2018-10-27
«Rimedieremo ai danni del Jobs act. Pensioni più alte ai giovani precari»
Il sottosegretario al Lavoro: «I nati dopo il 1970 sono i più colpiti dalla flessibilità, per loro assegni minimi da 750 euro al mese». Rivoluzione Inail: «Le assicurazioni costeranno meno, agevolazioni per i disabili».Il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon non ha dubbi. Chi ha iniziato a versare contributi previdenziali in un mondo del lavoro precario e che si basa solo sul sistema contributivo va aiutato. Per questo nella prossima legge di bilancio l'intenzione è quella di alzare la pensione minima e permettere ai professionisti di pagarsi i propri buchi contributivi. Inoltre si darà il via a una completa razionalizzazione dell'Inail, l'assicurazione obbligatoria che le imprese pagano contro gli infortuni sul lavoro. Le aziende pagheranno meno e i benefici per gli assicurati saranno maggiori. Oggi chi versa solo attraverso il sistema pensionistico contributivo rischia di avere una pensione molto bassa. Cosa intendete fare per questi giovani lavoratori?«Oltre alla misura che intende abbassare l'età pensionabile, vogliamo trovare una soluzione che non lasci soli i giovani che hanno subìto dei danni previdenziali perché hanno iniziato a lavorare da quando c'era il sistema contributivo (quindi per chi ha iniziato a versare dal 1996 in poi, ndr) e hanno accumulato dei buchi contributivi per colpa di lavori precari. Se ci sono stati periodi "scoperti" di mesi o anni nella vita lavorativa, soprattutto dopo che sono state varate leggi che hanno favorito la flessibilità, come il Jobs act, vogliamo introdurre la possibilità di “coprirli" pagando. Il requisito sarà avere almeno un anno di versamenti precedenti». Innalzerete anche la pensione minima per questi professionisti?«L'idea è di mettere in campo sin da oggi un assegno minimo che serva a chi in futuro andrà in pensione a 60 anni con almeno 20 anni di contributi. L'assegno per questi lavoratori, una volta in pensione, dovrà essere intorno ai 750-800 euro al mese. In poche parole, da oggi chi andrà in pensione dovrebbe ricevere, se tutto verrà approvato, una cifra mensile di questa entità. Voglio specificare che si tratta di una operazione che stiamo facendo sul futuro dei lavoratori e che non prevede nessun costo per il Paese perché si tratta di risorse che arrivano dai versamenti dei lavoratori. Noi vogliamo solo aumentare le garanzie per una fascia di persone che ha versato solo con il sistema contributivo. Abbiamo poi pensato ad una norma per il riscatto degli anni di laurea, anche attraverso una tassazione agevolata. L'idea è, in generale, di abbassare il prezzo del riscatto e, inoltre, di offrire a terzi (aziende o parenti) una tassazione agevolata nel caso vogliano pagare per assumersi il riscatto di un lavoratore». Per le imprese che cosa avete in mente?«L'intenzione è di procedere a un taglio delle tariffe Inail pari al 30% rispetto a quello che si paga oggi. In totale 600 milioni di euro di risparmi. Ne stiamo già parlando con il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia e con il ministro per la famiglia Lorenzo Fontana. In questo taglio, oltre a una riduzione strutturale del cuneo fiscale, ci sarà la possibilità di razionalizzare meglio le risorse e prestare attenzione al reinserimento di tutti questi lavoratori che hanno avuto disabilità attraverso forti incentivi». Ad esempio?«Di sicuro raddoppiare fino ad oggi l'asse previsto dall'Inail per l'inserimento sul mondo del lavoro per le persone disabili. Lo stiamo ancora valutando, ma la direzione è questa. Inoltre vogliamo portare da 2.500 a 10.000 euro le spese funerarie. Più in generale, vorremo rivedere tutto l'impianto assicurativo dell'Inail. Un vantaggio che andrà anche alle aziende. Oggi le imprese stanno pagando tariffe calcolate rispetto a quando i casi di malattie professionali erano circa un milione, oggi sono scesi a circa 600.000 e quindi c'è la possibilità di abbattere questa cifra. Qui, lo voglio precisare, si tratta del costo dell'assicurazione, non verranno abbattute le spese legate alla sicurezza sul lavoro. Sono due questioni distinte». Avete una stima di quante persone ne beneficeranno?«Lo vedremo nel tempo. Potrebbero essere oltre 100.000 i soggetti che hanno problemi a inserirsi nel mondo del lavoro per via di alcune disabilità e che godranno di queste novità». Quindi, se tutto verrà confermato, le novità su pensioni e Inail partiranno già dal primo gennaio 2019?«Si tratta in tutti i casi di opzioni che stiamo mettendo in campo per dare più fiducia nella previdenza ai pensionati domani. Nel caso della pensione minima, non vogliamo lasciare certi lavoratori da soli». Avete pensato a qualche modo per favorire il passaggio generazionale tra lavoratori?«Stiamo pensando a dei fondi bilaterali che favoriscano il ricambio generazionale. L'idea è di inserire nella legge di bilancio la costituzione di fondi che aiutino la fuoriuscita dal mercato del lavoro anche prima dei 62 anni e 38 di contributi, obbligando però le imprese che attingono a questi fondi ad assumere nuovi lavoratori più giovani».
(Totaleu)
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