2020-08-29
«Ritardi sul voto all’estero per il referendum»
Non si hanno notizie delle schede: «Silenziati in modo autoritario 4 milioni di elettori».Quattro milioni di elettori rischiano di non poter votare. Si tratta degli italiani all'estero iscritti all'Aire e con diritto di voto, l'8% del corpo elettorale che a causa dei ritardi del governo Conte potrebbero non avere la possibilità di esprimersi nel referendum sul taglio dei parlamentari. A lanciare l'allarme è stato Alessandro Zehentner, Fdi, presidente del Com.it.es del consolato generale d'Italia di Barcellona, che ha sollecitato il senatore Giovanbattista Fazzolari affinché presenti un'interrogazione: «Il governo Conte ha paura del boom dei No. E sarà trasversale, da destra a sinistra. Del resto oggi il collegio Europa ha due rappresentanti, maggioranza e opposizione. Con il taglio ne resterebbe uno soltanto per un territorio che va dalle Canarie alla Siberia, dalla Turchia alla Norvegia». E Fazzolari, responsabile del programma del partito di Giorgia Meloni, ha preparato un'interrogazione urgente al governo, che depositerà alla riapertura del Senato, per chieder conto di questa «inaccettabile compressione di democrazia». «Il governo impedisce di fatto agli italiani all'estero di votare per il referendum, probabilmente perché spaventato da come si esprimerebbero», sostiene Fazzolari, preoccupato soprattutto della tempistica perché «al momento non si ha notizia di dove si trovino i plichi contenenti le schede. Non risultano, infatti, pervenuti i plichi né nelle circoscrizioni europee né nel resto del mondo». La legge prevede che il ministero dell'Interno debba consegnare al ministero degli Affari esteri il modello della scheda elettorale non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione. Anche perché i consolati devono stampare le schede e inviarle agli elettori con modalità di voto e busta preaffrancata da reinviare, una volta votata, al consolato stesso. Termine ultimo di consegna a Castelnuovo di Porto, dove avviene lo scrutinio, il 15 settembre 2020 (dunque, cinque giorni in anticipo rispetto al voto in Italia) . A oggi, a soli 13 giorni lavorativi (postali) dal termine massimo di consegna, di tutto ciò non v'è traccia. «Fratelli d'Italia ha sempre sostenuto e sostiene la riduzione del numero dei parlamentari» ribadisce l'esponente di Fdi, «ma in Parlamento ci siamo battuti affinché la rappresentanza dei nostri connazionali all'estero non fosse ridotta, considerato che anche il numero attuale degli eletti all'estero appare inadeguato rispetto all'importanza delle nostre comunità nel mondo. Il governo ha però respinto la nostra proposta ed ha ulteriormente penalizzato gli italiani all'estero, cosa che potrebbe spingere gran parte degli iscritti all'Aire a schierarsi per il No al referendum. Il governo, che ci ha già abituato a continue forzature democratiche, ha evidentemente deciso di risolvere il problema silenziando chi potrebbe essere non allineato».Insomma, secondo Fazzolari «4 milioni di elettori, in un sistema genuinamente democratico non possono essere messi a tacere con mezzi degni di un regime autoritario».
Jose Mourinho (Getty Images)