2022-04-22
Riforma giustizia, martedì l’ok finale. «Lievita» il Csm: i membri da 24 a 30
Chiuso alla Camera il voto sugli emendamenti: vere critiche solo da Fdi e Iv. Le nuove norme aumentano le poltrone del Consiglio.Tutto secondo copione, tutto molto veloce, e (a onor del vero) scontro politico ridotto al minimo sindacale, ieri a Montecitorio, sulla miniriforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm targata Marta Cartabia. In una lunga seduta, sono stati liquidati gli emendamenti (presentati principalmente da Italia viva, assai critica sul testo, dall’opposizione di Fratelli d’Italia, e, limitatamente ad alcune richieste coincidenti con i suoi quesiti referendari, dalla Lega). A questo punto, ormai tolte dal tavolo le proposte emendative, ci si rivedrà martedì prossimo alle 16 per la seduta conclusiva, ma solo per il rito degli ordini del giorno, per le dichiarazioni di voto finali e per il voto conclusivo. Esito scontato, ovviamente.Anche i contrari al provvedimento, i critici su tutta la riforma o su parti di essa, sono essenzialmente intervenuti nel merito degli emendamenti, senza scontri particolarmente accesi e senza tentativi di ostruzionismo. Particolarmente attivi sono stati per Fdi Andrea Del Mastro Delle Vedove, per Iv Cosimo Ferri, per il Misto Giusi Bartolozzi, e per la Lega, sugli emendamenti pro referendum, Manfredi Potenti. Sempre allineati tra loro, invece, i due relatori di maggioranza Eugenio Saitta (M5s) e Walter Verini (Pd), e il sottosegretario rappresentante del governo in Aula, Francesco Paolo Sisto (Fi).Vanno segnalate una questione particolare e una di carattere generale. La prima, solo apparentemente di dettaglio, riguarda il minipacchetto di emendamenti preannunciati dalla Lega per anticipare i quesiti referendari che andranno al voto il prossimo giugno. Su di essi, il governo aveva preannunciato un parere negativo. Due le curiosità: due di questi emendamenti (quelli sulla legge Severino e sulla custodia cautelare) sono stati perfino dichiarati inammissibili, e quindi non sono andati al voto; altri due sono stati respinti, non solo con il voto, assolutamente prevedibile, di Pd e M5s, ma anche con quello di Forza Italia. Insieme con la Lega hanno invece votato Fdi e Iv.La seconda questione, più generale e anch’essa assai eloquente sulle caratteristiche della «riforma», è stato il dibattito piuttosto vivace sul fatto che le nuove norme, sorprendentemente, faranno lievitare il numero dei membri del Csm (da 24 a 30). Non solo: il nuovo sistema elettorale, lungi dallo stroncare il sistema delle correnti, in qualche misura lo consoliderà. Ed è stato anche respinto un emendamento per introdurre il sorteggio temperato (solo 48 deputati a favore, ben 211 contrari).Insomma, ci vuole davvero molta buona volontà, e una dose da cavallo di ottimismo, per ritenere che le nuove norme possano consentire di voltare pagina al Csm, a maggior ragione dopo gli scandali degli ultimi anni. A maggior ragione, appare sconcertante il tono duro della magistratura organizzata, che, semmai, potrebbe ancora una volta cantare vittoria per una non-riforma. E invece, com’è noto, l’Anm ha protestato a gran voce nei giorni scorsi, come se la riforma fosse davvero incisiva. Secondo il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, «passo dopo passo si sta cambiando l’assetto della Costituzione». E peraltro resta sullo sfondo l’ipotesi di uno sciopero (deciderà l’assemblea dell’Anm convocata il 30 aprile), mentre per ora resta indetto quello che l’Anm definisce «uno stato di agitazione permanente».Tornando alle forze politiche, è ormai acclarata la contrarietà di Italia viva. Ecco Cosimo Ferri: «La riforma Cartabia non cambia niente, è inutile. Non si è avuto il coraggio di risolvere i reali problemi della giustizia. Si è passata la palla alla magistratura con questo messaggio: “Va tutto bene, fate da soli”. Non si comprende perché il ministro abbia scelto la via del non cambiamento, tutelando i privilegi come le doppie indennità per i magistrati apicali nei ministeri, e incentivando il carrierismo anziché valorizzare il magistrato silenzioso e fuori dalle correnti». «Per alcuni aspetti - dice ancora Ferri - è una riforma fotocopia delle precedenti e recepisce la prassi del Csm che si è formata in tutti questi anni. Per altri aspetti, come quello dei magistrati fuori ruolo e delle porte girevoli, fissa alcuni principi innovativi ma li applica solo per alcuni e salva altri». Molto duro Andrea Del Mastro Delle Vedove per Fdi: «Riforma assolutamente inadeguata. Non c’è il sorteggio, unico strumento atto a eradicare le correnti. Non c’è uno stop alle porte girevoli tra magistratura e politica. Non c’è la separazione delle carriere. E per giunta, dopo le rivelazioni del caso Palamara, e dopo le promesse di cambiamento da parte della Cartabia, che si fa? Si fa addirittura crescere il numero dei membri del Csm da 24 a 30 e si fa salire a 60 il numero dei contratti, tra interni ed esterni, per collaborazione e segreteria».Giulia Bongiorno, responsabile del dipartimento giustizia della Lega, commenta: «I voti di oggi sono l’inizio del percorso della riforma che dovrà essere completato al Senato. È evidente che per imprimere un profondo e autentico cambiamento, occorre votare per i referendum, a maggior ragione dopo la bocciatura dell’emendamento sulla separazione delle carriere».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)