2021-04-21
Rifiuti tossici usati per rifare strade. Il Pd toscano teme la Terra dei fuochi
Lo scandalo delle infiltrazioni della 'ndrangheta preoccupa i residenti. La Regione ora offre controlli gratuiti. Imbarazzo di Eugenio Giani: il governatore caccia il capo di gabinetto indagato, ma tace sull'altro dirigente coinvoltoLa Regione Toscana, dopo aver scoperto che imprenditori conciari legati a una cosca della 'ndrangheta, dopo aver inquinato falde e terreni, avevano portato i loro tentacoli fin dentro ad alcuni uffici strategici regionali, cerca di nascondere la polvere sotto il tappeto. Il governatore Eugenio Giani ieri deve aver sperato di mettersi in pari con una operazione in tre mosse: annunciare di aver avviato l'iter per rimuovere il capo di gabinetto indagato Ledo Gori, uomo macchina dell'ente, sponsorizzato dal cartello di conciatori in odore di mala calabrese (ed ex braccio destro del presidente Enrico Rossi), dopo avergli affibbiato dieci giorni di ferie forzate, immaginando un passo indietro che non è arrivato; comunicare ai cittadini che hanno scoperto di vivere in un'area da Terra dei fuochi che possono chiamare l'Arpa Toscana per controlli ambientali gratuiti sull'acqua dei pozzi. E, infine, ha dato fiato alle trombe della propaganda: «Noi siamo impegnati come non mai, anzi questo stimolerà ancora di più il nostro impegno per prevenire qualsiasi infiltrazione della criminalità organizzata». La strategia prevista? Il governatore se ne esce con una trovata da burocrate dem: «Stiamo lavorando proprio a un protocollo con le prefetture a livello regionale». Non una parola sull'altro dirigente regionale indagato, Edo Bernini, né sul consigliere regionale del Partito democratico Andrea Pieroni, pisano, amico del segretario Enrico Letta, (per lui si ipotizza la corruzione) che presentava emendamenti e riforme pro conciatori in cambio della promessa di un sostegno da 2.000 euro per la campagna elettorale. Ma, soprattutto, sembrano non esserci strategie d'intervento sui siti inquinati contestati al cartello fiorentino di conciatori di pelli per gli sversamenti degli scarti del comparto. L'inchiesta, che conta 19 indagati, ha portato alla luce che le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati come «Keu», ovvero altamente inquinanti, venivano mischiati con altri materiali e, classificati come materia prima per l'edilizia, riutilizzati come inerti anche per i ripristini ambientali. Circa 8.000 tonnellate sarebbero state usate per la realizzazione del quinto lotto della strada 429, nel tratto che collega Empoli a Castelfiorentino. Gli investigatori hanno scoperto che per i «plurimi conferimenti» sarebbe stato corrisposto un «prezzo vile o simbolico». Si tratta di circa 200 trasporti di inerti inquinati «effettuati nel mese di marzo 2019 a favore della ditta Cantini srl, impresa controllata e gestita», secondo la Procura di Firenze, da una «cosca alleata a Grande Aracri», la Gallace-Arena, «che impiegava il rifiuto contaminato quale sottofondo o rilevato nella realizzazione del tracciato viario in corso di realizzazione». «In quell'area ci sono molte coltivazioni di ortaggi, non vogliamo generare allarmismo ma quanto emerso è inquietante», commenta Sandro Orlandini, presidente degli agricoltori della Cia Toscana Centro. «Non accettiamo il ricatto di dover scegliere tra il lavoro e la salute, il diritto alla salute è primario», denunciano i Cobas. D'altra parte, anche Daria Duranti, membro del consiglio direttivo della Società italiana di geologia ambientale, non ha nascosto la sua preoccupazione: «Stiamo parlando di matrici ambientali delicatissime, mi riferisco alle zone dove la falda acquifera si trova in superficie e quindi è particolarmente vulnerabile». L'elemento pericoloso è il cromo esavalente. E c'è il sospetto che sia stato utilizzato anche per altri interventi di edilizia ambientale. «È un materiale famoso per essere un metallo pericoloso», spiega Duranti, «perché particolarmente solubile e quindi a contatto con l'acqua si diffonde più velocemente». Dalle indagini si è scoperto anche che lo stesso materiale sarebbe stato usato «all'interno dell'aeroporto militare di Pisa», dove alcuni indagati, ricostruisce la Procura, «interravano nel 2019 una parte dei rifiuti stoccati nell'impianto di Pontedera, per un quantitativo di alcune migliaia di tonnellate, cedendoli con reiterati trasporti quantificati in almeno 33. quale materiale inerte riciclato, interrandoli come sottofondo di area di movimentazione veicoli e aeromobili». E anche qui sarebbe stato contaminato il perimetro interessato. Il terzo sito colpito è un terreno dell'area agricola limitrofa all'impianto di trattamento di Bucine finito al centro dell'inchiesta. Lì i materiali riciclati dai fanghi delle concerie di Santa Croce sull'Arno diventavano miracolosamente inerti da impiegare nell'edilizia da ripristino ambientale. Secondo i magistrati «sono stati rilevati numerosi superamenti dei valori limite anche tali da rendere pericoloso il rifiuto». L'ultimo aspetto inquietante lo ha denunciato ieri il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Francesco Torselli: «L'Associazione conciatori, che vede i propri vertici tra gli indagati dell'inchiesta, è il secondo finanziatore della campagna elettorale di Giani». Un altro aspetto sul quale il governatore non sembra intenzionato a voler fare chiarezza. «L'unica certezza», sottolinea Torselli, «è che Ledo Gori si godrà un lungo ponte di primavera in ferie retribuite dalla Regione Toscana». Sempre che Giani non ci ripensi, visto che l'iter per la rimozione al quale ha fatto riferimento il governatore richiederebbe pochi minuti di tempo, ovvero quelli necessari per firmare un decreto di revoca dell'incarico.
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