2024-04-20
Sala vieta persino i gelati e si vanta sui reati, ma i dati del questore lo smentiscono
Lo scorso anno crimini, rapine e scippi sono aumentati rispetto al 2022. E i responsabili sono, ormai, quasi solamente stranieri.Non capita quasi mai che partecipi a cerimonie e premiazioni, tuttavia giovedì ho voluto fare un’eccezione. A Milano, nella sede del Piccolo teatro, si ricordava il 172° anniversario della fondazione della polizia di Stato e per l’occasione si distribuivano riconoscimenti agli agenti che, nel corso degli ultimi anni, si erano particolarmente distinti salvando vite e arrestando criminali. Insomma, un’occasione per sentire ciò che di buono ogni tanto si fa in questo Paese.Non è, però, del pronto intervento di decine di poliziotti che vi voglio parlare. Nel tempio di Strehler, due giorni fa il questore Giuseppe Petronzi ha voluto elencare per sommi capi l’azione svolta dalla polizia nella metropoli lombarda. Lo ha fatto con qualche numero, che credo sia utile ripassare, perché dice molto dello stato della sicurezza nella cosiddetta capitale economica italiana, ma anche di quel che succede nel resto del Paese. Pesco direttamente dalle parole dell’uomo che a Milano rappresenta l’ordine e la legalità «I reati più aggressivi e percepiti (come le rapine e le lesioni), rispetto allo scorso anno, sono aumentati da 893 a 960. Troppi e crescenti sono i casi in cui i giovani, soprattutto stranieri, hanno fatto ricorso a coltelli per sopraffare le vittime o rapinarle in strada». In pratica, il questore ha segnalato che in appena 12 mesi rapine e lesioni a Milano sono cresciute del 7,5%. Non è tutto.Sempre secondo Petronzi, il coinvolgimento degli stranieri in rapine commesse sulla pubblica via, è passato dal 71% del 2022 all’81% del 2023, mentre i furti con destrezza a loro attribuibili hanno raggiunto il 91%. «Così come è prevalente», dice il questore, «la percentuale di stranieri tra i ben 30 arrestati per rapine di orologi di lusso». I numeri sono numeri, non c’è ideologia o appartenenza politica che li possa cancellare. Così come non si può nascondere che l’anno scorso ben 62 agenti siano finiti al pronto soccorso a causa dell’aggressività di quanti sono stati arrestati in flagranza di reato. «Poche settimane fa», ha comunicato il questore, «le nostre pattuglie sono state assalite da una trentina di persone che cercavano di impedire l’arresto dei responsabili di una grave rapina in pieno centro e un loro complice ha spaccato il naso a una nostra collega».Tuttavia, oltre a questi numeri già di per sé impressionanti, ce n’è un altro che la dice lunga su quale sia il grado di impunità raggiunto dai criminali nel nostro Paese. Dal palco del Piccolo, il responsabile della sicurezza spiega che nel 2023 sono stati effettuati 4.750 arresti. Sì, ma le persone finite in manette non sono 4.750, perché quasi 300 sono state fermate due volte e più di una sessantina persino tre. E non manca chi è finito dietro le sbarre, ma solo per poche ore, addirittura sei volte. «I recidivi», illustra Petronzi, «rappresentano il 18% degli arrestati”.Mentre il questore parlava e parlava del mondo criminale milanese, con i suoi trapper e le sue bande armate che si affrontano a colpi di machete, dentro di me ho pensato che la mattinata non era passata invano. Pur essendo allergico alle cerimonie e alle premiazioni, seduto tra le autorità avevo appena preso coscienza di come, al di là delle rassicurazioni delle istituzioni, sindaco Sala in testa, e del lavoro costante delle forze di polizia, Milano stesse seguendo a ruota l’esempio di tante altre metropoli europee dove la criminalità, piccola o grande che sia, la fa da padrona. Da noi non siamo ancora arrivati alle banlieue, ma ci siamo molto vicini. E uno dei temi principali, sebbene la sinistra insista a negarlo, si chiama immigrazione. Come si può ancora fingere di non vedere che se scippi e violenze in strada sono commessi nell’80% dei casi da stranieri, il problema da affrontare è l’invasione di persone che non vengono nel nostro Paese in cerca di lavoro, ma per delinquere? Lo so, ogni volta che si danno i numeri degli arresti, a sinistra si solleva la solita polemica che dà la colpa alla mancata accoglienza e al disagio giovanile. Ma qui l’unico disagio, per non dir di peggio, è quello delle vittime alle quali, oltre a essere derubate e ferite, non è neppure riconosciuto il diritto a essere difese. Già, perché quei poliziotti feriti nelle operazioni di arresto, basta che sgarrino e da difensori della legalità passano dalla parte opposta: accusati di essere aguzzini. Con il rischio che, alla fine, la gente per bene venga lasciata sola.
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