2025-01-18
Prodi fa il prezzemolino in tv e pur di azzannare la Meloni si copre di ridicolo sulla Sala
Romano Prodi (Imagoeconomica)
L’ex premier tiene alta la tensione per l’assise centrista di oggi e critica la liberazione della giornalista: quando ho salvato Mastrogiacomo non ho avuto l’aiuto degli Usa...Certo, la colpa sarà anche di una certa lievità di Elly Schlein e della boria di Giuseppe Conte, che a due anni e mezzo dalla sconfitta elettorale non sembrano avere una bussola. Ma il risultato per adesso è ai limiti dell’incredibile. Il capo ombra dell’opposizione a Giorgia Meloni è Sergio Mattarella, 83 anni, e lo stratega-federatore in chiaro è Romano Prodi, 84 primavere. Entrambi democristiani di sinistra, entrambi «cattolici adulti» (per dirla con Prodi stesso), entrambi vedovi, entrambi in forma smagliante. Capaci di restare sommersi per mesi, in mezzo secolo di carriera hanno seppellito decine di avversari e amici. Ma Prodi ama anche i battesimi, e quello che ha in mente riguarda l’ex capo dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, graditissimo anche a Mattarella.Sul finire di questa settimana, Prodi ha dimostrato un’energia impareggiabile. Giovedì sera è andata a La7 da Corrado Formigli, dove, in giacca di tweed e cravatta rossa, ha pontificato sulla tregua tra Hamas e Israele, ha criticato il premier sul rilascio di Cecilia Sala, ha messo in guardia dal ruolo di Elon Musk nel mondo e ha criticato Donald Trump. Poi è andato a dormire qualche ora, si spera a casa, e al mattino dopo era sempre a La7 a Omnibus, per farsi intervistare da Alessandra Sardoni, questa volta con la cravatta verde. Per il fondatore dell’Ulivo, Meloni «ora è obbediente a Trump e pure a Musk» e poco importa il successo unanimemente riconosciuto della liberazione della Sala. «Quando io ho liberato Mastrogiacomo, mica ho avuto il soccorso degli Stati Uniti. Tutto il Paese ha agito. Meloni si è fatta un obiettivo personale. Il ministro degli Esteri allora è stato molto attivo, adesso non lo so. È stata una gran bella cosa, ma per favore mettiamola in un contesto». Nessuno ha ricordato a Prodi che sulla liberazione di Mastrogiacomo, rapito in Afghanistan nel 2007, c’è stato, per dirla alla democristiana, «un ampio dibattito» sul probabile pagamento di un riscatto. Quanto alla presunta sudditanza della Meloni nei confronti di Washington, come dimenticare che Prodi da decenni flirta con il regime comunista di Pechino, che non è proprio la stessa cosa degli Usa?Peraltro, se si vuole un’istantanea di quello che si sta muovendo nel centrosinistra prossimo venturo, non serve andare troppo indietro e c’entra proprio la Cina. Lo scorso 9 novembre, in occasione della visita ufficiale di Mattarella, è stata inaugurata la Cattedra Agnelli di cultura italiana a Pechino, alla presenza di John Elkann. E il primo titolare della cattedra sarà proprio Prodi. Ricapitoliamo: il capo dello Stato, il nuovo federatore del centrosinistra e l’editore di Stampa e Repubblica, oltre che presidente di Stellantis. Una riunione nella patria del partito-Stato che vale dieci congressi del Pd. E a proposito di dibattiti e nuovi fermenti, oggi a Orvieto si tiene l’assemblea di «Libertà eguale», che celebra i suoi 25 anni. Con la regìa di Stefano Ceccanti, ci saranno interventi di Claudia Mancina, Enrico Morando, Lorenzo Guerini, Pierluigi Castagnetti e Paolo Gentiloni, che è sempre uno dei possibili candidati a sfidare la Meloni alle politiche del 2027. Come sottolinea, Ceccanti, a Orvieto ci sono sia cattolici sia laici perché negli schieramenti di oggi «dire cattolici, anche in opposizione al governo, non vuol dire nulla». Ma è evidente che non la pensano così gli «amici» centristi che invece, sempre oggi, si riuniscono a Milano per la riunione pubblica di «Comunità democratica» e sono proprio i cattolici dem, sempre più a disagio nel partito arcobaleno della Schlein. Oltre all’onnipresente Prodi, in videoconferenza da Bologna, ci saranno Graziano Delrio e Pieluigi Castagnetti. Ma soprattutto ci sarà Ruffini, sul quale i tre re magi democristiani, al pari di Mattarella, nutrono grandi speranze. Appuntamenti in conflitto tra loro, magari per la gioia di chi, come Matteo Renzi, si agita moltissimo per occupare da solo tutto il centro con il suo 2%? Ovviamente no, figurarsi. Appena hanno fiutato il pericolo di farsi dividere, gli organizzatori dei due convegni, diciamo i cattolici adulti e i cattolici in privato, hanno organizzato una serie di collegamenti video tra Orvieto e Milano. È andata bene che per una volta non si riuniscano in convento, dove l’interconnessione sarebbe più difficile. L’iperattivismo di Prodi, il nuovo «Cinese» dopo Sergio Cofferati, rischia ovviamente di mettere in difficoltà la Schlein, che pure aveva goduto della sua benedizione. Il progetto del Professore è di lasciare che il Pd fagociti M5s di qui alle elezioni, impresa decisamente alla portata del segretario attuale anche in considerazione del suicidio politico di Beppe Grillo e Giuseppe Conte, e di allargare l’alleanza al centro sostituendo i cattolici a Renzi. Senza l’ex sindaco di Firenze e senza grillini, sarà più semplice imbarcare anche verdi e sinistra, come il Professore fece ai tempi di Rifondazione. Se andrà tutto liscio, alle prossime elezioni ci sarà quindi un Ulivo reloaded e bisognerà solo spiegare in buon modo alla Schlein che serve un candidato premier più «strutturato». Casualmente, i due arzilli ottantenni che guidano l’opposizione, l’uomo giusto ce l’hanno già ed è Ruffini. E saremo nel 2027. Poi certo, Prodi magari sogna ancora il Quirinale, ma lì c’è da aspettare il 2029. Una staffetta tra novantenni avrebbe davvero bisogno della benedizione di un cattolico con la “c” maiuscola: Dio.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)