2024-08-02
Il rogo di Roma scotta comunque Gualtieri
Che sia partito per sbaglio da una baracca o l’abbia appiccato un piromane, l’incendio che ha stravolto la città è divampato in un’area che il Campidoglio ha abbandonato ad abusivi e degrado. In attesa delle perizie, c’è già un responsabile: il sindaco. L’incendio divampato mercoledì nel cuore della riserva naturale di Monte Mario, nel quadrante nord della Capitale, arrivando a lambire la cittadella giudiziaria più grande d’Europa, potrebbe essere doloso. Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, ha aperto un’inchiesta e l’ipotesi dolosa viene considerata per «l’ampiezza della zona interessata» dal rogo e «la velocità di diffusione delle fiamme». Proprio la velocità di propagazione del fuoco rinforza il sospetto di più inneschi piazzati nel verde con l’intento di vederli esplodere una volta raggiunti da una scintilla o dalle fiamme. Quindi opera di piromani che hanno messo a terra un piano molto preciso. La procura però non esclude neanche l’ipotesi colposa ad opera di qualche senzatetto che vive nell’accampamento abusivo che da quasi quattro anni occupa il costone della collina. Anche il sindaco dem Roberto Gualtieri da subito era stato di questa opinione: «È possibile che l’incendio sia partito colposamente da un accampamento all’interno del parco, in cui è probabile che durante la preparazione di un pasto, quindi con il fuoco, l’incendio sia scoppiato e poi il vento lo abbia fatto rapidamente diffondere». Sbalorditiva la tranquillità del sindaco che, sottolineando «il parco del resto è aperto non si può chiudere una intera collina», ha ammesso l’esistenza della baraccopoli abusiva che in tre anni non ha mai sgomberato malgrado le numerose segnalazioni ricevute fin dall’inizio dell’insediamento, a marzo 2021. Le prime tende o meglio teloni agganciati agli alberi e nascosti dagli arbusti, furono piantati sul lato della collina alle spalle della Corte d’Appello di Roma con vista tribunale su piazzale Clodio. L’accampamento poi si è allargato e trasformato, diventando una bidonville con decine di baracche, vecchie roulotte e casupole in cartongesso circondate da masserizie di ogni tipo, fornelletti elettrici, sedie, biciclette. I rifiuti prodotti dagli occupanti accumulati ai piedi della collina in una discarica abusiva a cielo aperto. Dopo le rimostranze di numerosi cittadini, la polizia provò a disperdere gli occupanti del polmone verde romano ma neanche cinque mesi dopo le baracche erano di nuovo lì, in numero ancora più numeroso quasi a sfidare la legge a ridosso del «centro della giustizia». Del resto proprio alle pendici di Monte Mario si vede spesso salire fumo acre e irrespirabile, perché attorno ai rifiuti rom e senza fissa dimora agiscono indisturbati bruciando copertoni, per recuperare rame da destinare al mercato clandestino. «Da 10 anni gli accampamenti spuntano come funghi all’interno del parco di Monte Mario, uno spettacolo desolante» ha ammesso Stefano Pedica, ex parlamentare e presidente del Cantiere Democratico.Fabrizio Santori, capogruppo leghista in Campidoglio, ha presentato un’interrogazione urgente sul problema degli accampamenti abusivi e il pericolo di incendi. Ora chiede le dimissioni di Gualtieri per incompetenza: «Nomadi e senza fissa dimora sono sempre rimasti lì, tollerati in nome di un buonismo scellerato che ha messo a repentaglio la loro stessa vita. Ribadiamo che devono essere collocati fuori dalla città, per la loro stessa sicurezza e per quella dei romani». Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d’Italia, e Federico Guidi, coordinatore di FdI per il XIV Municipio, hanno evidenziato l’urgenza di implementare misure di prevenzione per evitare incendi futuri. Le proposte includono il taglio delle sterpaglie e la creazione di sentieri frangifiamme nelle zone a rischio. Tornando all’inchiesta sul maxi incendio, il mancato sgombero del campo abusivo sarà nel mirino della Procura, perché denota un evidente immobilismo del Campidoglio che potrebbe configurarsi anche come reato. Comunque il procuratore Lo Voi e il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, titolare dell’indagine e coordinatore del gruppo che ha effettuato un primo sopralluogo, sono in attesa della prima informativa dei vigili del fuoco, degli uomini della protezione civile e delle forze dell’ordine per decidere quale strada privilegiare. Prevista anche una dettagliata stima dei danni e dei costi che ricadranno sui romani. Intanto ieri è proseguita la bonifica dei focolai nell’area mentre sono stati fatti ulteriori controlli nelle sei palazzine che erano state evacuate e dove ieri sera sono rientrate quasi tutte le famiglie. Le fiamme avevano lambito anche il vecchio Osservatorio astronomico - sede dell’Istituto nazionale di Astrofisica - da cui erano state allontanate 40 persone, ed era stata fatta sgomberare la Rai di via Teulada che aveva interrotto le trasmissioni in diretta.