2020-04-24
Ripartire con il risparmio privato (senza massacrarlo di patrimoniali)
L'Italia è forte grazie a 8.000 miliardi in mano ai privati. Anziché impiccarsi a Bruxelles, si potrebbe destinarne il 2% a un fondo di ricostruzione gestito dalla Cdp. Un investimento sicuro per ridare fiato a imprese e famiglie.Vorrei riproporre sulla Verità, sinteticamente, la più probabile ipotesi di soluzione al problema della ri-crescita economica da realizzare utilizzando due vantaggi competitivi solo italiani: le nostre medie imprese e il nostro risparmio, una cui parte potrebbe esser investita nel loro sviluppo. Le dichiarazioni di opportunità di «patrimoniali» in varie forme, irresponsabilmente fatte da varie parti, hanno già prodotto la fuga di capitali per un importo superiore ai 100 miliardi di euro. Capitali che potrebbero invece esser utili per il rilancio economico. Dobbiamo sostenere l'economia del nostro Paese in quella che è chiamata fase tre. Ricordo che la fase uno prevede trasferimenti diretti del governo alle imprese per evitare un debito insostenibile sul sistema bancario. La fase due prevede la ristrutturazione del debito con capitale pubblico. La fase tre prevede incentivi fiscali ai privati per la ricapitalizzazione delle imprese. In questa fase il nostro Paese dovrà far fronte a un rapporto debito pubblico/Pil superiore al 150% con uno spread conseguente, deciso dai mercati, non dai governi. Spiego l'idea sinteticamente con un esempio concreto. La ricchezza delle famiglie era stimata un paio di anni fa intorno ai 7-8.000 miliardi di euro (nel 2011 era circa 9-10.000), equivalendo a circa 3,5 volte il Pil e 3 volte il debito pubblico (sempre di ieri). Di questa ricchezza, la parte cosiddetta liquida è stata negli ultimi anni un po' più della metà (intorno ai 4.000 miliardi), essendo il resto investito in immobili. La ricchezza realmente liquida, immediatamente disponibile, cioè depositi e conti correnti, era fino a ieri, circa 1.300 miliardi, a rendimento reale zero o negativo ed a continuo rischio. Immaginiamo, quale alternativa intelligente e produttiva ad una patrimoniale, folle e sterile , di disporre di un 10 % di questa ricchezza realmente liquida (cioè 130 miliardi di euro, pari a un 2% circa dell'intero risparmio). Se questa percentuale di risparmio potesse liberamente, per scelta e convincimento razionale (pertanto non forzosamente), confluire in un «fondo ricostruzione» gestito da Cdp, attraverso un prestito obbligazionario convertibile a 10 anni, remunerato simbolicamente all'1%, ma con la prospettiva di capital gain al decimo anno, potremmo realizzare, da soli, una parte importante del progetto di rilancio dell'economia. Con impatto sulla occupazione, sul reddito tassabile (con conseguente diminuzione del debito pubblico) e persino emersione del «sommerso» (che per esser sostenuto deve mostrarsi). Oltreché naturalmente la salvaguardia e valorizzazione conseguente del nostro risparmio che va difeso strenuamente. Va difeso valorizzandolo nel rilancio della nostra economia, sottraendolo a tutte quelle ipotesi improduttive di «patrimoniali», che vengono proposte quando non si hanno idee e progetti. La nostra crescita economica della fase tre è legata alla destinazione di questi valori del nostro risparmio al progetto di ricapitalizzazione di scelte medie, medio grandi, imprese trainanti la nostra economia, per sostenere progetti di crescita ambiziosa, accelerata e anche straordinaria (con progetti di rilocalizzazione nel nostro paese di tante attività delocalizzate).L'effetto moltiplicatore verso un simile progetto strategico è intuibile. Ma è anche evidente la creazione del capital gain previsto che valorizzerà il risparmio , che al momento non mi pare abbia tante alternative per esser preservato. Certo questo progetto, che non deve esser imposto ma scelto, va spiegato da chi ha la credibilità ed il prestigio per farlo. Secondo me Giulio Tremonti ha entrambe queste doti. Prego il lettore, prima di scuotere la testa, di sforzarsi di immaginare quali possano essere le «alternative» a questo progetto. Per le ragioni esposte sarebbe pertanto un abuso irresponsabile toccare il risparmio delle famiglie italiane. Il risparmio italiano, in questa fase, va investito in Italia quanto possibile, non sprecato con considerazioni ideologiche e demagogiche. Il contrario alimenterebbe immediatamente il sospetto che ci siano persone o gruppi politici che vogliono sfruttare la crisi, proponendo il contrario esatto di quanto necessario a risolverla, creando un clima di sfiducia del popolo italiano verso una classe dirigente che sarebbe considerata impotente e senza più credibilità. Verrebbe letto come attacco alla libertà individuale e della famiglia, il cui risparmio oggi serve a tutelare i suoi membri più vulnerabili e meno fortunati, senza ricorrere ai sussidi di Stato. La Bce propone di sostenere le famiglie e la Banca d'Italia auspica che siano aiutate a riprendere i consumi. Non si dimentichi che è il risparmio investito produttivamente che crea ricchezza, la quale prima di esser ridistribuita deve esser creata.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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