2020-05-03
Ripartenza a metà, caos totale
Avete presente Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, più semplicemente nota con il nome di Maria Antonietta? Parlo della regina di Francia, passata alla storia, oltre che per aver perso la testa sul patibolo eretto in place de la Concorde, per la famosa frase che le venne attribuita: «Se il popolo non ha pane, che mangi brioche». Ecco, la nuova Maria Antonietta si chiama Beppe Sala, sindaco di Milano, città simbolo nella regione che è stata tra le più colpite dall'epidemia di coronavirus. Domani gli italiani provano a ripartire, riaprendo molte delle attività chiuse a marzo, ed è facile immaginare che sulla capitale economica del Paese si riversino molti lavoratori. In tempi normali Milano è presa (...)(...) d'assalto dai pendolari e nelle ore di punta i vagoni della sua metropolitana, gli autobus e i tram sono affollati di persone come le spiagge di Rimini. Forse domani nelle stazioni delle linee sotterranee e alle fermate di quelle urbane non ci sarà la ressa, ma solo perché molte aziende hanno deciso di proseguire con lo smart working. Non essendoci direttive chiare da parte del governo sulle misure di sicurezza da adottare in ufficio e non essendo facile reperire mascherine protettive a 0,50 centesimi come stabilito per decreto dall'esecutivo, tanti imprenditori hanno preferito posticipare l'apertura delle sedi. Del resto, la scelta aziendale è suggerita anche dalle decisioni annunciate da Maria Antonietta Sala, la nuova regina di Milano. Il sindaco, ai suoi concittadini e a tutti coloro che in città si recano quotidianamente per lavoro, non ha offerto brioche, ma biciclette. Sì, avete letto bene: nei giorni scorsi, in vista della riapertura, il primo cittadino, da cui dipende l'azienda dei trasporti urbani, a proposito del distanziamento sociale da operare sui mezzi pubblici, ha annunciato che ridurrà le sedi stradali e aumenterà le piste ciclabili, estendendo la circolazione a due ruote da San Babila a Sesto Marelli. Il velocipede, del resto, è già molto apprezzato nella Ztl, la zona a traffico limitato nel centro cittadino. Quella, per intenderci, che mostra di apprezzare Sala e la sinistra ogni volta che si deve votare. Raggiungere il proprio ufficio pedalando è molto trendy e soprattutto molto ecologico e questo piace tantissimo alla gente che si piace, la quale con la molletta ai calzoni, la giacca e niente cravatta, perché non si usa più, si sente molto responsabile e molto Greta Thunberg. Ovviamente non abbiamo nulla contro i ciclisti, purché rispettino il codice della strada, non salgano sui marciapiedi e si fermino ai semafori. Osserviamo solo che raggiungere San Babila arrivando da un quartiere chic è facile e perfino piacevole. Un po' meno semplice e gradevole lo è farlo da Sesto San Giovanni, da Bisceglie, da Gessate o da un paese di provincia. Le belle idee del sindaco si scontrano cioè con la situazione in cui vive la maggioranza dei milanesi e dei lombardi, i quali per arrivare in città dai luoghi in cui risiedono non possono portarsi al seguito le due ruote. E dire che Maria Antonietta Sala non è all'oscuro della situazione, ma la conosce bene. Giorni fa infatti ha spiegato che alla stazione metropolitana di Cadorna ogni ora arrivano 6.000 persone, ma adesso, per effetto del distanziamento sociale sui mezzi pubblici, a bordo dei vagoni delle linee sotterranee ne potranno salire solo 1.500, cioè un quarto di quelli che mediamente affluiscono. «Sulle banchine», ha spiegato la regina di Milano, «si potranno disporre solo 75 persone alla volta». Bene. E le altre, dove le mettiamo? Come vanno al lavoro? In bicicletta, ovvio. La prova di quel che succederà la si è avuta ieri, sempre nel capoluogo lombardo. In un tranquillo sabato di quarantena, su un autobus sono salite 30 persone ed eccedendo il numero di individui previsto dalle nuove norme il mezzo è rimasto fermo perché nessuno si decideva a scendere.Ma quel che avverrà in città appena l'afflusso di lavoratori diverrà normale o quasi, si ripeterà ovunque, sui treni e sugli autobus, perché il governo che a gennaio si disse prontissimo ad affrontare la pandemia non ha pensato a come risolvere il problema degli spostamenti e dei mezzi pubblici. I sindaci tipo Maria Antonietta Sala riducono le carreggiate per fare entrare in città il minor numero possibile di auto, sognando il car sharing o il bike sharing. E a Palazzo Chigi la pletora di commissari nominati per l'emergenza ritiene che la mobilità delle persone sarà risolta con il teletrasporto. A domanda precisa, l'esercito di esperti entrati a far parte delle task force governative risponde che i mezzi pubblici saranno aumentati, ma nessuno sa dire con quali risorse e con quale personale. Al momento risulta che i treni per i pendolari saranno incrementati del 10 per cento, peccato che i posti sui vagoni, per effetto del distanziamento, diminuiranno del 50 per cento e lo stesso avverrà su tram, autobus e così via. Insomma, l'Italia riparte, ma grazie ai cervelloni che ci governano rischia di rimanere ferma già dal primo giorno. Salvo seguire le indicazioni di Maria Antonietta Beppe d'Asburgo-Lorena. La quale, per non apparire come una che strizza l'occhio alla Ztl che la vota, a proposito delle biciclette ha pure spiegato: «Non è una scelta ideologica, ma di visione». Chiaro, no? Se a Bernadette Soubirous, in quel di Lourdes, è apparsa la Madonna, a Sala, in quel di Milano, a indicare la via (ciclabile) è apparsa Greta Thunberg. Miracolo progressista.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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