2024-04-01
Caccia, la riforma della legge 157/92 attesa nelle commissioni Agricoltura e Giustizia
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A partire da giovedì 4 aprile le commissioni Agricoltura e Giustizia della Camera riprenderanno i lavori per la revisione della legge 157 con approfondimento sui ddl Bruzzone e Brambilla. Il deputato leghista: «I Cinque stelle volevano rendere i topi specie protetta».
A partire da giovedì 4 aprile le commissioni Agricoltura e Giustizia della Camera riprenderanno i lavori per la revisione della legge 157 con approfondimento sui ddl Bruzzone e Brambilla. Il deputato leghista: «I Cinque stelle volevano rendere i topi specie protetta».Per tutto il settore della caccia italiana il 2024 potrebbe rappresentare l'anno della svolta. Le tanto desiderate quanto necessarie modifiche alla legge 157/92, una legge che risale a oltre 30 anni fa e che ha bisogno di opportuni cambiamenti che consentano ai cacciatori italiani di avere gli stessi diritti e doveri di quelli europei, adeguando così la legge al rispetto delle direttive comunitarie di riferimento: la 2009/147/Cee, conosciuta come direttiva uccelli, e la 92/43/Cee, nota come direttiva habitat.Tra pochi giorni, infatti, nelle aule delle commissioni Agricoltura e Giustizia della Camera dei Deputati riprenderanno le discussioni in merito alla proposta di revisione della legge 157, il ddl Bruzzone, e alle modifiche relative al maltrattamento degli animali, proposte da Michela Vittoria Brambilla. In particolare, verranno esaminati gli emendamenti presentati dalle opposizioni, dopo che nella seduta precedente ne erano stati bocciati 192 e accantonati 165. Tra gli emendamenti respinti, ce n'era uno promosso dal Movimento cinque stelle che riguardava ratti, topi, nutrie, talpe e arvicole. Il deputato della Lega Francesco Bruzzone, primo firmatario della nuova proposta di legge, aveva commentato così: «Con soddisfazione posso dire che oggi in commissione Agricoltura abbiamo scongiurato l’approvazione di una proposta di modifica alla legge sulla fauna selvatica presentata dai pentastellati che volevano rendere i topi una specie protetta. Per noi si tratta di una follia» - ha detto Bruzzone - «L’iniziativa dei Cinque stelle, ripetuta in più emendamenti, era finalizzata a rendere specie protetta il topo, oltre a tentare di far diventare animali non abattibili anche i ratti, le talpe e le nutrie. Fortunatamente la maggioranza è stata molto compatta e siamo riusciti a fermare l’ennesima follia grillina in questo ambito». L'onorevole leghista ha poi spiegato: «L’emendamento presentato dai 5 stelle, se approvato, avrebbe bloccato tutta l’attività di soppressione dei topi, a cominciare dall’opera di derattizzazione che fanno tutti i Comuni italiani. A volte l’animalismo sfrenato può portare a conseguenze disastrose. Oggi però il buon senso ha avuto la meglio e non è passata la proposta firmata dal capogruppo M5s in commissione Agricoltura nonché dal già ministro Sergio Costa per rendere protetti i topi in Italia».
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