Zero manutenzione, Milano è a rischio. Facile scaricare le colpe sul clima che cambia: lo si gestisce con le vasche di laminazione.
Zero manutenzione, Milano è a rischio. Facile scaricare le colpe sul clima che cambia: lo si gestisce con le vasche di laminazione.A Milano un tombino viene pulito in media ogni sei anni. Un tempo assolutamente inaccettabile per una grande metropoli come il capoluogo lombardo, che si ritrova a dover affrontare, durante le piogge, le esondazioni di Lambro e Seveso ma, soprattutto, gli allagamenti in città dovuti spesso alla scarsa manutenzione delle cosiddette caditoie stradali.Queste ultime, che possono essere sotto forma di tombini, a griglia o a bocca di lupo, servono appunto a far defluire le acque nella rete fognaria in modo da non intasare le strade. I dati sono emersi durante la commissione di controllo sulle manutenzioni presieduta da Riccardo Truppo (Fdi), quando è stato ascoltato Fabio Marelli, direttore Acquedotto e fognatura di Mm. Palazzo Marino in questi anni ha sottovalutato il problema, delegando spesso la responsabilità di allagamenti e disagi per i cittadini solo al cambiamento climatico. L’ammissione di colpa è legata al fatto che proprio dal Comune hanno promesso di raddoppiare i costi per la manutenzione ordinaria che passeranno da 1,74 a 3,30 milioni all’anno. Si poteva fare prima? Del resto anche i milanesi sembrano essersene accorti. Perché anche pochi giorni fa, durante l’ennesima esondazione del Lambo, erano in tanti tra via Rilke e via Umiliati a ribadire che nonostante l’innalzamento degli argini, i problemi degli allagamenti siano sempre dovuti alla scarsa manutenzione.Per di più, mentre il Lambro continua a dare problemi, nell’ultimo mese, invece, il Seveso è stato arginato anche grazie alla vasca di laminazione di Bresso (entrata in funzione un mese fa per le prime piene autunnali del fiume: all’appello mancano ancora gli invasi di Senago, Lentate sul Seveso e Paderno Dugnano-Varedo, ndr). A quanto pare ora Regione Lombardia e Comune di Milano starebbero ragionando per crearne una anche per il fiume Lambro (o almeno così ha annunciato il sindaco Beppe Sala). Ma allo stesso tempo la scorsa settimana l’assessore comunale Marco Granelli e quello regionale Gianluca Comazzi si sono rinfacciati vicendevolmente le responsabilità sui danni causati dai fiumi durante le piogge torrenziali. Comazzi, oltre a ricordare gli investimenti regionali, ha chiesto al Comune di ricordarsi di pulire i tombini. I numeri non mentono.Li spiega nel dettaglio proprio Truppo alla Verità. «Il dato che ritengo, comunque, alquanto allarmante è che su 137.000 caditoie presenti a Milano, la manutenzione ordinaria di media riguarda 18.000 caditoie all’anno, mentre per quella straordinaria sono circa 4.000». Secondo Truppo, quindi, «ogni tombino ricevere di media una manutenzione tra i 6 anni e i 6 anni e mezzo». Secondo il presidente della commissione, «questo, ovviamente, è un dato che allarma perché, al netto delle esondazioni di Lambro e Seveso, qui si parla di allagamenti costanti e continui anche prima che i due fiumi esondano».È evidente, insomma, che c’è qualcosa che non funziona alla base. «L’amministrazione deve assolutamente destinare maggiori risorse. Il Comune continua a parlare di cambiamento climatico, ma se la situazione è estrema allora c’è bisogno di una manutenzione maggiore». È evidente che una media di 6 anni a tombino, per quanto riguarda la manutenzione, è troppo poco. «Oppure» aggiunge Truppo «è meglio dichiarare il coprifuoco ad ogni pioggia che il meteo ci dovesse annunciare (a cominciare proprio da oggi, quando una nuova ondata di maltempo interesserà Milano e tutta la Regione, ndr)».Palazzo Marino ha promesso maggiori investimenti. Saranno istituite anche squadre d’intervento notturno per lo spurgo e la pulizia sono stati acquistati tre nuovi auto-spurghi aggiuntivi, dedicati alla pulizia dei tombini. Anche la manutenzione straordinaria dovrebbe raddoppiare, passando da 1 a 2 milioni di euro.Basteranno? «Con i dati che abbiamo in mano e che ho messo a verbale in commissione, anche la manutenzione di un tombino ogni 3-4 anni sarebbe davvero troppo poco». Che ci sia un problema di manutenzione a Milano lo dimostrano anche le strade. Ieri un massello di pavè si è sollevato all’improvviso in via Meravigli facendo ribaltare un taxi. Era già accaduta una cosa simile nel 2023. Servirà un’altra commissione per stanziare nuove risorse?
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





