramente abbiamo trovato 26 milioni aggiuntivi, però capisco che queste sono manovre che lasciano insoddisfatti. Ci siamo uniformate a quello che è successo a Milano, Napoli e Palermo, quindi non abbiamo fatto diciamo niente di straordinario». Neanche la forza dell’originalità e dell’assunzione di responsabilità. Il primo cittadino che ha impostato tutta la sua campagna elettorale sulla necessità di stare vicini ai più deboli sceglie di alzare le tasse sulla case date in locazione a chi più ne ha bisogno, e per spiegarlo ai cittadini si rifugia dietro alla retorica del così fan tutti. Con la chicca finale dell’attacco al governo: «Volendo», continua la Salis, «si può fare una scelta come sta facendo il governo di tagliare quelli che sono i servizi e vediamo cosa succede nella sanità. La verità è che così facendo piano piano non te ne accorgi e ti vengono sfilati i servizi. Questa manovra è stata necessaria. È ovvio che non è una notizia che fa piacere dare. Non è che l’abbiamo fatto a cuor leggero, ma i milioni da trovare sono tantissimi».Più che una scusa, suona tanto come un avvertimento. Occhio genovesi, che le brutte sono appena iniziate.
Sanae Takaichi (Ansa)
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