2024-07-07
Sala vuole vietare gli affitti brevi
Il sindaco di Milano sogna uno stop sul modello Barcellona per chi possiede più di un alloggio. Minimizzazioni e scaricabarile sulla sicurezza: «È un problema universale...».Beppe Sala vuol vietare gli affitti brevi. E pensa che su casa e sicurezza il Comune potrebbe fare di più. In una quasi surreale intervista pubblicata ieri dall’edizione meneghina del Corriere della Sera, il sindaco del capoluogo lombardo esordisce invitando tutti i milanesi a riflettere sul fatto che molti dei problemi che abbiamo in questa città «sono problemi universali. Poi noi li vediamo a Milano, giustamente. Ma non è quasi mai una specificità nostra». Insomma, mica viviamo a Caracas quindi non lamentatevi. E poi «le nostre università stanno crescendo, il numero dei visitatori va su, con un turismo record anche quest’anno. Gli investimenti stranieri a Milano continuano ad aumentare. E, fatto non irrilevante, la popolazione sale ancora». Milano è ancora instagrammabile. Siamo salvi. Ma anche Sala ha delle preoccupazioni. E vede tre punti critici: la casa, il «difficile equilibrio tra la gestione della mobilità e la cura dell’ambiente» e la sicurezza. Ma son «problemi universali». Prendiamo la questione degli alloggi, pochi e cari, «ma se un suo omologo a Bologna o a Roma facesse la stessa intervista troverebbe la stessa situazione» e poi «Barcellona ha deciso di bloccare gli affitti turistici». Ed ecco l’idea: facciamo come gli spagnoli. Si affitta solo una casa e poi «serve un criterio» per impedire di affittarne altre. «Io lo farei anche a Milano, onestamente». Il sindaco non ce l’ha «con il signor Rossi che aveva due soldi, ha preso un appartamento in più e decide per gli affitti brevi», ce l’ha «con chi in maniera speculativa si prende un’intera palazzina e sceglie questo modello». E quindi lui vieterebbe gli affitti brevi a chi è proprietario di più appartamenti perché «ne abbiamo tantissimi e sono in crescita» e «Milano è la città degli eventi, c’è sempre turismo in movimento». Capito? Il vero nemico sono i fondi speculatori ma, siccome contro di quelli Palazzo Marino non può far nulla, intanto il dirigista Sala punta sul mattone del signor Rossi.Poi c’è la sicurezza. Sala finalmente ammette che c’è un problema, sia chiaro «universale» (apprezziamo comunque il passo avanti considerando che finora aveva sempre preferito parlare di «percezione»), ma la colpa non è sua: è del post pandemia, di alcuni giovani che «sono usciti dal Covid con un notevole livello di aggressività», e poi ci devono pensare il governo e il ministro Matteo Piantedosi. Lui intanto vorrebbe «che i milanesi amassero il vigile», che «lo vedessero come l’amico che ti sta vicino» (e con affetto ti riempie di multe). Lui vorrebbe anche che Giorgia Meloni venisse più spesso a Milano: «Fra poco sarà premier da due anni, è venuta a Milano tre volte. Un bagno di folla al Salone del mobile. E le altre due per eventi di giornali: legittimo. Ma non ha mai varcato il portone di Palazzo Marino». Forse perché di solito quando si accolgono ospiti, la casa dovrebbe essere in ordine, aggiungiamo noi maligni. E poi, dove sta scritto che un premier deve andare a Palazzo Marino? Di solito va in prefettura. E lì, nel caso, incontrare il sindaco. L’intervista si chiude con le ambizioni di Sala che in futuro si immagina un po’ come l’Antonio Tajani del centrosinistra. È pronto a «dare una mano», parla «un po’ con tutti», lo fa «per il «noi» e non per me». Ne parla «molto» anche con Elly Schlein. «Io non so se mi vedo leader del centro del centrosinistra, ma dico che è una parte da costruire o ricostruire: non è un’opinione, il centrodestra senza Forza Italia non avrebbe la maggioranza. Dove sta il centro del centrosinistra oggi? Deve prima di tutto decidere di stare in quella alleanza. Il tripolarismo in Italia non è possibile». In ogni caso, premette, «fino all’ultimo giorno faccio il sindaco». Quindi milanesi #statesereni, mancano ancora tre anni.
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