2020-04-22
Sala appieda Milano, Greta lo ufficializza
Il Comune prepara la viabilità post Covid-19: ingressi controllati sui mezzi pubblici, allargamento di zone ciclabili e pedonali su 35 chilometri di strade, ma sopratutto il tentativo di estinguere gli automobilisti. L'annuncio arriva dalla Thunberg in persona. Tutti in bicicletta con il santino di Greta sul manubrio. Si avvera il sogno del sindaco Beppe Sala che da oggi può contare sul testimonial più catastrofista del pianeta per la sua Fase 2, quella che va dalla poltrona al sellino. Con un tweet, miss Thunberg ha infatti lanciato il proposito del giorno: «Milano sta introducendo uno degli schemi più ambiziosi d'Europa, riallocando lo spazio stradale dalle auto al ciclismo e al camminare, in risposta alla crisi del virus». Basta auto, neppure al Giambellino o ad Affori; in nome del mondo green i milanesi dovranno piegarsi almeno alla legge del monopattino.La rivoluzione è arrivata sotto la Madonnina come le nomine di A2a e di Atm, per vie traverse. Greta l'ha letta sul quotidiano inglese Guardian che l'aveva anticipata con un ampio articolo nel quale si sottolinea «l'ambizioso piano di Milano per la ripartenza dopo il lockdown. Trentacinque chilometri di strade saranno trasformate nel corso dell'estate, con una rapida espansione sperimentale in tutta la città dello spazio per i ciclisti e i pedoni per proteggere i residenti dopo l'eliminazione delle restrizioni Covid-19». Si legge che il piano ha un titolo: Strade aperte. E uno svolgimento: piste ciclabili, marciapiedi nuovi e ampliati, limiti di velocità di 30 km all'ora, strade prioritarie per pedoni e ciclisti. Giusto che i milanesi lo sappiano attraverso Greta, soprattutto i pochi che non leggono il Guardian. È notorio che il giornale londinese ha sostituito la Gazzetta sul frigo dei gelati da Primaticcio all'Ortica. Una comunicazione così cosmopolita e centellinata, da mezza porzione, a Sala piace parecchio. Ha un suo stile signora mia, entra in armonia immediata con le calze arcobaleno del sindaco del Municipio 1 (centro storico) e accentua i gridolini della borghesia radical chic ancora orfana di Giuliano Pisapia. Oggi con quel ruolo ci sarebbe Pierfrancesco Majorino, ma dopo essere stato battezzato politicamente da Dario Fo («Quando mi sono presentato alle elezioni mi rubava le battute, è indegno di Milano») ha preferito Bruxelles. Il colpo a sorpresa ha l'efficacia di un flash-mob e fa molto glamour, anche se la sintesi più autenticamente meneghina l'ha trovata Dagospia: «Tipica fighetteria milanese, Sala rivoluziona strade e trasporti, e l'annuncio lo dà Greta».Dopo un moto di stupore, il milanese già spossato dalla clausura passa alla lettura. E fra un buon numero di condizionali scopre che i lavori potrebbero iniziare su un tratto di 8 chilometri di corso Buenos Aires all'inizio di maggio con una nuova pista ciclabile e marciapiedi allargati. Il resto delle opere sarà completato entro la fine dell'estate. Tutti in bicicletta, tutti a piedi di corsa per andare al lavoro. Come nella Manhattan delle commedie hollywoodiane, con le segretarie che si tolgono le Nike e calzano le Louboutin sotto la scrivania. Che peccato non potersi allenare fin da ora, pena l'arresto. Accanto alla svolta green ai tempi del coronavirus, la rivoluzione di Sala prevede un sistema con controlli agli ingressi delle stazioni della metropolitana, una conta di chi entra (quando il numero massimo è stato raggiunto, chi rimane fuori fa la fila). Il distanziamento sarà indicato da cerchi di gesso del Caucaso sul pavimento delle carrozze. Ma questo, il sindaco l'aveva anticipato lunedì in un'intervista al Corriere della Sera. In un conteggio a spanne, chi parte da Cernusco sul Naviglio per essere in ufficio alle nove deve svegliarsi alle sei. Un particolare accanimento verrà mostrato, ma solo per una questione di civiltà, nei confronti degli automobilisti. Lo spiega il vicesindaco Marco Granelli: «Se tutti guidano un'auto non c'è spazio per le persone, non c'è spazio per muoversi. Vogliamo che l'economia riparta, ma dobbiamo pensarlo su una base diversa da prima». Anche qui sarà interessante verificare se da Monza, da Bollate, da Bresso, dalla immensa cintura milanese poco servita dai mezzi pubblici migliaia di lavoratori confluiranno verso la città sulle biciclette elettriche o a passo da maratona nell'afa di luglio. Per un simile lunare progetto servirebbero linee metropolitane più lunghe, quasi tentacolari. Con anni di lavori. Per Greta è facile proclamare Milano città «car free» dal centro di Stoccolma. La sensazione è che, riguardo alla cosiddetta rivoluzione, il tornitore Brambilla come il webmaster Poletti possano avere più di un vadaviaiciap in canna. Dopo aver vissuto la Fase 1 in soggiorno a porre domande retoriche ad Attilio Fontana, Sala mostra così di voler diventare il messia della Fase 2 e di meritare il ruolo di presidente della task force dei sindaci mondiali. Ecco perché non si è occupato di mascherine, di respiratori, di banali emergenze quotidiane; stava studiando il dossier «Milano città aperta». Ieri era in versione geometra nel cantiere De Amicis della metro, in Sant'Ambrogio, (conclusione opera 2023) con mascherina d'ordinanza per un video spot. È probabile che nei prossimi giorni riveli la sua strategia viabilistico-sanitaria approvata dalla Thunberg anche ai milanesi. Quelli che non leggono il Guardian, vivono fuori dalla cerchia dei navigli. E della bici hanno soltanto la ruota anteriore perché il resto glielo hanno rubato.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)