
Mentre l'esecutivo esige il dimezzamento dei posti sui mezzi pubblici, i governatori sono preoccupati per settembre: come raggiungeranno le persone scuole e uffici? Nessuna risposta nell'incontro tra governo e Regioni di ieri, lunedì nuova riunione.Se non si arriva a un'intesa sul trasporto pubblico locale, a settembre sarà un'impresa far ripartire le scuole e quelle aziende che la crisi non ha già definitivamente chiuso. Ieri, dalla videoconferenza tra Stato e Regioni non sono emerse soluzioni utili per i governatori che hanno così chiesto un incontro urgente con i ministri del Trasporto, degli Affari regionali e della Salute. Il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha sollecitato «collaborazione istituzionale per fare tutto ciò che è possibile per la prevenzione nella fase di ripartenza, considerando per quanto riguarda il trasporto pubblico locale che a settembre riapriranno le scuole e riprenderanno a pieno ritmo gran parte delle attività lavorative». La riunione si farà lunedì prossimo, giorno dell'entrata in vigore del nuovo Dpcm che tanto preoccupa i presidenti delle Regioni. Per il governo si potrà viaggiare solo mantenendo il distanziamento, accanto a noi forse potrà sedere un parente ma nemmeno questa deroga è certa, e sempre che si riesca a trovare un accordo sul significato del termine. Il Comitato tecnico scientifico ha infatti confermato l'obbligo della distanza di un metro tra le persone su autobus e treni, ad alta velocità e regionali, quindi diventerà un'incognita garantire il trasporto pubblico. Senza poter occupare tutti i posti a sedere, i mezzi viaggeranno al 50% della capienza ma soprattutto si costringerà i pendolari a spostarsi con la propria auto. Gli esperti dichiarano di temere una possibile impennata dei contagi e hanno consigliato il governo di vincolare la circolazione dei convogli al riempimento solo parziale. E l'altra metà dei viaggiatori come farà a recarsi al lavoro? Problemi ci saranno problemi anche per gli scuolabus, che non potranno mai viaggiare pieni e per più di 15 minuti. Nessuna restrizione invece per gli aerei, perché il sistema di aerazione garantirebbe la sicurezza. Viene da aggiungere: purché l'aria sia davvero purificata ogni tre minuti da filtri Epe. L'obbligo di un metro rimane solo al momento dell'imbarco e dello sbarco oltre che durante il ritiro bagagli. «Noi siamo dalla parte della sicurezza però trovo altrettanto inverosimile che si porti avanti questa soluzione per i trasporti», ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia, prima della conferenza unificata. «Al governo mi dovrebbero spiegare una cosa: il 13 aprile ha firmato un accordo con le parti sociali per la sicurezza sul lavoro, dove c'è scritto che due lavoratori, tre, cento, mille lavoratori che lavorano fianco a fianco possono starci otto ore con la mascherina, ma gli stessi lavoratori in autobus non ci possono andare», aveva aggiunto il governatore, che pochi giorni fa spiegava: «Non è un atto di irresponsabilità. Se si tratta di svuotare del 40% i bus e del 50% i treni, si dica ai cittadini che non ci sono alternative per il trasporto pubblico. Lo dico in maniera costruttiva, il problema che ho io ce l'hanno tutti i colleghi delle Regioni». Sulla stessa linea il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: «Se il governo intende andare in un'altra direzione, deve fornire alle Regioni, oltre che le risorse necessarie, anche mezzi e personale, altrimenti si rischia che le scuole non si aprano». Fedriga ha ricordato che il Friuli «è intervenuto sempre in modo responsabile, con disposizioni capaci di conciliare la tutela della salute pubblica con la ripresa delle attività economiche e, in un futuro ormai prossimo, con la riapertura delle scuole». Con il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ieri pomeriggio si è discusso di gioco, di saune e biblioteche, ma senza trovare un accordo sulla questione vitale dei trasporti. È stata prevista la possibilità di giocare a carte nei bar, così come nei circoli ricreativi, sono state aggiornate le linee guida su biblioteche e saune, si è parlato di sport. La conferenza delle Regioni ha infatti condiviso una proposta, da sottoporre al governo, circa la presenza di pubblico negli eventi sportivi dove sia possibile, all'aperto non cambiare di posto nel rispetto della distanza di almeno un metro dagli altri spettatori e, negli ambienti chiusi, con l'obbligo di utilizzo della mascherina. Tutte richieste e osservazioni utili, ma la priorità rimane assicurare mezzi di trasporto pubblico ai lavoratori e agli studenti altrimenti è caos completo. Basti pensare agli ingressi scaglionati che gli istituti superiori adotteranno col nuovo anno scolastico per evitare gli assembramenti: se i mezzi non viaggeranno a piena capacità, quante corse e con quanti orari diversi dovranno confrontarsi i singoli Comuni? Potenziare la frequenza del trasporto scolastico rappresenta costi aggiuntivi notevoli, per le amministrazioni, sempre che si abbiano automezzi e personale in numero sufficiente. «Una situazione così incerta come l'attuale crea danno sia ai cittadini, che alla sera non sanno se il mattino dopo riusciranno a prendere il treno o il bus, sia alle istituzioni, investite di una responsabilità non loro, sia la filiera del trasporto pubblico, in grave sofferenza», ha commentato l'assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi. Lunedì si preannuncia un'altra giornata di scontri per conciliare esigenze di sicurezza sanitaria e diritti di poter andare al lavoro o a scuola su mezzi pubblici. L'auspicio di Boccia è che si arrivi a «valutazioni condivise ma che rispettano le raccomandazioni di rigore e massima prudenza».
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.